Gennaro Castaldo: viaggio del poeta dall’origine al nulla

In una società sempre più frenetica ed ossessionata dall’idea di raggiungere i propri obiettivi personali a tutti i costi, la poesia può aprire un nuovo orizzonte di esistenza? Può portare l’uomo a compiere un viaggio dentro se stesso e a riconsiderare tutto in una nuova prospettiva? Tentiamo di rispondere a queste domande richiamandoci al nuovo libro di Gennaro Castaldo: Frammenti – Viaggio di un’anima dall’origine al nulla.

Castaldo e il viaggio del poeta

Castaldo

Poesia, poesia è sognare,

librarsi in volo,

mentre gli occhi sono chiusi

Con questi versi si apre il libro di Gennaro Castaldo, che nel suo piccolo ma denso scritto fa confluire poesie e riflessioni, con lo scopo di aprire all’uomo nuovi punti di vista. La visione dello scrittore afragolese è alquanto filosofica, poiché sembra proprio che l’uomo possa prendere spunto dal poeta per ritrovare se stesso. Il poeta attraverso la poesia compie un viaggio alle origini della sua esistenza, ovvero in quella dimensione atemporale e aspaziale in cui tutto è indistinto e in cui la nostra anima non è venuta ancora in contatto con la materia.

La partenza di questo viaggio è il luogo dell’abisso, cui il poeta deve sempre ritornare, perché l’unico modo per ritrovarsi è smarrirsi. La meta è per Castaldo la riscoperta di se stessi e, in altre parole, l’incontro con la propria anima. Grazie a questo contatto l’uomo impara ad amare sé e la vita. L’iter del poeta, che si articola attraverso i sentimenti e la parola, può in qualche modo essere un paradigma anche per l’uomo. Quest’ultimo può ritrovare la sua dimensione più autentica facendo un viaggio introspettivo, che gli consente anche di abbracciare ed accogliere l’altro in una dimensione più sana.

La poesia tra logos e sentimento, singolare e universale

La poesia non è mai individuale, del singolo, ma appartiene alla molteplicità che è l’insieme degli Esseri.

CastaldoLa parole di Castaldo sembrano ricalcare quelle di Massimo Troisi, nel ruolo del postino innamorato, che tra il serio e il faceto asseriva che la poesia non è di chi la scrive ma di chi se ne serve. Se è vero infatti che la poesia nasce nella sfera intima del poeta, è pur vero che questa è sempre a disposizione di coloro che ravvedono nei versi il riflesso di se stessi e delle proprie emozioni. Questo infinito nulla, che in qualche modo ricorda Leopardi, abbraccia però una visione positiva dell’esistenza.

La poesia, oltre a congiungere l’universale al singolare, ha anche un altro merito. Essa accorcia la distanza tra la sfera del λόγος (si legge lògos) e del raziocinio e quella delle emozioni e degli istinti. In qualche modo il verso, dando voce all’anima, riesce a mediare tra queste due dimensioni con le quali ogni uomo deve fare i conti. Secondo Castaldo, però, la poesia propende per il mondo irrazionale e non decanta solo il bello. Emergono, così, sentimenti contrastanti: si spazia dall’inno all’amore al dramma della violenza, dall’esaltazione del desiderio alla descrizione della sofferenza. La morte, il tempo, il dolore sono tutte quelle condizioni con le quali l’uomo deve confrontarsi quando, lontano dagli affanni quotidiani, si ritrova solo con se stesso.

La vita, la morte e l’amore

Le esperienze vissute dall’autore, divenute poesie, diventano la base di riflessioni più ampie. Castaldo intende la vita come una corsa ad ostacoli, che nonostante le difficoltà va vissuta. Anche la morte, d’altra parte, assume una connotazione inusuale, poiché è in questi termini che la descrive:

La morte non è niente, è solo un trampolino per un salto nell’abisso del Nulla, luogo del Principio da dove l’anima è partita e anela ritornarvi.

Anche la morte viene in qualche modo vinta dall’Amore. Se la morte è il Nulla, l’Amore è ciò che lo cosparge e che al di là del Tempo allevia il dolore della mancanza, grazie al ricordo. L’Amore, però è anche ciò che “alimenta” la vita. Al riguardo Castaldo scrive:

Vivere una vita intensa ti regala la soddisfazione di riportare in superficie un’infinità di ricordi […] far rivivere volti ormai lontani, riportare alla realtà storie passate, rigustare momenti estasianti che hanno riempito “il libro della tua Vita”.

Che non possa dunque questo piccolo “opuscolo” arricchire il libro della nostra vita ed indirizzare quest’ultima al bello. Del resto, anche Giambattista Vico ritiene che il più sublime lavoro della poesia sia quello di dare senso e passione alle cose insensate.

Giuseppina Di Luna

Bibliografia

Gennaro Castaldo, Frammenti-Viaggio di un’anima dall’origine al nulla, BookSprint Edizioni, 2016.