Dylan Dog, una vittima degli eventi

Il popolo del web insieme a tutti i fan più affezionati all’investigatore dell’incubo, Dylan Dog, è stato in trepidante attesa dal momento che Claudio Di Biagio, noto youtuber italiano e “potenziale regista”, come gli piace essere definito, ha annunciato che avrebbe diretto e curato, in collaborazione con Luca Vecchi (noto grazie alla web-serie The Pills) un film del tutto auto-prodotto sul celeberrimo personaggio di Dylan Dog. Il suo è stato un progetto molto difficile da tenere in piedi, che si è basato per lo più sulla fiducia e la generosità dei fan e follower, oltre che sulla sua personale passione per il personaggio nato dalla mente di Tiziano Sclavi.

Il cast è variamente composto: si va da Milena Vukotic, nei panni della signora Trelkovski, ad Alessandro Haber che veste l’impermeabile dell’ispettore Bloch, passando per Luca Vecchi (Grucho) e Valerio di Benedetto (Dylan) noto grazie a Spaghetti Story.
Appena il 2 novembre dello scorso anno il film è stato postato sul web, i più appassionati ed impazienti non hanno aspettato molto prima di cliccare play e, finalmente, godersi la visione dell’opera Vittima degli eventi, che ha lasciato alimentare attorno a sé un’atmosfera ricca di aspettative.

Nei giorni seguenti alla pubblicazione su internet, l’opinione del web è stata piuttosto confusa e non sono affatto mancati pareri contrastanti. Da un lato, c’è chi ha seguito con attenzione il film solo perché fedele follower degli autori e l’ha trovato carino, dall’altro, invece, c’è chi – da appassionato alla figura di Dylan – ha osato timidamente, e non, operare critiche, anche pesanti, nei confronti del film.

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Dylan Dog, Vittma degli eventi: un’analisi

Innanzitutto, la personalità di Dylan è abbastanza debole e lontana dal vero Dylan che non avrebbe mai osato amare due donne contemporaneamente (come si evince da una delle scene del film) o comportarsi da saccente in merito ad argomenti sui quali non ha dimestichezza (ogni suo dubbio di carattere esoterico o storico che non sia legato alla sua storia personale è quasi sempre sciolto dalla consultazione di un libro o di un esperto).

Inoltre, fallaci sono i veri e propri modi di fare: sguardi freddi ed ombrosi sostenuti da una sceneggiatura che non rende giustizia al personaggio originale, sceneggiatura che invece sostiene pienamente un Groucho che sembra proprio essere il personaggio meglio reso e più fedele all’originale, così come apprezzabile è l’interpretazione di Milena Vukotic che rende molto bene il suo personaggio caricandolo di significato. Deludente è, invece, l’ispettore Bloch non per l’interpretazione ma per la resa del personaggio troppo distante dall’originale.
La fotografia è sicuramente ben riuscita ed in grado di creare, in determinate sequenze, una perfetta atmosfera. A proposito della quale, si riconosce in alcune circostanze una grande ricercatezza di dettagli.

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Molti sono gli aspetti tipici della realtà del nostro Dylan ritrovati tra le scene del film, come il clarinetto, il galeone o le insistenti battute di Groucho sulla loro precaria situazione economica.
Le scene migliori sono certamente la prima, molto intrigante (per chi ama il genere), quella della seduta spiritica dove ritroviamo una fantastica Milena Vukotic, che lascia comprendere quale sia la vera essenza del personaggio, ed una fantastica fotografia. La migliore in assoluto è la scena finale, quanto mai suggestiva: niente di meglio per suggellare il tutto.

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In conclusione, sicuramente è trasparente l’impegno e la dedizione spesi affinché questo progetto nascesse e crescesse nel migliore dei modi ma, certamente, è pur vero che sono evidenti dei punti di rottura con gli aspetti originali che caratterizzano il mondo dylaniano o meglio… dylaniato. Si consiglia di vedere il film e di riflettere in merito ai vari aspetti, punti di continuità, discontinuità ed aspetti soggettivamente piacevoli.

Corinne Cocca