Gangster movie: tutti i film da non perdere

Appassionanti storie di antieroi e criminali, di uccisioni e tradimenti, di amori malati, soldi, sesso e potere: questi, e molti altri, gli ingredienti dei gangster movie.

I film sui gangster appartengono a un genere cinematografico molto fortunato che ancora oggi domina il mercato dell’industria mondiale. Per questo motivo, se vi state chiedendo quali di questi film non potete lasciarvi sfuggire, non disperate: a guidarvi, ci pensiamo noi! Abbiamo deciso di semplificarvi la vita indicandovi, in questo articolo, alcuni dei migliori gangster movie della storia del cinema.

Sono film che hanno fondato il genere oppure che ne hanno saputo declinare al meglio i temi, aggiungendovi talvolta una buona dose d’innovazione. L’intenzione non è quella di stilare una classifica, ma di offrire solo uno sguardo d’insieme alle pellicole che, secondo noi, rappresentano al meglio i film sui gangster.

Dunque, ecco i gangster movie che dovete assolutamente vedere!

Scarface (1932) e la nascita del gangster movie

Il primo film che vi consigliamo è anche il più datato: si tratta dell’indimenticabile Scarface di Howard Hawks. Uscito nel 1932 con l’eloquente sottotitolo The Shame of a Nation, Scarface è una delle opere cinematografiche che più hanno contribuito a fondare i canoni del gangster movie.

L’industria statunitense dei primi anni Trenta cominciò infatti a realizzare pellicole che fissarono i temi e gli stilemi del genere gangster, incentrato sul racconto dell’ascesa criminale e poi del declino inesorabile di uomini disposti a tutto per il potere e il denaro.

A incarnare perfettamente questo tipo di scalatore sociale senza scrupoli è Tony Camonte (Paul Muni), il protagonista del film di Hawks. In Tony prende vita la perversione del sogno americano e del mito del self-made man.

Il personaggio interpretato da Paul Muni risulta sorprendentemente moderno per l’epoca. Tony è caratterizzato infatti da una serie di contraddizioni caratteriali a tratti grottesche e sconvolgenti – che qui evitiamo accortamente di rivelare.

Scarface, ispirato alla vera vicenda del gangster italoamericano Al Capone, è ambientato negli anni Venti, all’epoca del proibizionismo. Questo fu, infatti, il periodo storico che più favorì la proliferazione della criminalità organizzata in America.

Prima dell’uscita in sala, nel 1931, Scarface subì tantissime critiche per la violenza cruda mostrata in molte scene del film. Il severo Codice Hays, che all’epoca determinava le linee guida per la produzione dei film statunitensi, proibì la distribuzione della pellicola così com’era stata ideata. Per questo motivo, Scarface uscì al cinema soltanto un anno dopo, in seguito a una spietata operazione di censura e di moralistica rettifica.

Ciononostante, Scarface resta ancora oggi un film diretto e chiaro nella condanna della criminalità e della violenza, come dimostra lo straordinario piano sequenza iniziale.

Il Padrino (1972) e l’evoluzione del gangster

La figura del gangster, inizialmente considerato un arrivista sociale con sfumature psicopatiche e deliri d’onnipotenza, ha subito nel corso degli anni tantissime evoluzioni.

Dall’idealizzazione romantica al racconto sentimentalista, passando per la riflessione sulla portata rivoluzionaria della ribellione dell’individuo contro la società opprimente, fino ad arrivare al grande affresco sulla criminalità organizzata costituito dalla saga de Il Padrino (The Godfather).

Il Padrino, capolavoro di Francis Ford Coppola del 1972, rappresenta probabilmente il gangster movie per antonomasia. Consigliamo perciò la visione di almeno i primi due film della trilogia (Il Padrino e Il Padrino – Parte II), tra i più belli dell’intera storia del cinema. In essi, Coppola racconta la crescita e gli sviluppi dell’impero criminale gestito dalla famiglia Corleone.

Il primo film, in particolare, pone al centro della narrazione modi differenti d’interpretare la figura del gangster. Il vecchio boss Don Vito (Marlon Brando), impossibilitato per motivi di salute a gestire in prima persona gli affari dei Corleone, si vede infatti costretto a ritirarsi in favore del figlio Michael (Al Pacino).

