Studenti di studi umanistici – lavoro: l’incontro è possibile? I giornali spendono fiumi di parole insistendo sulla mancanza di posti di lavoro per i laureati in Lettere o in Filosofia, condannati ad avere poche o nulle prospettive future nel mondo della crisi economica. Eppure aziende come Bosch sono pronte ad assumere umanisti. Sogno o realtà ? È questo il topic al centro dell’incontro “Allenarsi per il futuroâ€, tenutosi il 15 aprile presso la sede centrale dell’Università Federico II ed organizzato dalla Commissione Orientamento del Dipartimento di Studi Umanistici per avvicinare gli studenti dell’ormai ex Facoltà di Lettere e Filosofia al mondo del lavoro, con la collaborazione di multinazionali come Bosch e Randstad.
Il fine dell’incontro è stato per l’appunto dimostrare che vi sono sbocchi lavorativi per gli studenti di studi umanistici che vanno al di là delle tradizionali mansioni legate a questo mondo come l’insegnamento e l’industria culturale in genere.
L’evento è stato aperto dalle parole del rettore dell’ateneo Gaetano Manfredi, che si è detto fiducioso per l’avvenire del futuro lavorativo degli attuali studenti del settore umanistico: “Normalmente si pensa che quando si parla di azienda si parla solo di tecnologia ma non è così. Oggi il mondo del lavoro è più complesso e dà più opportunità rispetto al passato. Napoli è un posto difficile ma che ha molte energie che dobbiamo sfruttareâ€.
La giornata è proseguita con i saluti dei rappresentanti del Dipartimento, come il Direttore Edoardo Massimilla e il Presidente Commissione Orientamento Nicola Grana. La prof.ssa Rosalba Di Meglio, coordinatrice dell’incontro, ha messo l’accento sui talenti e le capacità che gli studenti di studi umanistici possono spendere nel mondo del lavoro: “i laureati in discipline umanistiche hanno grande flessibilità , hanno una grande cultura da spendere. L’allenamento universitario è passivo, ma con l’apertura al mondo del lavoro esso diventa ottimo. Storia medievale – l’insegnamento di cui si occupa la prof.ssa Di Meglio – serve ad aprire la mente, ad insegnare il metodo storico che è quello critico. Insegnamenti classici come quello di paleografia della prof.ssa Ambrosio si sono aperti alle nuove tecnologie, tant’è che oggi parliamo di paleografia digitaleâ€.
L’applicabilità delle conoscenze umanistiche al mondo del lavoro non è pura utopia, come è emerso dalle parole di Roberto Zecchino, Human Resources and Organization Director South Europe della Bosch, per cui le lauree umanistiche sono tra le più importanti i settori “della comunicazione, del marketing e delle risorse umaneâ€.
Nell’evento sono intervenuti inoltre due rappresentanti della Randstad, azienda per il lavoro che nel 2012 ha creato un’apposita divisione, denominata Youth@Work, per il passaggio dei giovani dal mondo studentesco al mondo del lavoro. I dati presentati dalla Randstad in merito allo scenario italiano sono appaiono piuttosto scoraggianti: la disoccupazione della fascia d’età 15-24 anni è al 39,9%, la dispersione scolastica è del 17,6%, i Neet (vale a dire coloro che non hanno lavoro, che non sono in corsi di formazione e non sono alla ricerca di lavoro) sono oltre 4 milioni. Eppure la Randstad ha voluto comunque trasmettere una ventata di ottimismo agli studenti presenti all’evento.
Lucia Broegg, Unit Manager della Randstad, si è resa protagonista di un intervento à la Steve Jobs, invitando i giovani studenti ad “essere sempre affamati, tirare le unghie, essere determinatiâ€, presentando la sua personale esperienza fatta di stage non retribuiti e continui trasferimenti, ma, secondo la Broegg, indispensabili per la sua crescita professionale. La Broegg ha quindi dato consigli pratici per l’ingresso del lavoro, a partire dalle linee guida per un ottimo CV: sinteticità , chiarezza, semplicità , risaltando la conoscenza delle lingue e le capacità relazionali, senza però vendersi troppo, perché le esagerazioni vengono facilmente scoperte.
Ma il cuore dell’evento è stato senza ombra di dubbio i due interventi motivazionali delle medaglie d’oro olimpiche Pino Maddaloni e Patrizio Oliva, entrambi cresciuti in contesti difficili della cittadina di Napoli ed entrambi, nonostante le difficoltà , hanno raggiunto il successo col sudore e col sacrificio.
Maddaloni, intervenuto per primo, ha aperto il suo discorso ribadendo che il suo è stato un percorso incidentato, fatto di molte cadute: “Prima delle vittorie, delle medaglie, sono arrivate tante sconfitte, tanti calci in culo, tante lacrime.†Eppure Maddaloni ha invitato a non essere scoraggiati e a non trovare scuse per i propri insuccessi: “Spesso si dice che oggi non c’è lavoro. Io avevo tanti alibi, abitavo a Scampia, non c’era palestra, non c’era judo. La botta di culo può capitare ma ti devi far trovare pronto, essere bravo, fare la selezione con il raccomandato di turno e batterlo, dimostrare di essere indispensabile, essere quello che convincere. Si può vincere con l’impegno, se lo si vuole veramenteâ€.
La giornata si è quindi conclusa con l’intervento di Oliva, altrettanto toccante: “Abitavo in un quartiere a rischio, a Poggioreale. Ho avuto la fortuna di avere due genitori che mi hanno insegnato la dignità . La gara per un atleta è la parte più facile, gli allenamenti sono la parte dura. Mi allenavo in una palestra dove dovevo battere li piedi a terra per far uscire i topi.†Anche Oliva, come Maddaloni, è riuscito però ad emergere da condizioni di partenza sfavorevoli credendo in se stesso. “Non devono esserci piani B, occorre credere in quello che stiamo facendoâ€, ha proseguito Oliva, “Credete in voi stessi e tutto può succedereâ€.
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Davide Esposito