Daphne du Maurier: Vita, opere e stile dell’autrice

Scopri la vita, le opere e lo stile di Daphne du Maurier, autrice inglese nota soprattutto per i romanzi “Rebecca, la prima moglie” e “Mia cugina Rachele”.

Vita di Daphne du Maurier

Daphne du Maurier nacque il 13 maggio 1907 a Londra da Sir Gerald du Maurier, famoso attore e manager, e Muriel Beaumont, attrice. Il suo nonno paterno George du Maurier era fumettista della rivista “Punch” e il suo zio paterno Guy du Maurier era uno sceneggiatore, dunque Daphne proveniva da una famiglia di successo nel campo delle arti e molto creativa.

Daphne era la seconda di tre sorelle. Sua sorella maggiore Angela divenne un’attrice e successivamente anche scrittrice, e sua sorella minore Jeanne una pittrice. Per via della notorietà del padre, sin da bambina conobbe molti importanti attori di teatro.

L’autrice crebbe in un contesto privilegiato a Cannon Hall, Hampstead e nel 1920 la famiglia du Maurier acquistò anche una residenza estiva in Cornovaglia, che costituì un angolo di quiete in cui Daphne in seguito si rifugerà per concentrarsi sulla scrittura. Nel 1931 pubblicherà il suo primo romanzo “Spirito d’amore”.

Nel 1932 Daphne du Maurier sposò Frederick Browning, un luogotenente generale, da cui ebbe tre figli: Tessa (1933), Flavia (1937) e Christian (1940). La famiglia prese in affitto un maniero a Menabilly e du Maurier visse lì per circa venticinque anni scrivendo in tranquillità.

Daphne era già nota con il cognome du Maurier prima del matrimonio, dunque continuò a scrivere con esso, ma quando suo marito Frederick fu nominato cavaliere divenne nota anche come Lady Browning.

La sua personalità è stata descritta in maniera spesso contrastante, una persona solitaria che evitava il contatto con le persone ma anche una donna calorosa che accoglieva ben volentieri ospiti nella sua residenza e capace di grandi atti di gentilezza.

Dopo la morte di suo marito nel 1965, Daphne si trasferì a Kilmarth, a Par, Cornovaglia, dove continuò a scrivere e che divenne ambientazione di molte sue opere. Nel 1969 fu nominata Dama Comandante dell’Ordine dell’Impero Britannico ma non usò mai il titolo.

Daphne du Maurier morì il 19 aprile 1989 nella sua casa a Par e le sue ceneri furono sparse dalle scogliere nei pressi di Kilmarth e Menabilly, in Cornovaglia.

Stile di Daphne du Maurier

Daphne du Maurier è stata spesso considerata un’ “autrice romantica”, con suo disappunto. I suoi romanzi infatti non hanno quasi mai un lieto fine e sono ammantati da un’aura di mistero e paranormale che la avvicina molto più al sensation novel vittoriano e al gotico che alla narrativa romantica.

Inoltre la definizione di scrittrice di romanzi che l’accompagna è limitante in quanto esclude l’ampia produzione di racconti, molto più sperimentali, in cui du Maurier affronta un’ampia varietà di temi (come corruzione e sfruttamento all’interno della famiglia) e di personaggi (ibridi tra umani e animali, personaggi con disabilità, psicopatici).

Lo stesso Stephen King celebra la qualità e chiarezza della prosa di Daphne du Maurier, il suo sguardo severo e cupo sulla natura umana, la sua abilità narrativa e il suo talento che definisce prodigioso. Du Maurier aveva una capacità rara da trovare in un autore, quella di far percepire le ombre anche in una situazione apparentemente innocua.

Il tono è spesso diretto, da reportage, e contribuisce all’effetto straniante dei suoi racconti insieme ai finali, spesso irrisolti e lasciati a discrezione e interpretazione del lettore. La critica Kate Kellaway descrive du Maurier “padrona dell’irresoluzione calcolata”, l’autrice vuole che i suoi enigmi persistano e che la mente del lettore non trovi riposo. Per lei non è importante che la storia abbia un finale definito, vuole lasciar decidere al lettore stesso. Troviamo quest’atmosfera oscura soprattutto nei racconti brevi di du Maurier.