I due “padrini”, accomunati dalla volontà di proteggere a ogni costo la famiglia dai nemici interni ed esterni, incarnano figure criminali diverse, con modi di pensare e agire differenti. Più classico il padre, legato a un mondo malavitoso di vecchio stampo fondato sul rispetto e l’intimidazione; più fine e stratega il figlio, dotato di grande intelligenza e fiuto per gli affari.

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Don Vito Corleone (Marlon Brando) nella scena iniziale di Il Padrino (1972). Da Flickr.

Il successo internazionale e il mito del Padrino

«Gli farò un’offerta che non potrà rifiutare»

Considerato ancora oggi come uno dei migliori film di sempre, Il Padrino ebbe sin dall’uscita uno straordinario successo di critica e di pubblico. In breve tempo, si affermò come un’opera spartiacque all’interno del genere gangster: ogni film successivo sarebbe stato influenzato dalla poetica e dall’estetica dell’epopea criminale di Coppola.

Dalle interpretazioni degli attori – anche i minori – alle musiche iconiche di Nino Rota, tutto è perfetto, al punto che Il Padrino è considerato da molti critici il miglior film della storia. A contribuire all’aura mitica creatasi attorno al film, la vittoria ai premi Oscar del 1973 come miglior film e la statuetta vinta ma non ritirata da Marlon Brando in segno di protesta contro le ingiustizie subite dai nativi americani.

L’epoca d’oro dei gangster movie: gli anni ’80 e ’90

Dopo lo straordinario successo de Il Padrino, il genere gangster si affermò quale banco di prova per ogni cineasta ambizioso. Nel corso dei decenni successivi furono realizzati molti gangster movie destinati a consacrare i propri autori nella storia del cinema di genere.

Tra gli anni Ottanta e Novanta, molti grandi registi sperimentarono nuove e fortunate formule per i film sui gangster. A tal proposito, è impossibile non citare autori come Brian De Palma, Sergio Leone, Quentin Tarantino e Martin Scorsese, che sul finire del secolo scorso rifondarono e rinnovarono uno dei generi più fortunati del cinema hollywoodiano.

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Al Pacino interpreta Tony Montana in Scarface (1983). Da Flickr.

I gangster movie di Brian De Palma

A dominare la scena cinematografica tra gli anni Ottanta e Novanta è il nome di Brian De Palma, che firma tre dei film che consigliamo in questo articolo: Scarface (1983), Gli intoccabili (The Untouchables, 1987) e Carlito’s Way (1993).

In Scarface, remake dell’omonimo e già citato film del ’32, De Palma racconta la breve ma intensa parabola criminale di Tony Montana (Al Pacino), personaggio destinato a diventare un’icona della cultura pop contemporanea. L’ambientazione del film originario viene adattata alla nuova epoca e al nuovo contesto criminale americano: Tony vive nella Miami degli anni Ottanta, non più nella Chicago degli anni Venti. Qui, da semplice lavapiatti riesce a farsi strada nel mondo della malavita, fino a diventare un signore della droga megalomane e vanitoso.

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La locandina originale del film Gli Intoccabili (1987). Da Flickr.

Nel successivo Gli intoccabili (The Untouchables), invece, si ritorna alle ambientazioni classiche da gangster movie. A Chicago, in pieno proibizionismo, una squadra di poliziotti scelti, guidata da Eliot Ness (Kevin Costner), si mette sulle tracce del boss Al Capone (Robert De Niro), alla ricerca di un capo d’imputazione che possa incriminarlo. Il film vanta anche la partecipazione di Sean Connery nel ruolo dell’irlandese Jimmy Malone, che gli valse l’Oscar come miglior attore non protagonista. Ispirato alla vera autobiografia dell’agente federale Ness che, insieme alla sua squadra di agenti incorruttibili, riuscì a far arrestare Al Capone per evasione fiscale, Gli Intoccabili affronta il gangsterismo dal punto di vista inusuale di chi gli si oppone, denunciando la grande responsabilità, nella sua diffusione, della corruzione delle forze dell’ordine.

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Il regista Brian De Palma. Da Wikimedia Commons.

Profondamente diverso è invece Carlito’s Way, con cui De Palma mette in scena una storia di redenzione. Carlito Brigante (Al Pacino) è un ex spacciatore di droga che, uscito di galera, decide di dare un taglio netto al passato. Per alimentare il sogno di trasferirsi ai Caraibi con Gail (Penelope Ann Miller), la donna di cui è innamorato da sempre, finisce però per rimanere invischiato in una serie di omicidi e tradimenti che condurranno a un bellissimo finale dal sapore dolceamaro.

