Cervelletto: a cosa serve e come funziona?

Il cervelletto (detto anche cerebellum) è una porzione del Sistema Nervoso Centrale posta dietro e in basso rispetto al cervello propriamente detto. Le sue funzioni sono numerose e la sua anatomia è complessa, ed è per questo che comunemente non si conosce molto bene questo interessante organo.

A cosa serve il cervelletto? Come funziona? Dove si trova? A cosa portano le malattie cerebellari? Cerchiamo di dare una spiegazione semplice e comprensibile. Per una trattazione più completa e dettagliata si rimanda ai manuali citati nella bibliografia.

Anatomia del cervelletto

Anatomia macroscopica

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Rapporti e suddivisione anatomica del cervelletto. In alto una sezione sagittale del cervelletto e i suoi rapporti con il tronco encefalico. In basso visione posteriore con suddivisione schematica.

Il cervelletto si trova posteriormente e inferiormente rispetto al telencefalo (il cervello propriamente detto), alloggiato nella fossa cranica posteriore. Superiormente è separato da una membrana meningea chiamata tentorio del cervelletto, mentre anteriormente ha rapporti con il tronco encefalico [1] tramite l’interposizione del quarto ventricolo. Inoltre l’adesione al resto del sistema nervoso centrale è assicurata dai cosiddetti peduncoli cerebellari (inferiori, medi e superiori), che lo tengono attaccato al tronco encefalico.

La porzione esterna (superficiale) del cervelletto viene chiamata corteccia cerebellare (sostanzialmente simile alla corteccia cerebrale) dove risiedono i nuclei delle cellule (sostanza grigia), mentre internamente si trova la sostanza bianca composta dagli assoni [2] (che va a comporre il cosiddetto arbor vitae).

Visto macroscopicamente dall’esterno, il cervelletto mostra una porzione mediana vermiforme, chiamata appunto verme, e due porzioni laterali più sviluppate in larghezza chiamate emisferi. Il cervelletto può inoltre essere diviso in 3 lobi:

  • il lobo flocculo-nodulare, composto dalla porzione caudale del verme e dai due flocculi.
  • il lobo anteriore, composto dalla porzione posta anteriormente alla scissura postero-laterale [3].
  • infine il lobo posteriore, situato posteriormente alla suddetta scissura.

Nel contesto della sostanza bianca risiedono dei nuclei profondi (anch’essi di sostanza grigia) divisi in 3 gruppi in base alla funzione e alla connessione:

  • Nucleo del tetto (o del fastigio), connesso all’archicerebellum.
  • Nc. interposito (formato dal nucleo globoso e dal nucleo emboliforme), collegato al paleocerebellum.
  • Nc. dentato, collegato al neocerebellum.

Anatomia microscopica

La corteccia cerebellare è organizzata in 3 strati e le cellule più importanti in questo contesto sono le cellule di Purkinje (le uniche cellule della corteccia che portano lo stimolo verso l’esterno) e le cellule dei granuli (che trasmettono l’impulso dall’esterno verso le cellule di Purkinje). Altre cellule con funzione di interconnessione sono invece le cellule a canestro, le cellule di Golgi e le cellule stellate.

Nella sostanza bianca, oltre agli assoni delle cellule di Purkinje, ci sono 2 tipi di fibre che portano verso la corteccia: le fibre rampicanti (che originano dai nuclei olivari inferiori del tronco encefalico) e le fibre muscoidi.

Funzioni del cervelletto

In base alla funzione il cervelletto si divide in 3 porzioni che hanno connessioni, origine e funzioni specifiche.

Archicerebellum

L’archicerebellum è la parte più antica e corrisponde alla porzione mediana (lobo flocculo-nodulare e verme anteriore). Le sue connessioni sono principalmente con i nuclei vestibolari, cioè i centri nervosi del tronco encefalico che smistano i segnali provenienti dall’orecchio interno [4]. Per questo motivo, l’archicerebellum è essenziale nel mantenimento dell’equilibrio.

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Divisione schematica del cervelletto: in verde l’archicerebellum, in viola il paleocerebellum, in blu il neocerebellum

Paleocerebellum

Il paleocerebellum (verme, lobo anteriore e paraflocculo); è connesso con il midollo spinale [5] tramite vie ascendenti (fasci spinocerebellari) e vie discendenti. Attraverso queste connessioni, perciò, il paleocerebellum ha 2 funzioni fondamentali: la prima è quella di mantenere la postura eretta attraverso il mantenimento del tono estensorio degli arti inferiori; la seconda è di coordinare i movimenti fungendo da “controllo dell’errore”, cioè mette a confronto il movimento che si sta eseguendo con il movimento che si è programmato di fare.

Neocerebellum

Il neocerebellum è la parte più moderna (corrisponde agli emisferi del lobo posteriore) ed è connesso principalmente con le aree frontali motorie e premotorie della corteccia cerebrale [6]. La sua funzione è quindi di trasformare la “pianificazione” cerebrale del movimento (cioè l’ideazione dell’azione) in “programmazione” motoria (cioè lo schema e la sequenza di movimenti da compiere). Sembra inoltre che ci sia anche un ruolo nella memoria motoria e nell’apprendimento degli schemi automatici (engrammi) dei movimenti complessi (camminare, guidare, correre).

