Homo naledi: scoperta nuova specie umana

La ricerca riguardo la storia evolutiva di una specie è di solito un lungo processo, che procede per tappe: i ritrovamenti fossili permettono a poco a poco di ricostruire il percorso filogenetico di un gruppo imparentato di organismi, come fossero pezzi di un puzzle che alla fine, messi insieme, offriranno finalmente la visione d’insieme che ci interessa e che cerchiamo.

È quindi facile capire quanto possa essere importante la scoperta di un record fossile contenente tracce di individui di una nuova specie del genere Homo mai osservata prima d’ora. Aver portato alla luce questi reperti significa infatti aver aggiunto un nuovo tassello al mosaico della conoscenza circa le nostre stesse origini. Tale è la portata del rinvenimento delle ossa di Homo naledi.

 Homo naledi: un nuovo antenato scoperto in Africa

È in Sud Africa che sono stati rinvenuti ben 1500 resti fossili, ricondotti a 15 individui diversi di Homo naledi. I reperti, provenienti dal sistema di caverna chiamato Rising Star, ed in particolare dalla grotta Dinaledi Chamber, a 30 metri di profondità, sono stati poi analizzati e studiati a Johannesburg dal team di ricerca coordinato dal paleoantropologo Lee Berger, un gruppo internazionale di scienziati, che annovera anche l’italiano Damiano Marchi, proveniente dall’Università di Pisa.

Tra i resti ritrovato ci sono sia adulti che bambini, e perciò è stato possibile ricreare i maniera abbastanza dettagliata l’aspetto che probabilmente avrà avuto Homo naledi. Un particolare interessante è la posizione in cui sono stati ritrovati gli scheletri: una disposizione all’apparenza innaturale ed intenzionale, che fa pensare ad un coinvolgimento in qualche tipo di rituale, caratteristica attribuita solo ai più evoluti rappresentanti del genere Homo.

Identikit di Homo naledi

Collocare Homo naledi nell’albero filogenetico che racconta la storia evolutiva della razza umana è stata un’operazione non facile per i paleontologi coinvolti nello studio. Questo rappresentante del nostro genere infatti possiede caratteristiche molto primitive, tali da poter rendere i ricercatori abbastanza sicuri nell’affermare che questo sia uno dei nostri parenti storicamente più lontani; al contempo però sono stati osservati tratti molto evoluti, quasi identici a quelli dell’uomo moderno, che hanno fatto protendere per la classificazione nel genere homo.

homo naledi

Homo naledi era minuto, non superando il metro e mezzo d’altezza, con un cranio piccolo che ospitava un cervello che doveva essere circa delle dimensioni di un’arancia. La scarsa capacità cranica fa pensare ad un cervello ancora lontano dalla complessità che il genere Homo avrebbe conosciuto coi suoi esponenti più recenti.

Le ossa degli arti però sono molto somiglianti a quelle dell’uomo moderno. In particolare le mani presentano dita curve, che fanno pensare che Homo naledi fosse capace di maneggiare utensili, oltre a riuscire ad arrampicarsi agevolmente sugli alberi.

Questa specie presentava quindi caratteristiche sia primitive che moderne, ponendosi in una posizione intermedia che suscita grande interesse  tra gli studiosi. Tuttavia c’è ancora molto da scoprire, e le caverne Rising Star sono ancora in gran parte da esplorare. La ricerca è ancora lunga.

Lorenzo Di Meglio

Sitografia 

http://www.sciencedaily.com/videos/03ccaf91caec3a00dea710fe4e17e00e.htm

http://www.sciencedaily.com/videos/03ccaf91caec3a00dea710fe4e17e00e.htm