Le opere di du Maurier sono disseminate di personaggi negativi, deboli o spaventosi. I suoi personaggi femminili sono spesso donne non convenzionali per l’epoca, che escono fuori dal sentiero che è stato tracciato per loro. Sono donne spesso divise tra ciò che devono fare e ciò che desiderano e che sopravvivono adattandosi a un mondo fatto per gli uomini.

Soprattutto nei racconti brevi, du Maurier esamina da vicino il matrimonio e le dinamiche delle relazioni eterosessuali, presentandone le sfaccettature meno positive. I personaggi spesso ingannano, manipolano e usano le relazioni sentimentali per il proprio tornaconto personale e per esercitare controllo sull’altro. Dunque nonostante la sua fama di autrice di storie romantiche, le sue storie sono spesso anti-romantiche.

Le descrizioni dei luoghi sono dettagliate e realistiche, ma du Maurier riserva per la Cornovaglia la maggiore carica emotiva e l’amore per quei luoghi traspare dalle opere che l’autrice ambienta lì.

Spesso l’elemento macabro si fonde con una sottile ironia e un lucido sguardo sui comportamenti umani.

Opere di Daphne du Maurier

Rebecca, la prima moglie: Trama e analisi

Rebecca, la prima moglie” è uno dei romanzi più conosciuti e amati di Daphne du Maurier. Pubblicato nel 1938, è un romanzo gotico e un thriller psicologico ambientato in Cornovaglia ed è stato da subito un bestseller vendendo 2,8 milioni di copie tra il 1938 e il 1965.

La narratrice è una donna, il cui nome non viene rivelato, che a Monte Carlo conosce Maximilian de Winter, un vedovo facoltoso di cui si innamorerà e che sposerà dopo un breve corteggiamento. La moglie precedente di Maxim, Rebecca, era morta per annegamento in un tragico incidente in barca e la nuova Mrs. de Winter scopre ben presto che la memoria della defunta moglie aleggia ancora nella nuova dimora di Manderley.

La narratrice inizia a paragonarsi sempre più alla defunta moglie, sentendo di non poter competere con tanta grazia e bellezza e con l’amore che il marito aveva provato per la donna, anche a causa della governante Mrs Danvers, che non manca di sottolineare le differenze tra la nuova moglie e la precedente signora della casa.

Il confronto con la sua predecessora fa cadere la nuova moglie in una vera e propria ossessione e la convince che il marito sia ancora profondamente innamorato di Rebecca e si sia pentito di aver sposato lei.

D’un tratto viene ritrovata l’imbarcazione su cui Rebecca era morta con i resti della donna ancora a bordo, nonostante tempo prima Maxim abbia riconosciuto come appartenente alla defunta moglie un altro corpo rinvenuto sulla costa.

Maxim si trova così costretto a fare una confessione alla nuova moglie: Rebecca era in realtà manipolatrice e infedele e il loro matrimonio era una farsa. I coniugi avevano stretto un accordo per cui lei si sarebbe finta una moglie perfetta e lui le avrebbe permesso di vivere come voleva. La notte della sua morte, però, Rebecca aveva confessato al marito di essere incinta di uno dei suoi amanti e che avrebbe cresciuto il bambino come figlio di Maxim, e lui non avrebbe potuto far nulla a riguardo. Colto dall’ira, Maxim spara e uccide Rebecca e inscena la sua morte per annegamento affondando la barca di lei con a bordo il corpo.

La barca viene recuperata e si determina che sia stata affondata di proposito. Il verdetto del coroner è suicidio, ma si fa avanti Jack Favell, cugino e amante di Rebecca, a mostrare un biglietto che la donna gli aveva mandato la notte prima della sua morte che dimostrava che ella non avesse intenzione di suicidarsi. Jack accusa Maxim di aver ucciso la moglie, ma si scopre che Rebecca aveva visto un medico poco prima della sua morte. Il medico rivela che la donna era in realtà affetta da cancro e impossibilitata ad avere figli, fatto che viene identificato come un movente per il suicidio e Maxim viene scagionato.

Infine la governante Mrs Danvers scompare improvvisamente da Manderley e al loro ritorno a casa i coniugi vedono in lontananza un bagliore: la dimora è divorata dalle fiamme.

“Rebecca, la prima moglie” è un romanzo sulla gelosia infuso di grande introspezione psicologica, in cui molti lettori si sono ritrovati e in cui risuonano echi di “Jane Eyre” di Charlotte Brontë, autrice che du Maurier amava. Il romanzo è stato probabilmente ispirato dalla personale esperienza di Daphne du Maurier, il cui marito era stato precedentemente fidanzato con l’affascinante Jan Ricardo.

