Bronislaw Malinowski: vita e pensiero

Bronislaw Malinowski (1884-1942) è stato un antropologo e sociologo britannico, noto specialmente per la sua attività pioneristica nel campo della ricerca etnografica, ed è considerato il padre della moderna etnografia di cui ha rivoluzionato metodologia e approccio pratico, come uno dei maggiori esponenti del funzionalismo britannico.

Bronislaw Malinowski: la vita

Bronislaw Malinowski nacque a Cracovia nel 1884, suo padre era un insegnante e sua madre proveniva da una famiglia di proprietari terrieri. Nel 1908 frequentò l’università Jagellonica dove conseguì il dottorato e successivamente frequentò anche l’università di Lipsia. Qui iniziò ad interessarsi all’antropologia grazie all’influenza di Wilhelm Wundt. Dopo qualche anno nel 1914 l’antropologo iniziò a svolgere lavori di ricerca etnografica sull’isola di Mailu, della Papua Nuova Guinea, e dopo la prima guerra mondiale si recò sulle isole Trobriand dove realizzò il suo studio più celebre, ossia quello sui Kula.

Bronislaw Malinowski conseguì il dottorato in antropologia e nel 1922 andò ad insegnare alla London School of Economics e in quello stesso anno pubblicò “Argonauti del Pacifico Occidentale“, il quale fece accrescere la sua fama a livelli mondiali.

Dal 1923 al 1938 l’antropologo visse con sua moglie Elise Rosalie Masson e le sue tre figlie a Bolzano e qui acquistò anche una casa. Dopo la seconda guerra mondiale si trasferì negli Stati Uniti dove vi morì nel 1942.

Argonauti del Pacifico Occidentale di Bronislaw Malinowski

Quest’opera di Bronislaw Malinowski è considerata come spartiacque nell’iscrizione dell’etnografia come metodo scientifico che legittimò l’antropologia come scienza. Nell’introduzione, egli definì l’etnografia come un metodo che si fonda sull’osservazione partecipante. Bronislaw Malinowski introdusse questo metodo poiché visse per un certo periodo nel villaggio indigeno sulle isole Trobriand e imparò la lingua dei nativi. Il metodo diceva che l’antropologo deve sia partecipare, per cogliere il punto di vista dei nativi, che osservare per mantenersi allo stesso tempo distante, restando quindi sia dentro che fuori, non immedesimandosi troppo.

L’antropologo sosteneva che bisognava fermarsi per un certo periodo isolandosi dalla propria cultura di provenienza ed imparare la lingua dei nativi in modo da avere una convivenza quotidiana con loro. Con la sua ricerca, egli definì le regole del metodo etnografico “classico“, ritenendo che il compito dell’antropologo non fosse quello di raccogliere fatti “grezzi”, oggettivi, ma di interpretarli.

Le scienze pure

Il modello seguito da Bronislaw Malinowski è quello delle “scienze pure“. L’antropologo deve quindi mostrare le esperienze reali attraverso le quali è pervenuto alla propria conclusione. A questo punto Malinowski introduce un principio metodologico cruciale: affinché la teoria sia attinente ai fatti è necessario esporre le esperienze dell’antropologo, e quindi le deduzioni dell’autore basate sull’intuito dell’altro, ed è inoltre necessario distinguerle dalle deduzioni e affermazioni degli indigeni. Il compito dell’antropologo è quello di tracciare un confine tra quanto da lui supposto e quanto proveniente dalla bocca dell’indigeno. Le due cose devono quindi essere separate e separabili.

Le isole Trobriand

Bronislaw Malinowski allo scoppio della seconda guerra mondiale si trovava in Australia per un congresso e vi fu trattenuto per un certo periodo. Le autorità locali gli permisero di fare alcune ricerche etnografiche e, grazie a questo, passò due anni nelle isole Trobriand in Melanesia, dove studiò la cultura indigena. L’antropologo non si concentrò su tutti gli aspetti della cultura, ma si concentrò principalmente su di uno in particolare, ossia il “Kula”.

