Marco Mazzoni: luce ed ombra su carta

Marco Mazzoni
“Lost in time”

Ogni artista ha bisogno di un mezzo che sia l’esatto riflesso del proprio sentire artistico. Marco Mazzoni non ha dovuto scegliere, è venuto naturale e quasi da sè, trovare nelle matite colorate e nei fogli di carta il miglior modo per esprimere la sua voce interiore.

Marco Mazzoni: un profilo

Marco Mazzoni
“Houdini”

Nato a Tortona (AL), nel 1982, oggi lavora e vive a Milano.

Ha collaborato con prestigiose gallerie, tra cui la Jonathan LeVine Gallery di New York, e a breve aprirà la sua personale proprio a Milano, nella Galleria Bonelli.

Durante gli anni dell’Accademia, veniva visto quasi con diffidenza questo suo operare continuamente su carta, questo eterno ”bozzettista” o ”ritrattista”, che difficilmente fuoriusciva dai sicuri confini dei bordi cartacei.

Marco Mazzoni
“will love you until the end of the word”

Del resto egli afferma, non ha mai avuto dubbi sulla carta e di non essere mai riuscito a trovare nella pittura quel segno, quel tratto, quella definizione che solo la matita riesce a donare.

Tuttavia, non si può non costatare che egli operi comunque come un pittore, a partire dalla scelta di una precisa tavolozza di colori per ogni singola opera e, creando una base, un fondo di chiaroscuro sul quale poi “stendere” linea dopo linea, le varie velature di colore.

La centralità di donna e natura

La donna (è evidente) è la figura onnipresente nei suoi lavori, che ricorre quasi come allucinazione, apparizione, o simbolo o semplice figura.

Marco Mazzoni
“Malalingua”

Non ci è dato sapere chi in particolare sia, e forse non è così importante, ma essa è sempre avvolta, circondata, legata alla natura, che si dona sotto forma di piante, fiori o animali. La figura femminile ha incuriosito l’artista, che ne ha studiato gli sviluppi nel corso della storia e della società, e in particolare leggendo le antiche storie della cultura popolare italiana, come quelle sarde, nelle quali aveva un ruolo fondamentale anche per le sue conoscenze arcaiche o i benefici delle piante medicinali.

Una società matriarcale soppiantata dalla figura dell’uomo e della Chiesa che le ha perseguitate e tolto il loro potere perchè considerato pericoloso; e il lavoro di Mazzoni è proprio inteso a ridare questo ruolo di primo piano alla donna. Quello che colpisce poi di queste donne, dei loro volti, è in effetti la mancanza degli occhi.

Marco Mazzoni
“Medusa”

Si può dire che essi ne costituiscano comunque il centro anche perchè la loro assenza è messa in rilievo; sono soppiantati dalla  luce abbacinante, dal buio più profondo o dalla natura rigogliosa.

Come spiegarlo?

Come una necessaria volontà dell’artista: ritrarli avrebbe chiaramente indotto ad identificare il volto come un ritratto, legarlo ad una storia reale, mentre all’opposto, egli vuole che vengano visti come delle nature morte. La natura è l’altro elemento centrale: una natura benigna, capace di trionfare anche senza sacrificare l’uomo, anzi natura e uomo comunicano pacificamente, si toccano, si uniscono in un abbraccio profondo.

In questo intreccio quindi, di piante, di fiori (ritratti con un attenzione e una cura meticolosa) e di volti o corpi umani, si dispiegano profonde emozioni, dolore o estasi, odio o amore.

Marco Mazzoni
“Prayer for the rain”

Marina Borrelli