Popper ed Eccles: il rapporto tra l’Io e il suo cervello

Uno dei problemi di cui si interessa la filosofia della mente è quello del rapporto tra la mente e il cervello. Il dibattito, più attuale che mai, ha visto assemblarsi sulla scena filosofica del secolo scorso diverse teorie. Un contributo particolarmente rilevante è stato dato dai filosofi Karl Popper e John Eccles, che sono stati i più grandi esponenti del dualismo interazionista.

Popper e la teoria dei tre mondi

cervelloLa dicotomia tra mente e cervello ha origini molto antiche.  Solitamente con il primo termine si intende l’insieme dei comportamenti e degli stati d’animo umani, mentre con il secondo si indica l’organo fisicamente presente nel nostro cranio. Se nel materialismo classico – che va dai greci ad Hobbes – si prediligeva la materia, ma non si negava l’esistenza degli stati mentali, ora questi ultimi sono del tutto asserviti al cervello. Le recenti ricerche neuroscientifiche sembrano propendere, infatti, a favore di un materialismo molto più accentuato, anche detto fisicalismo radicale. Molte teorie hanno stabilito che l’evoluzione del corpo precede quella della mente. Ogni nostra azione sarebbe allora il risultato di quanto avviene nel cervello. Per una prospettiva diversa occorre considerare la classificazione delineata da Popper:

Anzitutto c’è il mondo fisico – l’universo delle entità fisiche – […]; lo chiamerò “Mondo 1”. In secondo luogo, c’è il mondo degli stati mentali, comprendente gli stati di coscienza, le disposizioni psicologiche e gli stati inconsci; lo chiamerò “Mondo 2”. Ma c’è anche un terzo mondo, il mondo dei contenuti di pensiero, o per meglio dire, dei prodotti della mente umana; lo chiamerò “Mondo 3”.

Dunque, nel Mondo 1 rientrano tutti gli oggetti fisici, gli organismi viventi e anche il cervello. Nel Mondo 2 ritroviamo stati soggettivi e psicologici e nel Mondo 3 ciò che viene elaborato dalla mente umana. Secondo il principio fisicalista tutto può essere ricondotto al Mondo 1: il mio mal di denti si ripercuote sul mio sistema nervoso e influenza tutto quello che faccio. Popper ed Eccles, considerando tale posizione troppo estrema, si interrogano invece sulla possibilità di una interazione tra gli stati mentali e cervello.

Confutazione del materialismo e del mentalismo

Se i materialisti inglobano il mondo 2 e il mondo 3 nel mondo fisico, perché ritengono che ogni comportamento, incluso quello verbale, derivi dal cervello e che quindi la coscienza non esista, i mentalisti accettano solo gli oggetti del Mondo 2. Secondo Popper ed Eccles nessuna delle due teorie riesce effettivamente a rendere giustizia al Mondo 3, in cui rientrano: istituzioni pubbliche, opere d’arte, ricerche scientifiche, oggetti e manufatti di ogni genere. Per dimostrare che questi ultimi non possono essere ridotti agli stati mentali né alle disposizioni del cervello, Popper ci presenta un esempio alquanto singolare.

Frege, filosofo e matematico, si accorse di una contraddizione intrinseca nella sua opera “I principi della matematica” solo quando fu Russell a farglielo notare. La contraddizione era oggettivamente presente molto prima di essere nella mente di Frege, che una volta compresa l’incoerenza scrisse: “l’Aritmetica comincia a vacillare”. Questo dimostra che:

C’è quindi un’interazione tra: (a) l’evento fisico, o parzialmente fisico, del ricevere Frege la lettera di Russell; (b) il fatto oggettivo, fino ad allora non evidenziato e appartenente al mondo 3, che nella teoria di Frege c’era un’incoerenza e (c) l’evento fisico, o parzialmente fisico, dello scrivere Frege il suo commento sullo status (Mondo 3) dell’aritmetica.

Ci sarebbe allora un’interazione tra il mondo fisico e il mondo delle creazioni umane, che avviene mediante gli stati soggettivi e psicologici. È impossibile negare che il cervello si sia modellato anche grazie alla cultura umana (Mondo 3).

L’interazionismo dualista

PopperNella prospettiva dell’interazionismo dualista, dunque, è possibile non solo che le emozioni e gli stati d’animo siano correlati agli impulsi neuronali, ma anche che la mente auto-cosciente possa scandire l’attività del cervello. La mente svolge allora due azioni: riceve e trasmette. Per comprendere meglio la prima azione occorre immaginare, secondo Eccles, che la corteccia cerebrale sia suddivisa in moduli, cioè delle unità di energia che contengono fino a 10.000 neuroni. Ogni modulo agisce ininterrottamente su una molteplice quantità di altri moduli, da cui a sua volta riceve energia. Da alcuni di questi moduli, cosiddetti aperti, la mente-auto-cosciente riceve informazioni anche quando a prevalere è l’inconscio.

Durante il sonno, infatti, l’attività dei neuroni non viene interrotta, ma è alquanto disordinata. In questo frangente la mente riesce ad elaborare il sogno, perché ogni 2-3 ore si manifesta una piccola attività cerebrale che le permette di raccogliere dati dai neuroni. L’idea di Eccles è che la mente-autocosciente, pur entrando solo in relazione con i moduli aperti, possa influenzare anche i moduli chiusi con delle leggere deviazioni. In termini molto più radicali Popper asserisce:

è il cervello ad essere posseduto dall’io, piuttosto che il contrario. […] L’attività dell’Io è l’unica autentica attività che conosciamo.

Non a caso tutte queste considerazioni confluiranno in una trilogia di libri che si intitolerà “L’io e il suo cervello e non semplicemente “L’io e il cervello”.

Il rapporto tra mente e cervello: un enigma da scoprire

Eccles e Popper riflettono a lungo sulla considerazione generale che ravvede nel corpo la base della personalità dell’io. D’altra parte considerano anche che in alcuni casi questa idea nasce dall’associazione che facciamo in automatico tra mente e cervello. In verità molti studi dimostrano che a seguito della rimozione di alcune parti della corteccia cerebrale non vengono danneggiati gli stati mentali. Se il materialismo fisicalista non può essere del tutto eliminato, è pur vero che il dualismo interazionista non può essere del tutto confutato.

L’enigma rimane irrisolto, ma ad Eccles e Popper va il merito di aver riportato l’attenzione sui fenomeni come memoria, immaginazione e ricordo seguendo il punto di vista del Mondo 3. Il mondo delle creazioni umane non sarà sufficiente a delineare l’umanità ma è sicuramente necessario, per dirla con Popper, a restituire alla persona umana il senso del miracolo, del mistero e del valore.

Giuseppina Di Luna

Bibliografia

Karl Popper e John Carew Eccles, L’io e il suo cervello (VOL.I-II-III), Armando editore, Roma 1982.