Il Kula

Bronislaw Malinowski si concentrò sul “Kula“, un fenomeno della cultura trobriandese abbastanza complesso con altri aspetti collegati. Si trattava di una forma di scambio cerimoniale consistente in spedizioni su canoe organizzate periodicamente per visitare le comunità delle altre isole dell’arcipelago, alle quali venivano offerti doni e con cui venivano scambiati beni di diversa natura. I beni cerimoniali erano collane di conchiglie rosse dette “soulava”, scambiati con bracciali di conchiglie bianche dette “mwali”. Si trattava di uno scambio profano, una sorta di baratto di oggetti d’uso. A questo si aggiungeva un baratto informale detto “gimwali”, con cui venivano scambiati oggetti d’uso di ogni categoria.

Secondo Bronislaw Malinowski, il kula era un meccanismo di attivazione di forme di solidarietà sociale che legava le persone tra loro attraverso un sistema di doni e contro-doni. Da qui ricavò la convinzione che nella società trobriandese esistesse un ordine non codificato di norme, depositato nelle abitudini e nelle pratiche che regolavano l’agire sociale.

L’osservazione partecipante

Bronislaw malinowski ha definito i dettagli dell’osservazione partecipante enfatizzando l’importanza dei contatti quotidiani. Prima di lui, gli antropologi svolgevano lavori sul campo esclusivamente tramite interviste strutturate, senza immergersi nella vita quotidiana dei soggetti studiati. Gli antropologi evoluzionisti venivano difatti definiti “antropologi da tavolino“, poiché fondavano le proprie teorie su documenti o raccolte di diverse fonti quali i resoconti dei viaggiatori, missionari, commercianti e amministratori coloniali.

L’antropologo ha riassunto nella sua opera intitolata “Argonauti del Pacifico Occidentale” l’obiettivo della ricerca antropologica: “afferrare il punto di vista dei soggetti studiati nell’interezza delle loro relazioni quotidiane per comprendere la loro visione del mondo“. Per l’antropologo bisognava quindi diventare parte della loro cultura per comprenderli al meglio.

Una teoria scientifica della cultura

Bronislaw Malinowski teorizzò la nozione di cultura del saggio postumo intitolato “Una teoria scientifica della cultura” (1944). L’antropologo riprese la nozione di Edward B. Tylor della cultura come “insieme complesso” e accentuò l’aspetto organicistico per trasformarla in un “tutto integrato”. Egli sosteneva che la cultura fosse la risposta originale che ogni società dava ai bisogni umani universali (basic needs) che caratterizzano la specie umana.

La soddisfazione dei bisogni primari (mangiare, dormire, riprodursi ecc) crea a sua volta bisogni secondari che nascono dalla necessità di garantire la coesione sociale (organizzazione economica, forme di potere ecc). Vi è poi un terzo ordine di fenomeni di carattere culturale che riguardano le credenze, il linguaggio, la tradizione a cui ogni società dà risposte coerenti. In base a ciò, Bronislaw Malinowski ha potuto basarsi sull’analisi di un singolo aspetto della cultura di un popolo per capire l’insieme complesso di cui questo aspetto è parte.

Il funzionalismo di Bronislaw Malinowski

Bronislaw Malinowski è stato uno dei principali esponenti del funzionalismo, corrente che ha origine in Gran Bretagna che chiarisce la funzione di cultura collegandola ai bisogni dell’uomo. L’antropologo ritiene che la cultura sia collegata principalmente ai bisogni dell’uomo.

Secondo Bronislaw Malinowski si può conoscere solo attraverso l’esperienza diretta. Egli fu per questo il primo a condurre la ricerca sul campo. Lo scopo dell’etnografia è cogliere il punto di vista del nativo cogliendo la sua visione del mondo.

Sitografia

Letizia Chianese