Orlando di Virginia Woolf: trama e analisi dell’opera

In questo articolo spiegheremo in che modo Orlando di Virginia Woolf rappresenta uno dei romanzi più significativi del ventesimo secolo. Pubblicato nel 1928 dalla casa editrice Hogarth Press, Orlando di Virginia Woolf affronta temi quali sessualità, genere e femminismo: elementi che hanno permesso alla critica di parlare di una vera e propria performance di genere.

L’autrice

Nata nel 1882 dall’autore Leslie Stephen e da Julia Prinsep Jackson, Virginia Woolf fu la terza di quattro figli. Sin da bambina ebbe modo di frequentare grandi scrittori come Henry James e Thomas Stearns Eliot. I momenti familiari più sereni sono quelli vissuti presso la residenza estiva sulla Baia di Porthminster, tanto importanti da influenzare uno dei suoi capolavori Gita al faro.

All’età di tredici anni Virginia fu colpita dalla perdita della madre. In seguito anche la morte della sorellastra Stella e del padre la portarono al primo grave crollo nervoso. Insieme alla sorella Vanessa Bell diede vita al noto circolo intellettuale Bloomsbury Group; nel 1912 sposò lo scrittore ed editore Leonard Woolf con cui fondò la casa editrice Hogwarth Press. Nel 1940, in seguito all’intensificarsi delle sue crisi depressive Virginia si tolse la vita lasciandosi annegare nel fiume Ouse nel Sussex.

La trama di Orlando di Virginia Woolf

Il romanzo ha inizio con le vicende del giovane Orlando, nel sedicesimo secolo presso la corte della regina Elisabetta I. Anche dopo la morte della sovrana, Orlando resterà alla corte del suo successore Giacomo I. Proprio negli anni a corte Orlando vivrà il breve amore con Sasha, figlia dell’ambasciatore russo che però ben presto lo abbandonerà. Tornato a casa Orlando cadrà in un sonno profondo che durerà sette giorni e dopo il quale il giovane accetterà di recarsi in Asia centrale. Qui Orlando svolgerà il ruolo di ambasciatore fino a quando non cadrà ulteriormente in un sonno di sette giorni, dopo i quali si risveglierà nel corpo di una donna. Nel primo periodo in cui Orlando vestirà abiti femminili trascorrerà un periodo con una comunità nomade. Proprio questa esperienza gli permetterà di riflettere su quanto le donne al suo interno godano di più libertà rispetto all’Inghilterra.

Ciononostante l’amore di Orlando per la poesia lo porterà a ritornare a Londra, dove condurrà la sua vita tra la casa natia e l’alta società londinese. Indossare abiti femminili però si rivelerà molto complicato per Orlando: questi infatti gli permetteranno di comprendere quanto limitate siano le libertà femminili. Orlando dovrà imparare a fare i conti con lo spirito del suo tempo e questo implicherà anche convolare a nozze: sposerà infatti l’avventuriero Lord Bonthrop Shelmerdine. Il romanzo si conclude nel 1928: Orlando è ormai una scrittrice di successo grazie all’opera che ha composto per tutta la sua vita, “The Oak Tree”.

Come nasce l’Orlando di Woolf

Pubblicato dopo il capolavoro La signora Dalloway, inizialmente tra le intenzioni di Virginia Woolf c’era quella di dedicarsi a un’opera certamente più leggera. Il termine usato per descrivere inizialmente il romanzo su infatti divertissement. Non stupisce infatti che insieme a Flush, vita di un cane Orlando fu tra i pochi romanzi inglesi la cui circolazione non fu proibita in Italia dal regime fascista. Ciononostante, l‘ Orlando di Virginia Woolf però si rivela ben presto un’opera estremamente complessa. Dietro l’apparente semplicità e leggerezza della trama in realtà si nascondeva infatti uno dei romanzi più acuti della scrittrice.

La genesi dell’opera possiamo ricondurla all’incontro e successivamente alla relazione tra Virginia Woolf e la poetessa Vita Sackville-West che avvenne alla fine degli anni venti. E’ proprio a Vita che Woolf si ispira nel creare il personaggio di Orlando, le cui origini aristocratiche e la sessualità fluida ricordano esattamente quelle della poetessa.

Vita Sackville-West
Vita Sackville-West

Orlando e la dedica di Virginia

Virginia Woolf incontra Vita Sackville-West quando ha ormai quaranta anni. E’ il 1922 e sebbene l’autrice sia sposata con Leonard Woolf dal 1912, l’incontro con Vita segnerà un significativo punto di svolta nella sua vita. Con lei Virginia vivrà un amore passionale, intenso, tormentato. Se Virginia la amerà in maniera esclusiva e totale (nonostante il matrimonio con Leonard), Vita vivrà nel corso della sua vita anche altre relazioni con altre donne che causeranno sofferenza a Virginia, la cui salute mentale risentirà fino alla fine del disturbo bipolare. Nonostante la sofferenza, Virginia dedicherà -o meglio si ispirerà- a Vita per la creazione di Orlando che ad oggi resta, per la critica, una delle più belle storie d’amore della letteratura.

