Leonard Matlovich: il soldato che combatté per i diritti LGBT

Quando ero nell’esercito, mi hanno dato una medaglia per aver ucciso due uomini e un licenziamento per averne amato uno. (Lapide di leonard Matlovich)

Queste parole, forti e dure, sono incise da ventisette anni sulla lapide di Leonard Matlovich, primo membro dell’esercito statunitense a dichiarare la propria omosessualità negli anni settanta. Uno scandalo di tale portata per l’epoca da fare di Matlovich il simbolo della comunità LGBT non soltanto a livello americano ma addirittura mondiale. È una copertina sul celebre Time magazine a consacrarlo personaggio dell’anno, inaugurando una nuova battaglia, questa volta contro l’esercito, per impedire l’esclusione degli omosessuali dalle forze armate e una malattia, l’AIDS, che piano piano aveva iniziato a divorarlo dall’interno, portandolo inesorabilmente alla morte nel 1988.

Matlovich, il primo gay sul Time magazine

Rivoluzionario per l’epoca, perfettamente normale oggi, Matlovich è stato il primo gay a comparire sul Time magazine, precisamente l’8 settembre 1975. Poche e semplici parole “Io sono un omosessuale” e la sua foto a capeggiare sulla copertina, senza vergogna – vergogna di cosa, poi? – e senza remore, con l’orgoglio negli occhi di chi sa che è giusto essere se stessi, pur dovendo andare contro una società bigotta e chiusa. Matlovich del resto non desiderava altro che questo: non nascondersi più e vivere apertamente la propria omosessualità, anche nell’esercito.

La lunga battaglia con l’esercito degli Stati Uniti d’America

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La copertina del Time dell’8 settembre 1975

Per molti soldati l’esercito è come una seconda casa: crei una cerchia che diventa presto la tua nuova famiglia, i tuoi superiori diventano figure simili a dei padri e i tuoi compagni d’armi iniziano ad essere fratelli. Forse anche per Matlovich è stato così: una vita dedicata all’esercio, all’America e alla guerra in Vietnam. Di atrocità i suoi occhi ne avranno viste, le sue dita avranno più e più volte stretto con forza la cloche del suo caccia pronte a sparare o a sganciare qualche bomba e per sua stessa ammissione due uomini sono caduti sotto i suoi colpi.

Ma andava bene così, forse, perché era quello il suo compito di soldato, perché era quello il Vietnam che stava vivendo e tutto questo gli è valso due onoreficenze: la Purple Heart e la Bronze Star Medal. Già, tutto perfetto, tutto grandioso, la vita di un vero soldato, fino a quando non ce l’ha fatta più ed ha confidato ad un suo superiore la propria omosessualità.

Un coming out che gli è costato la carriera con una immediata espulsione dall’aviazione e che ha dato inizio alla più grande battaglia di Matlovich: far sì che anche gli omosessuali potessero avere l’opportunità di arruolarsi nell’esercito senza nascondere il proprio orientamento sessuale. Inizialmente, però, l’intento di Matlovich non era quello di diventare un attivista LGBT bensì tornare nell’esercito; ciò che più desiderava era ritornare a bordo del suo caccia e riprendere la carriera lì dove era stato costretto ad interromperla.

La vicenda si concluse con una causa vinta nel 1980 con sentenza a suo favore ed un reintegro immediato. Gli anni però erano passati e Matlovich aveva perso l’entusiasmo per la vita nell’aviazione, capendo che il suo ruolo di attivista era molto più importante al punto di convertire il reitegro tanto sognato in un risarcimento di 160.000 dollari.

L’esercito e i gay oggi

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Leonard Matlovich in divisa

Per altri 8 anni Matlovich portò avanti con forza la sua battaglia a favore dei soldati o futuri soldati gay. Basta con il nascondersi, basta rinunciare ad una carriera nell’esercito solo perché si è omosessuali. Era questo il sogno di Matlovich, un esercito aperto a tutti, un sogno che purtroppo non è riuscito a veder realizzato.

Il 22 giugno del 1988 Leonard Matlovich si è spento sotto una grande foto di Martin Luther King, stroncato dall’AIDS. Il suo coraggio però non è stato dimenticato, continuando ad essere negli anni successivi una delle figure più importanti del mondo LGBT, un coraggioso esempio che ha portato nel 2011, finalmente, alla piena accettazione degli omosessuali nell’esercio statunitense.

Da 4 anni ormai i soldati gay possono vivere liberamente le proprie storie d’amore alla luce del sole. Una vittoria di molti ma soprattutto di Leonard Matlovich, un successo però dal sapore agrodolce poichè giunto troppo tardi.

Maria Stella Rossi

Fonti

Fonti sitografiche: I, II

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