La ‘ndrangheta ospite al Teatro Deconfiscato

Rosario Mastrota porta il suo spettacolo ad Afragola in occasione della rassegna Teatro Deconfiscato

Nell’ambito della rassegna teatrale incentrata sulla tematica della legalità, o anche dell’illegalità osservata da differenti prospettive, giovedì 15 settembre 2016  si rinnova l’appuntamento con Teatro Deconfiscato, alle ore 21, in sede dell’ex-tenuta Magliulo, sita in Afragola.   Dopo la prima rappresentazione di giovedì 8 settembre, L’infame, di Giovanni Meola, il programma della rassegna prevede la messa in scena di  Panenostro , spettacolo scritto e diretto da Rosario Mastrota, testo vincitore del premio “Per voce sola”, Teatro della Tosse (Genova), e pubblicato in Antologia Letteraria Pervocesola13 (Nerosubianco edizioni) e in Sciugarfrì, di R. Mastrota (Loquendo Editore). Fondatore, nel 2009, insieme ad Andrea Cappadona ( anche interprete di Panenostro) e Dalila Cozzolino (assistente alla regia) della compagnia Ragli, Rosario Mastrota , di origini calabresi, porta i suoi attori e il suo spettacolo qui a Napoli, offrendo il suo contributo alla buona riuscita della rassegna.

La prepotenza e la violenza questa volta vengono raccontate da chi le subisce, per inerzia e tradizione, perché così ha visto fare da generazioni. Giuseppe, il protagonista di questa storia, è un fornaio calabrese emigrato al nord. Delle sue radici meridionali, Giuseppe non vive soltanto il mestiere di fornaio  tramandatogli dalla sua famiglia, ma si ritrova anche ad affrontare la ‘ndrangheta radicata al nord, che lo soggioga e lo rende complice inconsapevole del gioco di sottomissione dei più deboli applicato dalla malavita. Ma anche la più genuina condotta di vita può ritrovarsi sconvolta da quei pochi secondi  fra follia e lucidità che non cercano altro che giustizia. Ma chi stabilisce il limite fra la propria giustizia e quella altrui? Chi definisce se è giusto uccidere per farsi giustizia o morire nell’ingiustizia? Questi sono i punti focali che la regia si propone di mettere in evidenza, insieme al proposito fondamentale: la smitizzazione della ‘ndrangheta. Lo spettacolo stesso nasce con questa idea specifica: umiliare un male della società invadente come la criminalità organizzata , deridendolo – “raccontando fatti violenti da un punto di vista ingenuo (…) Questo fa più male alla ‘ndrangheta, ne distrugge la forza e ne allontana la paura”- queste le parole dello stesso autore e regista.  “Non è una risoluzione, ma una leggera parentesi che può nuocere a chi si eleva a capo indiscusso senza regole”, continua Mastrota.  Questo è un interessante contributo che l’arte può fornire alla società, offrendo un punto di vista poetico  riguardo una realtà che non lo è più, raccontando la storia di una reazione con i suoi pro e i suoi contro, senza scandire esplicitamente cosa sia giusto o sbagliato: questo lusso viene lasciato ad ognuno degli spettatori.

Letizia Laezza

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