Leggendo il romanzo è inevitabile notare quanti parallelismi ci siano tra Virginia, Vita e Orlando.
Come abbiamo già visto, anche Vita proprio come Orlando apparteneva a una famiglia aristocratica. Volendo evidenziare altri punti in comune, anche Orlando come Vita e la stessa Virginia ha dedicato la sua vita alla poesia e alla letteratura. Certamente la rivendicazione di una sessualità fluida, aspetto comune in tutte e  tre le figure, rappresenta l’elemento che ha contribuito a rendere il romanzo una delle opere più influenti nell’ambito dei gender studies.

Orlando: biografia o romanzo?

Tra gli elementi di Orlando che più hanno interessato la critica certamente c’è la questione relativa a quale genere letterario l’opera appartenesse. Il titolo completo dell’opera è Orlando: Una Biografia. L’opera infatti segue le vicende di Orlando concentrandosi sugli avvenimenti più significativi della sua vita. Lo stile e la struttura però certamente sottolineano la qualità romanzesca del lavoro. Nelle intenzioni, non così tanto velate, di Virginia Woolf c’era quella di dimostrare quanto la convinzione vittoriana di poter produrre delle biografie oggettive e che non consideravano l’interiorità del soggetto fosse infondata. Per Woolf Orlando è un romanzo cannibale proprio perchè assolve tutte le funzioni degli altri generi letterari. Solo il romanzo, in un’epoca così complessa come quella del primo dopo guerra, può catturare la complessità della vita. Una biografia che non tenga conto della psicologia del suo protagonista per Woolf non può esistere.

Orlando e il contesto storico

Quando pensiamo alle più importanti voci del Novecento, certamente non possiamo non tenere in considerazione il ruolo che l’esperienza della Grande Guerra ha avuto nella creazione di opere che prima di allora sarebbero state senza dubbio considerate scandalose. In questo senso Orlando di Virginia Woolf non fa eccezione!

La necessità di sperimentare nuovi generi e nuove tematiche che potessero rendere a pieno la complessità dell’esperienza soggettiva all’indomani del primo conflitto mondiale era impellente. Proprio questo ha portato la scrittrice a dedicare gran parte della sua produzione letteraria all’esplorazione di temi molto cari anche ai suoi contemporanei, ponendo però l’accento su due questioni fondamentali: la questione di genere, la sessualità e le istanze femministe del suo tempo. In questo senso, infatti, Orlando di Virginia Woolf è tra le opere più interessanti mai prodotte e come già sottolineato una performance di genere.

Temi di Orlando

Se le rivendicazioni femministe sono un tema ampiamente esplorato da Virginia Woolf anche in altre opere come Le Tre Ghinee (1938) e Una stanza tutta per sé (1929), è in Orlando che Woolf approfondisce il tema dell’identità di genere. Sin dall’inizio Orlando è descritto come una figura dalla bellezza androgina: guance rosse, spalle solide e gambe sinuose. Orlando, ci dice il narratore, è un ragazzo. Ciononostante la sua bellezza è innegabilmente femminile.
Per grand parte del romanzo Orlando vestirà abiti maschili. Saranno proprio questi a permettergli di vivere le più disparate avventure, di avere diversi amanti, di vivere liberamente. Al contrario, indossare abiti femminili comporterà inevitabili cambiamenti nella sua vita e Orlando dovrà accettare le limitazioni di questa nuova condizione.

Il romanzo è interamente costruito su questa opposizione tra maschile e femminile. Orlando non è certamente il primo personaggio creato dalla penna di Woolf ad incarnare questa tensione. In particolar modo, l’intento di Woolf, e che ritroviamo anche in La Signora Dalloway, è quello di mostrare come in noi risiedano due forze: quella maschile e quella femminile. Septimus Smith e Clarissa Dalloway sono infatti due figure il cui tormento interiore è in parte dovuto all’impossibilità di conciliare questi due aspetti. Per essere completamente felici, dice la scrittrice, bisogna accettare e conciliare entrambe. Il romanzo mostra quanto sottile sia la linea tra il maschile e il femminile e solo scardinando il binarismo di genere potremo vivere appieno le nostre vite.

“In each of us two powers preside, one male, one female… The androgynous mind is resonant and porous… naturally creative, incandescent and undivided.”

Fonti:

Wikipedia – Orlando (romanzo)
Christy L. Burns, Re-dressing Feminist Identities: Tensions Between Essential and Constructed Selves in Virginia Wool’s Orlando, 1994
Sara Sullam, La Performance del Genere: Orlando di Virginia Woolf, 2016 Scritture del corpo – Atti del XVIII Convegno Internazionale della MOD 22-24 giugno 2016
Peter Childs, Modernism (The New Critical Idiom), 2000

Roberta Natalia Macari