Mia cugina Rachele, trama e analisi

Mia cugina Rachele” è anch’esso un romanzo gotico, pubblicato nel 1951. Daphne du Maurier è stata ispirata nello scriverlo da un quadro, il ritratto di Rachel Carew a Antony House in Cornovaglia.

Ambrose Ashley, proprietario di un’ampia tenuta di campagna in Cornovaglia, è il tutore del suo giovane cugino Philip, orfano di genitori. Ambrose ha un’avversione verso le donne e rifiuta di sposarsi, per cui Philip cresce totalmente privo di presenze femminili.

Ambrose soffre di varie problematiche di salute che lo portano a passare l’inverno in paesi caldi, per cui parte alla volta dell’Italia lasciando il cugino Philip a gestire la proprietà. Ambrose mantiene una corrispondenza epistolare con il cugino aggiornandolo sui suoi viaggi, e in una lettera gli scrive di aver incontrato a Firenze una loro cugina, Rachel. La donna è vedova di un conte e ben presto Ambrose annuncia che i due sono fidanzati, per cui non prevede di tornare presto in Cornovaglia.

Le lettere ricevute da Philip diventano sempre più preoccupanti. Ambrose si lamenta di tutto e mostra un crescente malessere. Philip si mette dunque in viaggio per l’Italia e giunto a Firenze scopre che Ambrose è morto e Rachele ha lasciato la città. Philip, infuriato, torna in Cornovaglia incolpando tra sé e sé la cugina per la morte del caro Ambrose.

Al suo ritorno scopre che la causa della morte di Ambrose era un tumore cerebrale e che il cugino non aveva mai cambiato il suo testamento in favore di Rachele, per cui Philip è ancora l’erede della tenuta e ne entrerà in possesso al compimento dei venticinque anni.

Rachele arriva in Cornovaglia e Philip si propone di accoglierla con la massima freddezza e di avere un confronto con lei riguardo le circostanze sospette della morte del cugino. L’inesperto Philip resta però ammaliato da Rachele, e gradualmente si innamora di lei.

Philip scopre una lettera in cui Ambrose manifestava il sospetto che Rachele lo stesse avvelenando e gli chiede di raggiungerlo in Italia, ma Rachel recupererà ancora una volta la sua fiducia.

Non appena compie 25 anni, Philip fa redigere un documento in cui dona la tenuta a Rachele, oltre a offrirle i gioielli di famiglia e qualsiasi cosa lei desideri. Lei risponde di desiderare lui e lo porta a letto. Philip crede che quest’atto suggelli la loro unione e porti a un futuro matrimonio, ma per Rachele era solo un modo per ringraziarlo e non è interessata a sposarlo.

Philip è molto deluso dal rifiuto e inizia gradualmente ad ammalarsi. Il giovane inizia a sospettare che Rachele lo stia avvelenando e che abbia fatto lo stesso con Ambrose al fine di appropriarsi dei suoi beni. Inizia a cercare prove della sua colpevolezza ma non ne trova, e nel frattempo Rachele cade su un ponte del cui pericolo Philip non l’aveva avvertita, e morirà tra le sue braccia.

In “Mia cugina Rachele” le dinamiche di potere che tradizionalmente intercorrono nelle relazioni eterosessuali vengono ribaltate. La donna occupa la posizione di potere ed esercita il suo controllo sull’uomo, inesperto e più giovane di lei. Il potere potenzialmente letale della sessualità femminile genera paura nell’uomo, la paura di qualcosa di sconosciuto e pericoloso.

Daphne du Maurier è maestra nel creare un’atmosfera di tensione e ambiguità nelle sue opere. Il finale è aperto all’interpretazione e il lettore è portato a credere prima a una versione poi all’altra, e a dubitare nella capacità di Philip di comprendere cosa stia accadendo. Non sarà mai realmente chiaro se Rachele sia colpevole di avvelenamento oppure no.