C’era una volta in America (1984), di Sergio Leone

C’era una volta in America (Once Upon a Time in America) è il gangster movie del 1984 scritto e diretto dal maestro Sergio Leone. Nel film, che narra la nascita e lo sviluppo della vita criminale di David ‘Noodles’ Aaronson (Robert De Niro) e del suo gruppo di amici, ritornano le ambientazioni e i motivi classici del genere gangster. Amicizie, tradimenti, amori malati e violenti si susseguono sullo sfondo della New York degli anni Trenta, in pieno proibizionismo.

Leone racconta più di quarant’anni di storia americana seguendo la vita di ‘Noodles’ dalla prima adolescenza fino alla vecchiaia, tra gli anni Venti e la fine dei Sessanta, realizzando un capolavoro che non ha ancora smesso di appassionare e far riflettere sul mondo dei gangster.

Gangster movie anni ’90, tra Martin Scorsese e Quentin Tarantino

Nei primi anni Novanta escono due film destinati a fare la storia del cinema: Quei bravi ragazzi (Goodfellas, 1990) di Martin Scorsese e Le iene (Reservoir Dogs, 1992) di Quentin Tarantino.

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La locandina originale del film Quei bravi ragazzi (1990). Da Voices Film & Television.

Quei bravi ragazzi si mantiene sui binari canonici del gangsterismo, raccontando la storia di Henry Hill (Ray Liotta) e della sua ascesa ai vertici del clan della famiglia Lucchese insieme ai compagni di vita e bravi ragazziJimmy Conway (Robert De Niro) e Tommy DeVito (il vincitore dell’Oscar Joe Pesci) tra gli anni Sessanta e Settanta.

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Quentin Tarantino, regista di Le Iene (1992). Da Flickr.

Molto diverso è invece il caso di Le iene, il folgorante esordio cinematografico di Tarantino a tema gangster. Il film, un gangster postmoderno dai toni thriller e noir, racconta una rapina finita male ad opera di otto criminali dalle identità sconosciute (memorabili le interpretazioni, tra gli altri, di Harvey Keitel, Steve Buscemi e Tim Roth). Quando alcuni iniziano a sospettare la presenza di una talpa all’interno del gruppo, viene ricostruita la dinamica del colpo mancato, allo scopo di rivelare l’identità dell’infiltrato.

Il gangster movie in Oriente: Sonatine (1993), di Takeshi Kitano

Per chi avesse voglia di superare i confini occidentali alla volta dell’Oriente, consigliamo un film gangster molto particolare: Sonatine (ソナチネ, 1993)di Takeshi Kitano.

Sonatine è il racconto dolce e poetico del tentativo di redenzione di Murakawa (Takeshi Kitano), un temuto membro della yakuza che, giunto a una certo punto della sua vita, viene tradito e inviato in una missione suicida sull’isola di Okinawa. Qui, resosi conto dell’ineluttabilità della morte, scopre la bellezza del gioco e della vita, decidendo di riscattare la sua esistenza e vivendo finalmente libero.

I gangster movie degli anni Duemila

Non può infine mancare uno sguardo ai film sui gangster degli anni Duemila. In particolare, abbiamo scelto per voi The Departed (2006) di Martin Scorsese e La promessa dell’assassino (Eastern Promises, 2007) di David Cronenberg, due autori che non hanno bisogno di presentazioni.

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Il regista Martin Scorsese. Da Wikimedia Commons.

The Departed analizza la dualità bene-male attraverso la storia di due personaggi opposti ma speculari: Colin Sullivan (Matt Damon), spia del boss Frank Costello (Jack Nicholson) infiltrata nella polizia, e Billy Costigan (Leonardo DiCaprio), poliziotto infiltrato nel clan del gangster. Tra storie d’amore, tradimenti, spionaggio e colpi di scena ben assestati, Scorsese illustra l’inevitabile destino di morte onnipresente nel mondo del crimine.

La promessa dell’assassino è un gangster movie dalle tinte noir ambientato a Londra, nel mondo della criminalità organizzata russa. Attraverso una narrazione sapiente e molto accurata, Cronenberg dà vita a un affresco credibile e accurato del mondo della mafia russa, realizzando un film dai ritmi perfetti. Nel cast principale figurano Naomi Watts, Vincent Cassel e Viggo Mortensen, protagonista di un combattimento memorabile.

Christian Maria Savastano

Bibliografia e sitografia