Etica Buddhista: i 5 divieti e i 8 comandamenti buddhisti

L’etica Buddhista mira, da generazioni, a consolidare una condotta di vita per eccellenza: retta, pura e priva di corruzione spirituale. In modo particolare si parla di veri e propri precetti morali, valori umani assoluti appresi e messi in atto per il buon senso comune in quanto fondamentali per vivere una vita (“sila”) consona che conduce alla liberazione dalla sofferenza e all’illuminazione.

Circa 2500 anni fa, tali valori furono proposti dal Buddha Shakyamuni con la consapevolezza che ogni cosa, indipendentemente dalla propria natura fisica, fosse interconnessa con tutte le altre e per questo qualunque comportamento umano aveva effetti differenti o, per di più, devastanti sulla vita di tutti gli esseri senzienti che ne condividevano l’esistenza in questo mondo.

Si possono così suddividere in tre gruppicinque divieti, otto comandamenti e dieci condotte morali.

etica buddhistaI cinque divieti sono:

  • non uccidere alcun essere vivente;
  • non prendere l’altrui proprietà;
  • non toccare la donna altrui;
  • non dire menzogne;
  • non bere bevande inebrianti.

Gli otto comandamenti includono i suddetti cinque divieti a cui si aggiungono:

  • non mangiare cibo nei tempi non dovuti.
  • astieniti dal canto, dalla danza, dalla musica e da ogni spettacolo indecente. Non ornare la propria persona con ghirlande, profumi e unguenti;
  • non usare sedili alti e lussuosi.

Gli ultimi due precetti morali sono:

  • non adoperare letti grandi e confortevoli;
  • non commerciare cose d’oro e d’argento.

Etica Buddhista: laici e monaci

Le cinque regole raccomandate ai laici, invece, sono leggermente differenti. Esse includono il rispetto della vita, l’astenersi dal furto, la castità, il non mentire, il non bere bevande alcoliche. Le cinque regole obbligatorie per i monaci, oltre alle cinque precedenti, sono: disciplina nell’ora dei pasti. cioè mangiare nelle ore prestabilite, non ricercare i piaceri mondani, evitare unguenti ed ornamenti, non ricevere denaro.
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I precetti vengono identificati quasi come delle guide essenziali per l’approccio alla disciplina buddista e ai principi morali dell’ottuplice sentiero che illustra le “tre pratiche dell’Etica” ripartite nelle tre classi di:

  • retta azione;
  • retta parola;
  • retti mezzi di sussistenza.

L’obbedienza e l’umiltà sono tòpoi caratteristici della fede Buddhista; tali precetti diventano sempre più esigenti man mano che il fedele tenta di purificarsi spiritualmente. Il divieto di uccidere si estende a tutti gli animali, nessuno escluso. L’acqua può essere bevuta solo se filtrata, la castità deve essere completa, la povertà assoluta. Non è permesso accettare regali né ricchezze e, per di più, non si può usare l’aratro perché potrebbe ferire i vermi della terra. 
Il tutto è estremizzato affinché si possa creare un rapporto veritiero e solido tra uomo e natura. L’uomo deve vivere in simbiosi con essa, deve comprenderla, tutelarla e non semplicemente accettarla o riconoscerla.

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Per raggiungere la Liberazione il buddhista deve dedicarsi alla Meditazione, che comporta un’energica disciplina ascetica (yoga) la cui esperienza in un certo senso va al di là di ogni morale. L’io deve liberarsi dell’Illusione circa la realtà del mondo e soprattutto circa la sua personalità, per sprofondare nel “non-io“, nel “non-essere“.

Sabrina Mautone

Fonti

Fonte Immagini etica buddhista: Google.

Ulteriori Informazioni etica buddhista: Etica Buddista Arteraku.

Curiosità: Om – Origine di tutti i mantraZenLa Coppia DivinaIl Tantrismo.