Tutte le opere di Daphne du Maurier: Romanzi

Jamaica Inn Entrance to the Smugglers Bar at Jamaica Inn
Source: https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/5/59/Jamaica_Inn_-_geograph.org.uk_-_308879.jpg
Attribution: Trish Steel, CC BY-SA 2.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/2.0>, via Wikimedia Commons
  • The Loving Spirit, 1931 (Spirito d’amore)
  • I’ll Never Be Young Again, 1932 (Non sarò più giovane)
  • The Progress of Julius, 1933, poi ripubblicato come “Julius” (Progresso di Julius)
  • Jamaica Inn, 1936 (Taverna alla Giamaica)
  • Rebecca, 1938 (Rebecca, la prima moglie)
  • Frenchman’s Creek (1941) (La baia del francese)
  • Hungry Hill, 1943 (La collina della fame)
  • The King’s General, 1946 (Il generale del re)
  • The Parasites, 1949 (I parassiti)
  • My Cousin Rachel, 1951 (Mia cugina Rachele)
  • Mary Anne, 1954 (Sua bellezza Mary Anne)
  • The Scapegoat, 1957 (Il capro espiatorio)
  • Castle Dor, 1961, scritto con Sir Arthur Quiller-Couch
  • The Glass-Blowers, 1963 (Il calice di Vandea)
  • The Flight of the Falcon, 1965 (Il volo del Falcone)
  • The House on the Strand, 1969 (La casa sull’estuario)
  • Rule Britannia, 1972 (Un bel mattino)

Racconti brevi

  • Happy Christmas, 1940

Raccolte di racconti

  • The Apple Tree, 1952; pubblicato negli Stati Uniti con il titolo “Kiss Me Again, Stranger”, 1953, con due racconti in più; ripubblicato nel 1963 come “The Birds and Other Stories”
  • Early Stories, 1959 (racconti scritti tra il 1927 e il 1930)
  • The Breaking Point, 1959 (Il punto di rottura)
  • Not After Midnight, 1971; pubblicato negli Stati Uniti e successivamente anche nel Regno Unito come “Don’t Look Now” (Non dopo mezzanotte e altri racconti)
  • The Rendezvous and Other Stories, 1980 (Rendez-vous)
  • Classics of the Macabre,1987; antologia di racconti illustrata da Michael Foreman, conosciuta anche come “Echoes from the Macabre: Selected Stories”
  • Don’t Look Now, 2008; nuova antologia pubblicata da New York Review Books
  • The Doll: The Lost Short Stories, 2011

Rappresentazioni teatrali

  • Rebecca, 1940, adattamento per il teatro di Daphne du Maurier
  • The Years Between, 1945
  • September Tide, 1948 (Marea di Settembre)

Saggi

  • Gerald: A Portrait, 1934 (Gerald: un ritratto)
  • The du Mauriers, 1937 (I du Maurier)
  • A Writer Is a Strange Creature, 1938
  • Come Wind, Come Weather, 1940
  • The Young George du Maurier: a selection of his letters 1860–67, 1951
  • The Infernal World of Branwell Brontë, 1960
  • Vanishing Cornwall,1967; include fotografie di suo figlio Christian
  • Golden Lads: Sir Francis Bacon, Anthony Bacon and their Friends, 1975
  • The Winding Stair: Francis Bacon, His Rise and Fall, 1976
  • Growing Pains – the Shaping of a Writer, 1977, conosciuto anche come “Myself When Young – the Shaping of a Writer”
  • The Rebecca Notebook and Other Memories, 1981
  • Enchanted Cornwall, 1989 (Cornovaglia magica)

Adattamenti cinematografici

  • Jamaica Inn, 1939 (La taverna della Jamaica), adattamento cinematografico di Alfred Hitchcock di “Jamaica Inn”
  • Rebecca, 1940, adattamento cinematografico di Alfred Hitchcock di “Rebecca”
  • Frenchman’s Creek, 1944 (L’avventura viene dal mare), adattamento cinematografico di Mitchell Leisen di “Frenchman’s Creek”
  • Hungry Hill, 1947 (Vendetta), adattamento cinematografico di Brian Desmond di “Hungry Hill”
  • My cousin Rachel, 1952 (Mia cugina Rachele), adattamento cinematografico di Henry Koster di “My cousin Rachel”
  • The Birds, 1963 (Gli Uccelli), di Alfred Hitchcock, liberamente ispirato a “The Birds”
  • Don’t Look Now, 1973 (A Venezia… un Dicembre rosso shocking) di Nicolas Roeg, liberamente ispirato a “Don’t look now”
  • My cousin Rachel, 2017 (Rachele), adattamento cinematografico di Roger Michell di “My cousin Rachel”

Laura Di Maro

Bibliografia