L’emofilia è una malattia ereditaria che colpisce esclusivamente i maschi ed è dovuta alla mancanza di una proteina del sangue, che interviene nel processo di coagulazione; come conseguenza viene a mancare un importante meccanismo capace di arrestare l’emorragia.
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Da cosa è provocata l’emofilia?
Alla base di questa condizione vi è la presenza di un gene localizzato sul cromosoma X: esso è in grado di controllare la produzione di una proteina che partecipa alla coagulazione, ovvero il fattore VIII. Il fenomeno della coagulazione consiste in una serie di reazioni a catena in cui intervengono numerose proteine del plasma, ognuna delle quali permette il verificarsi delle reazioni che seguono. Ciascuna proteina è codificata da un gene diverso da quello che produce il fattore VIII e localizzato su un cromosoma diverso. La mancanza o l’anormalità di questi geni comporta la mancata produzione della proteina o la formazione di una forma mutata con funzionalità ridotta. L’emofilia resta la più nota e grave di una serie di anormalità di questo processo, ma sono state scoperte altre forme che riguardano la mancanza di altri fattori.
Meccanismo di eredità dell’emofilia

Si è detto che l’emofilia è una malattia che colpisce solo i maschi. Come viene ereditata? Affinché un soggetto maschio sia emofilico occorre che venga ereditato il cromosoma X con l’allele recessivo da parte della madre che portatrice. Inoltre questo maschio, al nascere di una figlia femmina sarà in grado di trasmettere il cromosoma X che porta l’allele recessivo, ma ella, avendo due cromosomi X di cui uno con l’allele dominante sarà portatrice sana. Questo tipo di ereditarietà X-linked è detta criss-cross.
Tipi di emofilia
Esistono due tipi di emofilia, eccoli riportati di seguito:
- L’emofilia A, spesso definita anche emofilia classica, è la forma più comune di emofilia e colpisce uno ogni 5-10.000 maschi. L’emofilia A è dovuta ad una carenza del fattore VIII della coagulazione.
- L’emofilia B, spesso definita malattia di Christmas, dal nome della famiglia nella quale è stata identificata per la prima volta, è provocata dalla carenza del fattore IX della coagulazione e colpisce uno ogni 50-100.000 maschi.
I sintomi delle due malattie sono praticamente identici e solo tramite gli esami di laboratorio, o conoscendo la storia familiare, il medico può differenziare questi due tipi di emofilia. Questa differenza è importantissima ai fini della terapia, perché determinerà quale delle due proteine carenti bisognerà somministrare alla persona malata.
Sintomi dell’emofilia
Come di manifesta l’emofilia? In genere i suoi sintomi non sono presenti alla nascita, ma si mostrano durante le prime fasi dell’infanzia, quando l’individuo comincia a svolgere attività che possono comportare lesioni minime.

Particolarmente sensibile è l’articolazione del ginocchio, all’interno della quale si verificano numerose emorragie di varia entità , definite emartri che se non curate conducono alla degenerazione dell’articolazione con perdita totale della funzionalità . Nei casi in cui la mancanza della proteina è meno grave, un’emorragia da arrestare può comparire dopo una blanda ferita. La gravità dell’emofilia dipende dalla quantità presente dl fattore VIII presente nel sangue. Un’emorragia è sempre possibile, anche dopo una ferita o un trauma banali anche se non si rivela subito perché la coagulazione non rappresenta l’unico meccanismo di protezione in caso di lesione. Altri meccanismi di compensazione, come l’adesività delle piastrine e la vasocostrizione funzionano normalmente nel soggetto emofilico.
Trattamento e prognosi
Tutti gli emofilici devono essere al corrente della loro condizione e devono essere seguiti presso centri specializzati in grado di consegnarli e seguirli nella terapia. In generale esistono cure efficaci come ad esempio preparati del fattore VIII iniettabile per fleboclisi. Inoltre non bisogna dimenticare le cure e terapie genetiche che hanno contribuito alla riduzione del tasso di mortalità .
Roberta Miele
Bibliografia
M. De Bac – Siamo solo noi: le malattie rare, storie di persone eccezionali – Sperling&Kupfer;
V. Sermonti, U. Recine – Ematologia pratica – EMSI 1999.