OuLiPo e la potenza degli alfabeti in Italo Calvino

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Raymond Queneau

Oulipo è l’acronimo di Ouvroir de Littérature Potentielle, ovvero “officina di letteratura potenziale”, un polo d’attrazione per matematici e poeti, o soprattutto per quegli scrittori che credevano che la matematica avesse le potenzialità di organizzare strutture rigorose.

La passione per il calcolo combinatorio, per la permutazione rende riconoscibilissimi i componimenti dei membri dell’Oulipo. Contrariamente a un parere diffuso per il quale la libertà di spaziare sia nei contenuti che nelle forme sia il presupposto essenziale per l’agire poetico, questi scrittori dimostrano che schemi e rigide codificazioni strutturali siano maggiormente in grado di stimolare la fantasia creatrice del poeta. Scrisse un suo membro autorevole, Rymond Queneau, che “un classico che scrive la sua tragedia osservando un certo numero di regole che conosce è più libero di un poeta che scrive quel che gli passa per la testa ed è schiavo di altre regole che ignora“.

Adiacente allo scopo finale degli scrittori dell’Oulipo c’è anche quello di avvicinare “le due culture”, ossia di eliminare il divario persistente tra sapere scientifico e umanistico. La scrittura dell’Oulipo convoglia in una lode allo straordinario potere dell’alfabeto, della scrittura e quindi, della struttura più recondita del linguaggio di riprodurre la totalità del reale. Come un numero quasi infinito di atomi nella loro collisione determinano la consistenza ontologica del reale, dall’infinitamente piccolo al cosmo, così l’alfabeto (che, come diceva Galilei, è la più grande invenzione del genere umano) è in grado di creare un numero altrettanto grande di permutazioni, di combinazioni di lettere, parole e frasi e di qui riprodurre il reale.

Oulipo: i protagonisti

Oulipo di lì in poi designò questo gruppo di scrittori fondato nel 1960 da uno scrittore e un matematico: Raymond Queneau e il matematico Francois Le Lionnais.

Queneau (autore in cui il tema scientifico è sempre presente, basti pensare alla Piccola cosmologia portatile: un De rerum natura dei nostri tempi) nell’ambito dell’Oulipo scrisse Esercizi di stile. In quest’opera una trama alquanto banale viene ripetuta in novantanove varianti diverse e tra le varianti senza dubbio ci sono quelle enigmistiche: anagramma (ottenuto dalla permutazione delle lettere fino al riscontro di una nuova frase di senso compiuto); apocope (realizzato tramite il troncamento di una sillaba); aferesi (caduta di una sillaba); lipogramma (esclusione di una lettera: per esempio narrare una storia senza mai usare la lettera “g”).

Altro autore fondamentale per la storia dell’Oulipo è Georges Perec. Nel 1978 scrisse l’ “iper-romanzo” La vita, istruzioni per l’uso, un libro composto da novantanove capitoli ambientati in altrettanto novantanove stanze di una casa composta da 100 stanze in cui ogni passaggio da una stanza all’altra si ha mediante la mossa “a L” del cavallo negli scacchi. Il protagonista è Bartlebooth (il cui nome è un mix tra due personaggi letterari: Barnabooth di Valery Larbaud e Bartleby di Herman Melville) decide che “di fronte all’inestricabile incoerenza del mondo […] di organizzare tutta la sua vita intorno a un progetto unico la cui necessità arbitraria non avrebbe avuto uno scopo diverso da sé”; Il progetto è alquanto folle ma tuttavia riesce pienamente salvo morire davanti al traguardo che per una vita intera è stato inseguito.

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Italo Calvino

Altri autori degni di nota che hanno assoaciato il loro nome all’Oulipo sono sicuramente Caradec, lo scacchista Duchamp, il poeta e matematico Roubad e l’autore italiano Italo Calvino.

 L’esperienza all’Oulipo di Italo Calvino

L’esperienza all’Oulipo di Italo Calvino è imprescindibile per una sana comprensione della portata della poetica di Calvino, soprattutto nell’ultima parte della sua vita. La geometricità strutturale dei suoi lavori maggiori: Le città invisibili, Palomar, Se una notte d’inverno un viaggiatore. L’opera di Calvino è forse stata questa nella sua essenza ultima: opporre all’entropia cosmica un ordine geometrico razionalizzabile e governabile.
Abbiamo tuttavia anche alcune produzioni letterarie strettamente legate all’Oulipo: il racconto L’incendio della casa abominevole e Il piccolo sillabario illustrato. Nella prima Calvino costruisce dodici situazioni con quattro personaggi; nella seconda l’imposizione di conclusioni che riproducono le sillabe formabili con il sostengo di una consonante. Per Esempio dovendo costruire un racconto che finisse con NA NE NI NO NU Calvino scrive:

L’obiezione che veniva alla nomina di Pietro Nenni a ministro degli Esteri era che egli non godesse della simpatia degli ambienti diplomatici americani. I suoi sostenitori controbattevano questo argomento ricordando che poteva contare su molti amici alle nazioni unite: N’ha Nenni in ONU.

La frase “N’ha Nenni in Onu” (per dire “Ne ha Nenni di amici nell’ONU“) è conclusione e inizio allo stesso modo di un racconto. Così gli autori dell’Oulipo vogliono dare straordinario potere alla macchina-creatrice di poesia come già Calvino aveva indicato nell’acutissimo saggio sulla fiaba intitolato Cibernetica e fantasmi.

Luca Di Lello