L’attimo fuggente: analisi del film con Robin Williams

Alcune pellicole sono destinate a lasciare un segno indelebile nel cuore dello spettatore. L’attimo fuggente (Dead Poets Society) invita alla riflessione sul tema legato alla fuggevolezza dell’esistenza, sfuggente per via della stessa condizione umana. Inizialmente il regista Peter Weir prese in considerazione Tom Hanks nel ruolo del protagonista, ma questi declinò la parte in quanto già impegnato in altri progetti artistici. La scelta definitiva cadde dunque su Robin Williams. Il nativo di Chicago dimostra così di possedere le doti recitative richieste per indossare i panni del carismatico professore di letteratura John Keating.

Il film presenta durata superiore alle due ore e vanta nel proprio cast la presenza di numerosi giovani attori di belle speranze vestiti in abiti collegiali. Tra i vari nomi spiccano quelli di Ethan Hawke e Robert Sean Leonard (il celebre oncologo James Wilson in Doctor House). Le riprese si svolgono in un arco temporale di tre mesi e vengono eseguite presso la St. Andrew’s School di Middletown.

Weir decide di girare le scene rispettando l’ordine cronologico degli eventi al fine di rispecchiare fedelmente il crescente legame che va accrescendosi tra professore e studenti. L’attimo fuggente compare nelle sale americane ad inizio giugno 1989, riscuotendo inatteso successo di critica e pubblico. Nel medesimo anno in Italia raggiunge la seconda posizione annuale negli incassi, dietro solo a Indiana Jones e l’ultima crociata. L’anno successivo il film consegue l’oscar per la migliore sceneggiatura originale, consegnata nelle mani di Tom Schulman.

John Keating, il professore che invita a cogliere l’attimo fuggente

L'attimo fuggente

Carpe diem! Cogli la rosa quando è il momento, che il tempo, lo sai, vola e lo stesso fiore che sboccia oggi, domani appassirà

1959, John Keating (Robin Williams), eccentrico e giovane docente di letteratura, si trasferisce nel rinomato collegio maschile Welton. Il suo approccio alla materia si contraddistingue immediatamente rispetto agli ordinari canoni accademici. Keating si mostra agli antipodi rispetto al rigido stereotipo dell’insegnante collegiale, storicamente abbottonato e legato alla forma. Egli è colto ed esigente verso gli studenti, ma non nega mai libertà di pensiero e di azione rendendosi disponibile a venire incontro alle loro esigenze.

La sua metodologia didattica verte sul dialogo, gli alunni divengono così parte integrante attiva della lezione. Attraverso la lettura della poesia li invita a cogliere L’attimo fuggente“, ovvero a non lasciarsi scappare via di mano le occasioni che il destino pone dinanzi a ciascuno. Il carismatico professore di letteratura dispensa insegnamenti di vita oltre che di prosa poetica, catturando da subito l’attenzione dei giovani discenti, i quali grazie a lui imparano ad affrontare le rispettive paure adolescenziali. Keating insegna soprattutto il saper guardare le cose attraverso un’altra prospettiva, poiché anche ciò che appare banale assume nuova luce se osservato da diversa angolazione.

Dead Poets Society

I ragazzi rifondano la setta dei poeti estinti (Dead Poets Society da cui il titolo originale del film), una sorta di circolo letterario clandestino dedito ad una rivisitazione anticonformista della poesia, del quale un tempo ne era parte lo stesso Keating. Ciascun membro non si limita alla mera lettura di vecchi testi, ma ne compone di suo pugno, servendosi della poesia per “succhiare il midollo della vita”. La poesia dunque come inno all’essenza della vita, mezzo attraverso il quale innalzare l’umano spirito e raggiungere i propri sogni.

Durante uno spettacolo teatrale il timido studente Neil Perry (Robert Sean Leonard), mostra di possedere uno straordinario talento recitativo. Questi viene incentivato a coltivare la sua passione teatrale dall’insegnante e dai compagni di classe, ma non dal padre autoritario, che gli vieta categoricamente di intraprendere la carriera d’attore. Il giovane, disperato e succube della volontà paterna, si toglie la vita sparandosi un colpo di pistola.

Oh capitano! Mio capitano!

L’istituto incolpa il docente di letteratura per avere indotto Perry a disobbedire al proprio genitore, ritenendolo indirettamente responsabile per il suicidio compiuto dal ragazzo. John Keating viene allontanato dalla cattedra. Mentre raccoglie i suoi oggetti personali dall’aula gli studenti rendono a lui tributo alzandosi in piedi uno ad uno sopra le rispettive sedie e ripetendo la celebre frase dedicata ad Abramo Lincoln. L’insegnante ringrazia commosso prima di abbandonare la classe.

