Il sentimento dell’amore nel mondo dell’Arte

Sentimento caloroso, passione sfrenata, misticanza di emozioni, tutti sinonimi di un termine unificatorio, Amore.

Publio Virgilio Marone nelle sue Bucoliche ebbe a dire “Omnia vincit amor et nos cedamus amori” (lett. “L’amore vince tutto, anche noi cediamo all’amore”)”. Impossibile fermarsi dinanzi ad una forza così dirompente, imprevedibile e travolgente che spesso disarma chiunque entri nel suo vorticoso concretismo. La sensazione più piacevole che tutti vorrebbero provare e che si determina con piccoli gesti, un sorriso, un abbraccio, una carezza o un bacio, ogni uno di questi pieni di un proprio significato intrinseco. La tradizione artistica dalla notte dei tempi racconta questo sentimento, sotto varie forme e con un numero impensabile di opere d’arte. Certamente si è portati tendenzialmente a pensare l’amore unicamente come una passione tra due innamorati, ma non è sempre così, esistendo anche il binomio madre figlio. Il sentimento dell’amore attraversa secoli e secoli di produzioni artistiche, dal Medioevo al Rinascimento fino ai giorni nostri con l’Arte moderna e la Pop Art.

Alcuni esempi nello specifico:

Amore e Psiche

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Il soggetto Neoclassico di genere scultoreo di Antonio Canova, Amore e Psiche (1787-1793). In questo caso si può assistere ad un momento essenziale dell’incontro tra due innamorati, l’attimo che precede l’incontro delle labbra. I secondi più suggestivi che generano l’incandescente fuoco dell’amore, mediante una estatica contemplazione vicendevole tra i due soggetti. Sembra quasi di assistere ad uno scatto fotografico, un fermo immagine che interrompe tutto e si concentra unicamente sui due innamorati, avvinghiati in un sentimentale abbraccio, che costringe Psiche ad assumere una posa inerpicata e torsionale. La forma delle braccia di Psiche rimanda ad un cuore che come una cornice sembra inquadrare i volti dei due personaggi. L’opera è stata scolpita per permetterne una visione a tutto tondo ma certamente il concetto dell’amore è determinato soprattutto da una visione frontale.

L’Edera

L'edera

L’ottocentesca espressione pittorica della Scapigliatura di Tranquillo Cremona con L’Edera (1878). Un simbolo determinante di questo dipinto è la pianta rampicante sulla destra, l’edera eponima. I protagonisti della narrazione pittorica apparentemente sembrano essere una coppia di giovani ragazzi , all’interno di una scenografia rupestre. Questa potrebbe essere una analisi sommaria considerando il fatto che tale teoria è stata spesso smentita, ritenendo molto più realisticamente trattarsi di un incontro tra due donne. Un tema irriverente per l’epoca in cui è stata realizzata l’opera ma espressione pura di una volontà di ribellione tipica dei rappresentanti della Scapigliatura. La giovane fanciulla vista in una poszione frontale sembra quasi rifiutare l’abbraccio, cercando di districarsi tra le braccia della seconda donna in una posa opposta ma con lo sguardo completamente perso nel volto della sua amata. Questa scena, provocatoria e prevaricante, sarà un simbolo anticipatorio anche di molta tradizione letteraria dei tempi futuri.

L’abbraccio

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L’ultimo avvicinamento corporeo tra due amanti  somiglia più ad un saluto che ad una dimostrazione affettiva. L’abbraccio di Egon Schiele (1917), una scena che già dalla cromia delle tinte esprime un sentimento malinconico e spiacevole. I due amanti, nudi su un lenzuolo, sono l’uno stretto all’altra e questo è evidente dalla tensione dei muscoli che rendono l’abbraccio più serrato e concreto. Un amore terminato, forse per una causa esterna, teminato con un ultimo incontro appassionato per suggellare un sentimento che rimarrà tale per lungo tempo. I due innamotrati reduci sembrano sussurrarsi vicendevolmente facendo parlare invece il silenzio della stanza, le pennellate sono cariche ma allo stesso tempo tremolanti ed emozionate, come si può evincere dalle linee di contorno dei due personaggi. In questa opera il sentimento dell’amore non prevale, nemmeno la passione ha un ruolo da protagonista, quantomeno l’indifferenza, si tratta unicamente di un momento di estrema solitudine consolatoria.

Heart

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Espressione moderna quanto contemporanea, Heart di Keith Haring. Due uomini nitidi, privi di qualsiasi colori ma netti nelle loro forme che non permettono di definire realmente la loro sessualità. Certamente non si nasconde l’apertura dello stesso writer americano, anche egli fiero della sua omosessualità che rende parte integrante delle sue opere. I due personaggi indefiniti danzano sulle note dell’amore simboleggiato dal cuore gigante alle loro spalle, pulsante. Virgolettature di cornice accentuano tutti i movimenti conferendo le sembianze di danzatori alle due figure. Il gesto dei due corpi sembra essere dettato da uno sforzo, lo sforzo di vivere in una società, all’epoca, non del tutto predisposta ad accettare l’omosessualità. Ma esprime anche l’energia e la forza che due innamorati possiedono e sfruttano per affrontare la vita quotidiana.

Vincenzo Morrone