Veleni&Verità , frutto della terza collaborazione tra Giulia Fera e Francesco Testa, si presenta fin da subito come un romanzo dalla forte connotazione psicologica in cui l’attenzione per tematiche sociali, quali l’immigrazione, si intreccia a doppio filo con l’analisi delle complesse dinamiche di accettazione e rifiuto insite nei rapporti interpersonali.

La difficoltà di comprendere l’altro e di giungere ad una sua reale accettazione costituisce il tema centrale dell’opera, coniugato in modo differente in ciascuno dei personaggi che ne affollano le pagine.
Attraversandone i punti di vista, lo sguardo degli autori si innalza fino ad abbracciare culture e modi di vivere nettamente differenti tra loro auspicandone l’incontro, senza dimenticare però di sottolinearne le storture. Pratiche lesive di libertà e dignità individuali, come l’infibulazione, e crimini orribili, come il traffico d’organi, vengono infatti duramente condannati e ricondotti alla loro comune causa: l’incapacità di comprendere l’altro e vederlo come proprio pari.
I personaggi di Veleni&VeritÃ
Il romanzo, edito da Graus Editore, è suddiviso in ventitré snelli capitoli, ciascuno dedicato all’analisi delle vicende di un determinato personaggio o ad una riflessione, sviluppata prevalentemente attraverso la forma del dialogo, su una particolare tematica.
Centrale ed emblematica è la figura di Abeba, donna africana giunta a Punta Pezzo, borgo calabro in cui Veleni&Verità è ambientato, anni prima delle vicende narrate e divenuta un punto di riferimento per la comunità locale. Abeba rappresenta, con la sua costante opera di consiglio e conforto nei confronti di chiunque ne abbia bisogno, la realizzazione concreta di quel’ideale di comprensione e integrazione che è alla base del romanzo.

È lei infatti a guidare gli altri personaggi nelle loro riflessioni interiori e nel loro percorso di avvicinamento reciproco, analizzando le cause dei loro contrasti e dispensando valide lezioni di vita. Ad Abeba si rivolgerà ad esempio Greta, giovane ricercatrice in crisi a causa della travagliata relazione con Tommaso, uomo sposato e molto più grande di lei, di cui, grazie ai consigli dell’anziana donna, inizierà finalmente a capire le reali motivazioni celate in atti apparentemente ostili.
Le indicazioni fornite da Abeba brillano di concretezza e praticità , riuscendo a sviscerare temi difficili che spaziano dalla dipendenza affettiva, all’amore, ai giochi di potere che attraversano le vite dei singoli e delle comunità . Ed è proprio al volto marcio del potere che si ricollegano le storie di altri personaggi quali l’infermiera Wekesa, costretta ad affrontare l’improvvisa sparizione di uno dei suoi figli gemelli, e la mediatrice culturale Ahmed, vittima, da bambina, di mutilazioni genitali. La riflessione su tematiche attuali e scottanti è dunque totale e permea di sé i singoli protagonisti, rendendoli verosimili nel loro bagaglio di dubbi e sofferenze e nella loro costante ricerca di risposte e spiegazioni.
Oltre il dialogo
Nonostante sia la profondità dei dialoghi a costituire il maggior punto di forza di Veleni&Verità ,

il libro offre anche alcune descrizioni che, nel loro crudo realismo o nella loro delicatezza, riescono a coinvolgere emotivamente il lettore. Destinate a restare particolarmente impresse nella memoria sono la narrazione degli ultimi sbarchi a Punta Pezzo, che apre il romanzo, e la lunga riflessione di Spartaco, personaggio misterioso e dal passato difficile, sulla pesca, vista quasi come una metafora dell’esistenza. Di quest’ultima riportiamo di seguito un breve ma emblematico estratto:
“E quell’esercizio dello stare solo doveva modificare la sua percezione del mondo. La pesca doveva modificare la sua percezione limitata per trascendere i limiti e le possibilità naturali dell’essere umano. Un ritorno ai primordi della vita, alla semplicità , per comprendere ed espiare gli errori commessi. Nella pratica solitaria della pesca trovava la luce del mondo, fuori da orgoglio, arroganza o autoinganno”.
La pesca è quindi vista come uno dei mezzi attraverso cui l’uomo può giungere ad una più completa comprensione di sé, prerequisito indispensabile per una reale e sentita accettazione dell’altro. Orgoglio, arroganza e autoinganno infatti, ponendo l’io su un piano di superiorità , impediscono di cogliere la sostanza autenticamente umana dell’altro.
È proprio contro queste emozioni negative dunque che Veleni&Verità si batte cercando di generare nel lettore lo stesso sommovimento interiore prodotto in Spartaco dalla pesca nella speranza di aiutarlo ad avviare un fondamentale processo di crescita.
Alessandro Ruffo