Islam e morte: l’aldilà per i musulmani

L’Islam è una religione monoteista, fondata da Maometto nel VII secolo. Il testo a cui fanno riferimento i suoi credenti è il Corano, unica fonte di verità e di volontà divina; oltre a parlare del modo in cui devono vivere i credenti, il libro fa anche ulteriori riferimenti alla morte nell’Islam.  

il Corano

Cosa c’è dopo la morte nell’Islam? 

In relazione alla morte, l’Islam fa riferimento al Paradiso (Janna, ovvero giardino) e all’Inferno (Jahannam), due luoghi ultraterreni in cui i credenti andranno dopo aver vissuto sulla Terra. Il paradiso è quindi considerato, per i musulmani, un giardino in cui scorrono fiumi di bevande (tra cui il vino) e ci sarà da mangiare in abbondanza. L’Inferno islamico è totalmente diverso: coloro che vi entrano, saranno combustibile, bruciando per l’eternità.  

Il giardino (Janna) nell’Islam

Come già affermato, il Paradiso islamico è rappresentato come un giardino dove ci sarà sempre la disponibilità per ogni necessità, come quella alimentare (latte, miele, vino e altre bevande alcoliche) e non solo, come recita questa sura: “In quel Giorno, i compagni del Paradiso avranno gioiosa occupazione, essi e le loro spose, distesi all’ombra su alti letti. Colà avranno frutta e tutto ciò che desidereranno”. (Sura 36:55-57).

L’Islam non si ferma alla disponibilità alimentare, ma fa anche riferimento alla sessualità: gli uomini potranno avere rapporti sessuali con fanciulle vergini, che saranno create appositamente per rispondere ad ogni esigenza dei credenti e, questo, sarà per l’eternità: ‘’ […] e (ci saranno colà) le fanciulle dai grandi occhi neri, simili a perle nascoste; compenso per quel che avranno fatto; […] le abbiamo create perfettamente; le abbiamo fatte vergini; amabili e coetanee; per i compagni della destra”. (Sura 56:10).  

Chi sono le vergini nel Paradiso islamico? 

Le donne, a disposizione degli uomini nel Paradiso coranico, prendono il nome di Huri. Loro avranno il compito di attendere i credenti, soddisfacendo poi ogni loro necessità sessuale. Secondo il Corano, queste donne hanno grandi occhi neri e sono vergini sempre, proprio per soddisfare l’uomo all’inizio di ogni atto sessuale.

Il Corano fa descrizioni molto dettagliate, soprattutto sull’aspetto fisico di queste donne: sono come perle sorvegliate, hanno sguardi casti, occhi grandi, sono fanciulle dai seni pieni, coetanee. Inoltre, il Corano aggiunge anche dettagli riguardanti la loro verginità: donne mai toccate da uomini o jinn (spiriti o demoni), con l’imene ancora intatto. Questo è considerato, nel Corano, il premio per tutti i timorati di Allah, specialmente coloro che hanno dato la vita al suo servizio (jihad); a loro, secondo il Corano, sarà data una grande ricompensa. 

Cos’è un Hadith (pl. Ahadith)? 

Molti musulmani utilizzano il Corano come unica fonte di verità, mentre altri fanno anche riferimento ai testi degli Ahadith. Questi sono i detti e i fatti del profeta Maometto. Molti musulmani ignorano gli Ahadith, perché raccontano dettagli ambigui; c’è da specificare, però, che questi testi, raggruppati in sei libri, rappresentano parte costitutiva della Sunna, ovvero la Seconda fonte della Legge Islamica (dopo il Corano).

La Sunna rappresenta, quindi, il codice di comportamento islamico. A causa di vari dettagli, a volte imbarazzanti, i musulmani hanno deciso di dividere questi testi in veri e falsi, facendo la cosiddetta ‘’scienza degli uomini’’: si tratta di un’analisi genealogica, per capire se la persona avesse buoni rapporti con il Profeta, una buona nomea e così via.  

Maometto

La Huri negli Ahadith 

Nonostante la differenza tra Ahadith veri e falsi, in quelli considerati ‘’fondati’’ non mancano descrizioni a sfondo sessuale delle Huri nel Paradiso che, come specificato, attenderanno gli uomini per soddisfarli sessualmente. Facendo riferimento agli Ahadith ‘’buoni’’, ecco alcune delle citazioni: “Il messaggero di Dio disse, ‘Chiunque sarà ammesso da Dio in paradiso sarà sposato a 72 mogli; due di loro sono vergini e settanta del suo patrimonio delle abitanti dell’inferno.’’

Oltre a questa, abbiamo anche l’idea di una ricompensa minima che, oltre ad includere le vergini, include anche dei servi: ‘’Il premio più piccolo per la gente del paradiso è una casa dove ci sono 8 mila servi e 72 vergini, sopra la quale c’è una cupola decorata con perle, acquemarine e rubini, larga quanto la distanza da al-Jabiyyah a San’a.”

Un paradiso sensuale e carnale 

La Janna islamica rappresenta sicuramente aspetti spirituali, dato da ampi spazi e giardini, ma anche e soprattutto un aspetto sensuale e carnale, come le donne, il sesso e il vino. Ovviamente, non terminano qui le descrizioni dettagliate, infatti molti teologi musulmani hanno dato altre rappresentazioni; tra questi, ricordiamo al-Ghazali, che continua con la descrizione delle vergini e degli schiavi, ma aggiunge qualche dettaglio in più: ‘’ […] Il profeta disse: se un abitante del paradiso desidererà avere un figlio, lo avrà. Il suo stare nell’utero, il suo svezzamento dal latte e la sua giovinezza passeranno allo stesso tempo. Disse anche: Gli abitanti del paradiso saranno senza barba e senza capelli. Il colore sarà bianco e i loro occhi dipinti col collirio. Saranno giovani di 33 anni. Saranno lunghi 60 cubiti e larghi 7 cubiti. Disse anche: Il rango più basso per un abitante del paradiso sarà avere 8 mila servi e 72 mogli. In breve ci sarà un tale sollazzo che nessuno ha mai visto, né mai udito né concepito.”

Insomma, c’è da dire che, anche in questo caso, una descrizione così accurata di Paradiso ci rimanda a tutt’altro, ovvero ad una visione più terrena e carnale, anziché spirituale.  

Anna Lisa Accurso

Fonti sulla morte nell’Islam

1. Islam – Wikipedia
2. Janna – Wikipedia
3.
Inferno islamico – Wikipedia
4. Il paradiso islamico (1) – Islamecom
5. Le 72 vergini – WikiIslam
6. Huri – Wikipedia
7. Ḥadīth – Wikipedia  

Fonti media: File:A Copy of The Quran at Museum Of Natural History NY (566912940).jpg – Wikimedia Commons , File:People listening (from a famous miniature of Muhammad).jpg – Wikimedia Commons