Recentemente sono state attribuite al cervelletto altre funzioni, tra le quali funzioni cognitive (attenzione, linguaggio, funzione esecutiva) e anche emotivo-sessuali (cervelletto limbico).

Malattie del cervelletto

Il cervelletto e le connessioni cerebellari possono essere danneggiati da una vasta tipologia di lesioni (ischemiche, traumatiche, infiammatorie, compressive). A prescindere dal tipo di lesione, le conseguenze dipendono dalla sede del cervelletto che viene danneggiata, e quindi da quale dei 3 sistemi (archi, paleo, neo) viene prevalentemente leso.

Segni e sintomi

Semplificando possiamo quindi riassumere in questo modo i sintomi e i segni cerebellari.

Disturbi del movimento: il paziente con lesione cerebellare ha difficoltà motorie poiché il cervelletto, come detto in precedenza, esegue funzioni fondamentali per il movimento. In primis vi è Atassia, cioè deambulazione squilibrata e maldestra; Dismetria, cioè alterazione nelle azioni fini e difficoltà nel direzionare precisamente il movimento degli arti; Adiadococinesia, cioè difficoltà nell’esecuzione di movimenti ritmici e alternati.

Tremore: il “paziente cerebellare” ha un tipico tremore a bassa frequenza definito “intenzionale” o “posturale” o “cinetico“, cioè che inizia nel momento in cui l’arto fa un movimento (nel morbo di Parkinson invece il tremore è a riposo).

Disartria: una patologia del cervelletto porta il paziente a parlare in modo disarticolato; più precisamente la persona parla con voce nasale e accentuazione delle consonanti.

Alterazioni dei movimenti oculari: i movimenti di inseguimento dello sguardo appaiono frammentati e imprecisi.

Quali malattie colpiscono il cervelletto?

Tra le malattie che colpiscono il “sistema cerebellare” abbiamo ad esempio:

  • gli ictus del tronco encefalico,
  • l’encefalopatia da alcol,
  • l’Atrofia Multisistemica,
  • la Sclerosi Multipla,
  • alcune malattie infettive (come la Varicella e il Kuru),
  • tumori come il Medulloblastoma,
  • malformazioni di pertinenza neurochirurgica come quella di Arnold-Chiari e di Dandy-Walker,
  • malattie ereditarie come l’Atassia di Friedreich, le Atassie spinocerebellari e la Sindrome di Wilson.

Terapia

La terapia dei disturbi del cervelletto cambia a seconda della malattia, pertanto è necessario identificare specificamente la condizione che causa i sintomi cerebellari. In generale però la riabilitazione motoria può favorire la creazione di circuiti nervosi collaterali che permettono di riprendere la funzionalità perduta e sopperire alla lesione.

Antonio Spiezia

Glossario

  • [1] Tronco encefalico: è una porzione intracranica del Sistema Nervoso Centrale che si frappone tra il cervello (superiormente) e il midollo spinale (inferiormente), mentre posteriormente ha rapporti con il cervelletto; ha una struttura tubulare e si divide in 3 porzioni, bulbo (inferiore) ponte (medio) e mesencefalo (superiore); dalla sua superficie si dipartono inoltre le 12 paia di nervi cranici.
  • [2] Assone: è una porzione del neurone che rappresenta la via di fuoriuscita del segnale elettrico; si presenta filiforme e talvolta è ricoperto dalla guaina mielinica isolante.
  • [3] Scissura: è un solco abbastanza profondo che si evidenzia ispezionando la superficie della corteccia cerebellare, permettendo di suddividerla in più lobi.
  • [4] Vestibolo: è un organo dell’orecchio interno che percepisce le accelerazioni angolari e lineari del corpo; grazie al vestibolo, possiamo percepire la nostra posizione e i nostri spostamenti nello spazio.
  • [5] Midollo Spinale: è una porzione del Sistema Nervoso Centrale che si posiziona inferiormente al tronco encefalico; ha forma tubulare e posizione extracranica (si trova in un canale formato dalle vertebre); è sede di neuroni fondamentali per il movimento volontario e per le funzioni autonome di visceri e vasi.
  • [6] Aree motorie e premotorie della corteccia: la corteccia del cervello è organizzata in aree che hanno ognuna una specifica funzione; l’area motoria (detta area 4) è la parte di cervello che invia direttamente il comando del movimento muscolare volontario; l’are premotoria (area 6) invece è importante per la pianificazione dell’azione motoria, quindi nella preparazione al movimento finalizzato.

Bibliografia

Anastasi G., et al., Trattato di Anatomia umana, Milano, edi-ermes, 2010.

Barone P., Brunetti A., Cappabianca P., Filla A., Gangemi M., Maiuri F., Santoro L., Spaziante R., Sistema nervoso – Neurologia – Neurochirurgia – Neuroradiologia, Napoli, Idelson – Gnocchi, 2012.

Bonavita V., Di Iorio G., Neurologia clinica – Diagnosi e terapia, Edizioni Medico Scientifiche, 2007

Chiò A., Durelli L., Lopiano L., Mauro A., Mutani R., Il Bergamini di Neurologia, Edizioni Libreria Cortina, Torino, 2012.

Conti F. et al., Fisiologia Medica vol. 1 (2a edizione), edi-ermes, 2005.

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