La poesia come mezzo per il superamento delle paure ed inno alla vita

Tu sei qui, la vita esiste, il potente spettacolo continua e tu puoi contribuirvi con un verso

L’attimo fuggente, così come accaduto anni prima col personaggio di Indiana Jones, ha contribuito a conferire visibilità cinematografica al ruolo dell’accademico. Il professor Keating è un uomo acculturato dedito allo studio della materia letteraria, non per questo però lo si potrebbe definire un tipo sedentario o passivo. Pretende dai propri studenti che essi non si limitino ad imparare dai libri di testo, piuttosto desidera trasmettere loro il fuoco della passione. Ed il mezzo ideale per ottenere un tale risultato è rappresentato dalla poesia, in ogni sua singola forma metrica. Il protagonista intende così dimostrare come la poesia alberghi nell’animo di ciascuno rendendo possibile estrapolare le emozioni più sopite ed esprimere a pieno i rispettivi sentimenti verso le persone amate.

Keating è straordinariamente carismatico, instaura con gli alunni un rapporto inter pares, quasi fraterno. Il cliché del docente che osserva i giovani volti degli studenti dall’alto verso il basso con spocchioso atteggiamento di superiorità viene scardinato. Il protagonista non vuole limitarsi ad essere un comune insegnante di letteratura, bensì un motivatore che sappia invogliare alla vita. Suo scopo principale non risiede nell’attenersi alla lezione del giorno, ma all’insegnamento di come affrontare le difficoltà dell’esistenza umana, compreso ovviamente il superamento delle paure adolescenziali.

Pare quasi di osservare Robin Williams svestire i panni del personaggio per rivolgere ai giovani il suo messaggio di amore e speranza. L’attimo fuggente invita chiunque a credere nella realizzazione dei propri sogni senza temere di fallire. Il film è anche un inno alla vita per tutti coloro che si sentono incatenati dalle varie costrizioni sociali. Keating si serve della poesia perché essa è libera e personale, invogliando così gli alunni a conoscere meglio loro stessi e le proprie aspirazioni di vita.

I mille volti di un uomo unico

L'attimo fuggente

Non importa quello che la gente ti dice, idee e parole possono veramente cambiare il mondo

L’aggettivo “unico” appare spesso inflazionato quando ci si riferisce ad un grande attore o personaggio pubblico in generale, soprattutto se appartenente al passato più o meno recente. Non nel caso di Robin McLaurin Williams, interprete versatile e dal talento sconfinato capace di rendere intriganti ed innovativi anche i soggetti apparentemente più banali. Impossibile definire il genio creativo di Williams in poche righe, avendo questi spaziato in più settori dello spettacolo. Oltre ad essere stato attore dalla riconosciuta fama, vanta esperienze anche in qualità di comico, doppiatore e produttore cinematografico. Williams era ritenuto principalmente un comico-showman, perfetto a ricoprire ruoli da caratterista o nella interpretazione di pittoreschi protagonisti di serie televisive per famiglie.

L’attimo fuggente segna la fine di una lunga gavetta e la svolta della sua carriera cinematografica. Egli dimostra così di sapere interpretare anche personaggi più seriosi. Dopo svariate nomination, il 1998 si rivela l’anno giusto per la conquista della ambita statuetta dorata. Robin William si aggiudica infatti l’oscar come miglior attore non protagonista grazie alla sua recitazione al fianco di Matt Damon in Will Hunting – Genio ribelle. La naturale versatilità gli consente di svariare da un genere all’altro, ma è nella commedia che riesce a dare il meglio di sé. Memorabili le sue interpretazioni in opere quali Mrs. Doubtfire, Hook e Bicentennial Man. Williams non ha mai nascosto la sua sana passione per il ciclismo, che lo ha portato a sfoggiare una collezione privata di ottansette biciclette.

Ad una carriera costellata di successi, seguono anni assai difficili. All’attore viene diagnostica una grave malattia neurodegenerativa dal nome demenza da corpi di Lewy. A seguito della diagnosi cade in una spirale depressiva che lo conduce, dopo un lungo periodo di cure, a compiere l’efferato gesto che pone anticipatamente fine alla sua esistenza. Il mattino dell’ 11 agosto 2014 viene a mancare uno tra i talenti più versatili che abbia mai calcato la scena dello spettacolo: Robin Williams, un uomo geniale che ha saputo cogliere l’attimo fuggente spingendosi Al di là dei sogni.

Davide Gallo