Sonetto inglese: evoluzione e contaminazioni

Il sonetto inglese è andato incontro a una particolare storia nel corso del tempo. Il sonetto è uno dei generi poetici più diffusi nella poesia europea. Nato in Italia alla corte di Federico II intorno al XIII secolo, emigrato nella poesia volgare toscana – di cui Petrarca è il più illustre esempio – il sonetto ha ben presto oltrepassato i confini nazionali italiani.

La parola sonetto deriva dal provenzale sonet, che significa suono, melodia. Già questa prima indicazione ci suggerisce che inizialmente il sonetto era accompagnato dalla musica

Il sonetto nella letteratura inglese

Nella letteratura inglese il sonetto è stato introdotto per la prima volta da Thomas Wyatt e Henry Howard, che hanno tradotto dall’italiano i componimenti di Francesco Petrarca. Sebbene il senso complessivo dei sonetti di Petrarca venga preservato nella traduzione, Wyatt compie delle modifiche a livello metrico e formale e anche lessicale.

Da un punto di vista metrico, notiamo che il poeta e traduttore inglese trasporta l’endecasillabo italiano nel pentametro giambico inglese. Questo metro, che è quello più famoso e più diffuso nella poesia inglese, consiste in un’alternanza di sillabe atone e sillabe toniche.

Confronto tra Petrarca e Wyatt

Mettiamo a confronto Pace non trovo di Petrarca e la sua traduzione in inglese di Wyatt.

Pace non trovo, et non ò da far guerra;

e temo, et spero; et ardo, et son un ghiaccio;

et volo sopra ’l cielo, et giaccio in terra;

et nulla stringo, et tutto ’l mondo abbraccio.

I find no peace, and all my war is done.

I fear and hope. I burn and freeze like ice.

I fly above the wind, yet can I not arise;

And nought I have, and all the world I season.

Un’altra differenza sostanziale riguarda la struttura della poesia. Nel sonetto italiano, infatti, alle due quartine iniziali seguono due terzine finali, nelle quali si scioglie il nodo presentato nelle due strofe precedenti. Wyatt, invece, trasforma i quattordici versi del sonetto in tre quartine e un distico finale. È quello che viene comunemente chiamato English sonnet, sonetto inglese, che differisce sostanzialmente per questo motivo da quello italiano.

Tuttavia, il modo in cui è trattata la materia poetica non cambia di molto: nelle prime due quartine viene infatti presentata la situazione problematica iniziale, la terza rappresenta una sorta di chiave di volta con il distico che arriva a una conclusione risolutiva. Nel distico finale, di solito – e questo sarà ancora più vero con il lavoro poetico di Shakespeare – si presenta una situazione generale e universale, che guarda oltre alla situazione specifica e spesso personale presentata nella poesia. 

I temi del sonetto inglese

Ma come si sono evoluti i temi del sonetto inglese dalla sua prima comparsa con le traduzioni di Petrarca? Sicuramente il tema centrale della poesia petrarchesca è l’amore, con le sue diverse declinazioni e le tribolazioni a cui costringe l’io lirico del poeta. Nel sonetto inglese si nota invece una sostanziale varietà di temi. Già nel 1601 Samuel Daniel notava nel A Defence of Rhyme come il sonetto fosse dal punto di vista tematico maggiormente libero rispetto ad altre forme poetiche, che erano più codificate e restrittive.

Nella storia della letteratura, dunque, il sonetto inglese ha affrontato le più disparate tematiche. Dalla classica tematica amorosa alla riflessione metaletteraria di Shakespeare, dai sonetti romantici di Keats alla critica alla sociale e politica di Milton, fino ai War Poets, con la loro denuncia del trauma della Prima Guerra Mondiale.

I motivi in dettaglio

Quali sono dunque i temi principali del sonetto inglese? I primi sonetti, prodotti sulla base delle traduzioni da Petrarca, avevano al centro il tema amoroso. C’è però una particolarità rispetto ai canoni della lirica amorosa petrarchesca: si cominciano infatti a tradire le convenzioni classiche. Emblematico è l’esempio di Shakespeare nel sonetto 130, quando dice che My mistress’ eyes are nothing like the sun. La donna non è dunque idealizzata ma ugualmente desiderata e amata.

L’arte eternatrice

Sempre intorno al Cinquecento, uno dei temi più comuni del sonetto era la riflessione metaletteraria. Sia Spenser che Shakespeare sono degli esempi lampanti: il bardo invoca la forza della poesia affinché possa scolpire per sempre la bellezza del suo fair youth, così che non degradi come nella realtà del tempo e della natura. Ancora nell’età romantica e pre-romantica si riflette sul ruolo dell’arte e della poesia: come dimenticare la bellezza dei versi di Keats nel suo sonetto When I have fears that I may cease to be.

Sono molti altri i temi affrontati dal sonetto inglese nella sua storia. Tuttavia, basta ricordare la malleabilità e la flessibilità di questo genere, che ha fatto sì che i più diversi temi potessero farsi raccontare dalla sua più rigida struttura.

Salvatore Cammisa

Fonti:

Marco Canani, Francesca Chiappini, Sara Sullan, Introduzione allo studio della letteratura inglese, Carocci, Roma, 2017