Personaggio controverso, poco propenso a rilasciare interviste e a esporsi pubblicamente, Byung Chul Han ha scritto numerosi saggi di etica, filosofia sociale, fenomenologia e antropologia. Docente all’Università delle Belle Arti di Berlino, egli è noto soprattutto per la sua analisi della società contemporanea. Importante è, anche, l’approfondimento critico di caratteristiche e funzioni degli strumenti di comunicazione di massa. Questi ultimi hanno trasformato, oggi, il modo di vivere e intendere la realtà nella sua totalità .
Molti intellettuali sono convinti che la lettura delle sue opere sia indispensabile per la comprensione del mondo odierno. Un approccio originale, attuale e interdisciplinare caratterizza “La società della trasparenzaâ€. Nel saggio in questione il filosofo sudcoreano rivela l’utilizzo strumentale del valore della trasparenza nella società contemporanea da parte del “potere“.
Indice dell'articolo
Il positivo e l’accelerazione
La trasparenza è una coercizione sistemica che coinvolge tutti i processi sociali e li sottopone ad una profonda mutazione. La società della trasparenza è una società del positivo. Tutte le cose vengono, cioè, liberate da ogni negatività e da qualsiasi profondità ermeneutica. Il tempo diventa trasparente quando è ridotto alla successione di un presente disponibile.

L’alterità e la complessità riempiono di significato i significanti e rendono la comprensione e l’azione problematica e faticosa. Il pensiero critico cede il passo al pensiero computazionale. A sua volta l’approfondimento e la ricerca di senso sono sacrificati in nome della semplificazione. Dunque, il presupposto indispensabile della trasparenza è l’omologazione. Proprio l’appiattimento permette ad ogni cosa di essere positiva, immessa senza ostacolo alcuno nei flussi della comunicazione, dell’informazione, del capitale. Tutto deve essere immediato, semplice e veloce per poter essere fruibile.
La società della trasparenza: l’esposizione
Sintomatica di questo stato di cose è l’importanza che viene data all’esposizione. La società della trasparenza è, infatti, la società dell’esposizione, nella quale “essere†significa “esser vistoâ€. Il valore delle cose aumenta soltanto se le stesse vengono viste, mentre quello intrinseco svanisce a favore del valore di esposizione. In questo senso gli individui si trasformano in merce. La superficie non la si interroga oltre s solo la messa in scena genera valore. Tutto è svelato, denudato ed è abbandonato ogni sviluppo autonomo delle cose. La ricerca a tutti i costi della bellezza risponde proprio all’obbligo di esposizione. Questo vuol dire che più una cosa è bella, più il suo valore aumenta. Per questo i modelli odierni non trasmettono alcun valore interiore.
La pornografia
Vi è un obbligo di trasparenza che annulla il piacere, per il quale è invece essenziale la fantasia. Proviamo piacere nel momento in cui possiamo immaginare quel che si nasconde dietro ciò che vediamo. L’economia del piacere, infatti, vive del contrasto tra ciò che è immediatamente visibile e ciò che è occultato. La nudità immediata mortifica, soffoca la fantasia. Così anche la bellezza, a cui si è accennato prima, non può che essere legata all’involucro, vivendo dell’indissolubile connessione tra il velo e ciò che è velato. Ciò che è esposto, immediatamente visibile nella propria nudità , non è bello ma pornografico. Il corpo pornografico è continuo, non è interrotto da nulla. Pertanto, la società contemporanea – in cui tutto è denudato e immediatamente offerto nella sua interezza – è pornografica.
Il controllo

Per Chul Han “l’operazione trasparenza†risponde ad una precisa logica perpetuata dal sistema di dominio capitalistico. Quest’ultimo si serve di disvalori imposti che obliano i veri valori – verità , libertà , felicità – al fine di rinnovarsi. In questo modo, attraverso l’omologazione, la positivizzazione, l’accelerazione, l’esposizione, il potere agisce sulla struttura psichica degli individui. Vengono trasformate inclinazioni e bisogni, ma vengono indirizzati anche i desideri. Gli individui si allontanano dalla verità , proprio perché questa è frutto del confronto/scontro con l’alterità . Sono inoltre anestetizzati e falsamente felici, perché accettano come validi e sentono come propri solo quei valori che gli vengono propugnati.
La società della trasparenza è, dunque, una società del controllo. Il controllo si esercita anche attraverso i social network e la Rete in generale, che si presentano apparentemente come spazi di libertà . Social e motori di ricerca personalizzati edificano nella rete uno spazio di prossimità assoluto, dal quale l’esterno è eliminato. Qui si ha modo di incontrare soltanto se stessi e i propri uguali. La rete si trasforma così in una sfera dell’intimità o una zona di benessere.
La tirannia digitale
La tirannia dell’intimità personalizza ogni cosa. I soggetti si denudano, attraverso la Rete, non in conseguenza di una costrizione esterna, ma di un bisogno auto-prodotto. Chi illumina se stesso, si consegna allo sfruttamento. La sorveglianza oggi non si realizza più nella forma di un attacco alla libertà , ma ciascuno si consegna volontariamente allo sguardo panottico. Il panottico è un tipo di edificio adibito a carcere, ideato dal filosofo e giurista J. Bentham alla fine del XVIII secolo. Il detenuto del “carcere digitale” è al tempo stesso carnefice e vittima. Proprio in ciò consiste la dialettica della libertà , che si rivela sotto forma di controllo. Chul Han afferma:
Siamo in una servitù. I signori feudali del digitale come Facebook ci danno la terra e ci dicono: arala e puoi averla gratis. E la ariamo come pazzi, questa terra. Alla fine, i signori feudali tornano e prendono il raccolto. Questo è lo sfruttamento della comunicazione.
Byung Chul Han, ne “La società della trasparenzaâ€, invita il lettore a riflettere sulla natura solo apparentemente democratica dell’Occidente. Dietro di essa si cela in verità una nuova forma di totalitarismo. Questo, servendosi del progresso e dei valori promossi a proprio uso e consumo, agisce indisturbato indossando la maschera della democrazia.
Raffaele Filoso
Bibliografia
Byung Chul Han, La società della trasparenza, tr. It a cura di F. Buongiorno, Nottetempo, Roma, 2014.
Andreas Lebert e Niels Boeing, Intervista a Byung Chul Han. Traduzione di Nicola Bonimelli.