La prima donna illuminata: Sahajo

Nella storia della cultura indiana i maggiori esponenti di cui si è sempre trattato, guru illuminati, sono sempre stati esponenti di sesso maschile; basti pensare al grande Buddha Gautama, Kabir, Farid, Nanak, Mahavira… ce ne sarebbero centinaia da elencare, ma, se provassimo per un istante a considerare il sesso Maitreya_Buddha_the_next_Buddhafemminile, ci renderemmo conto di quanto, paradossalmente, esso venga contemplato e celato allo stesso tempo.

Le lingue occidentali, secondo la tradizione, sono state fortemente influenzate dagli uomini mentre quelle orientali hanno subito l’influenza femminile delle donne, motivo per cui, qualsiasi cosa o espressione culturale “significativa” nelle lingue orientali è femminile, come ad esempio ciò che manifesta affetto, gentilezza, preghiera, devozione, unione, non violenza.

Da sempre, secondo la realtà suprema indiana, uomini e donne sono una cosa sola anche se si manifestano attraverso espressioni diverse; la donna rappresenta la quiete, è radicata al proprio essere, alla propria casa, ai propri affetti ed è paziente, modesta, tollerant,e mentre l’uomo rappresenta la fugacità del tempo ed è sempre in movimento, un vagabondo alla ricerca di se stesso sempre impaziente, sempre di corsa.

“Per l’uomo lottare è naturale, combattere è naturale. L’uomo conosce solo un modo per vincere: lottare. La donna conosce un’altra via: arrendersi. Un uomo può essere sconfitto anche quando vince, una donna vince anche nella sconfitta.” 

Se osserviamo attentamente le fondamenta della religione induista possiamo notare quanto i due sessi, maschili e femminili, pur essendo opposti tra loro riescano a viaggiare in armonia. In realtà quando un uomo raggiunge l’ultimo gradino dell’illuminazione diventa come una donna: femminile. 

La prima donna illuminata è dunque l’uomo. Basti pensare al Buddha: la serenità, la tenerezza, la compassione, la dolcezza, la preghiera, la tranquillità sono qualità difficili da trovare in un uomo comune ma non in un uomo illuminato. Non a caso gli Hindu hanno considerato la realtà assoluta “Brahman” un termine dal genere neutro – ne maschile, ne femminile perché rappresenta una dimensione in cui ambedue i sessi scompaiono e si fondono insieme in un unico grande essere illuminato.

Dadu diceva: “L’amante è divenuto l’amata” poiché contemporaneamente anche nella donna nasce una certa mascolinità.

La prima donna illuminata: Sahajo

Sahajo era una monaca sannyasin che aveva fatto voto di castità e abbandonato tutto per seguire il suo maestro. Si racconta che il Buddha, nonostante avesse realizzato il Vero, non fu mai propenso a concedere l’iniziazione alle donne. Egli era consapevole del fatto che gli esseri viventi non sono né donna ne uomo ne possono essere etichettati ma malgrado ciò la distinzione tra ambedue i sessi rimase.

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Buddha comprese che, in realtà, la natura femminile è una natura fatta di amore ed era consapevole del fatto che ci sarebbe sempre stata una certa attrazione fa uomini e donne. perché le donne non possono vivere senza amore e gli uomini non sarebbero riusciti a proseguire la via della meditazione consapevoli dell’amore delle donne.

Tantissimi Maestri nella storia dell’umanità hanno fondato religioni, ma nessuna donna ci è mai riuscita. Il Corano, la Bibbia, la Gita sono stata trasmesse da uomini e nessuna donna ha mai espresso cose simili.

Perché?

Un uomo può diventare Maestro, ma non discepolo. Una donna può diventare discepolo, ma non maestro, perché per essere un discepolo bisogna essere umili e per un uomo è difficile arrendere il proprio ego – è più semplice abbatterlo e distruggerlo del tutto anziché “arrendersi”. Una donna non necessita di ego, anzi, è piena nella sua mancanza. Le donne indiane sono grandi discepole, grandi devote ecco perché dei quarantamila sannyasin di Mahavira trentamila erano donne.

Tra le maggiori discepole indiane abbiamo Sahajo, Mira, Daya, Rabiya. Queste donne sono state importantissime per la cultura indiana in modo particolare Sahajo diceva:

“Posso abbandonare Dio ma non potrò mai abbandonare il mio Maestro”

Un Maestro è colui che può mostrare il sentiero ad altri, colui che può insegnare. Un maestro può offrire una molteplicità di parole perché si lega a ciò che è astratto una donna può offrire una molteplicità di amore perché nella sua indole è plasmata in questo modo ma purtroppo non si può insegnare ad amare – amare è più come annegare in compenso si può insegnare a meditare. Meditare è come nuotare.

Sabrina Mautone

Fonti

Fonte Immagini prima donna illuminata: Google.

Bibliografia: La via femminile all’illuminazione a cura di Anand Videha.

Curiosità: Gautama BuddhaOm – Origine di tutti i mantraSiddharta.

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