Sgt. Pepper’s: cosa è stato per i Pink Floyd?

Cosa unisce Beatles e Pink Floyd, oltre al fatto di essere due delle band più grandi della musica di tutti i tempi? Qual è il loro rapporto in termini musicali? Roger Waters, leader e bassista dei Pink Floyd, ha rivelato quanto importante sia stata l’influenza musicale dei Beatles, oltre ad aver escluso la possibilità di un ritorno ai Pink Floyd ed essersi scagliato contro la moderna industria discografica che mortifica la creatività… ma questa è un’altra storia.

Sgt. Pepper’s: tracce nella musica dei Pink Floyd

In particolare, Waters ha parlato del ruolo primario che avuto l’album Sgt. Pepper’s Lonely Heart Club Band, uscito nel 1967 poco prima della pubblicazione del primo disco dei Pink Floyd The Piper at the Gates of the Dawn, nel caratterizzare la musica del gruppo. A prima vista, o sarebbe meglio dire a primo ascolto, non è facile trovare similitudini evidenti tra la musica e gli stili delle due band, ma bisogna tener presente che si parla di due gruppi con una forte personalità e che, come abbiamo già detto, hanno fatto la storia della musica, per cui è inevitabile che le influenze che l’una ha avuto sull’altra siano state rielaborate in chiave personale e che quindi non siano individuabili in maniera lampante. I Pink Floyd hanno infatti sviluppato uno stile completamente nuovo e personale, che si allontana molto da quel Sgt. Pepper’s, caratterizzandosi in tutta la propria dignità.

Sgt. Pepper's
Può però essere interessante cercare le tracce di questa influenza, che in realtà si possono trovare principalmente nel primo album. Non è un caso il fatto che sia stato proprio Sgt. Pepper’s ad esercitare una forte impressione sulla musica dei Pink Floyd: questo disco segna infatti la svolta orientata ad un suono psichedelico da parte dei Beatles, in evoluzione rispetto al carattere più vicino al pop e allo skittle dei primi album: per quanto, ovviamente, questa definizione sappiamo essere una semplificazione, non potendo ridurre la prima musica dai Beatles ad un semplice skittle, per quanto adorabile.
Sgt. Pepper’s è uno degli album più iconici della storia, dalla copertina, che raggruppa i personaggi più disparati, al contenuto, un meraviglioso susseguirsi di brani vivaci: dai più “tradizionali” come When I’m sixty-four, a quelli psichedelici come la celeberrima Lucy in the Sky with Diamonds e Within without you, arricchito dalla musica indiana portata nel gruppo dal chitarrista George Harrison, fino al crescendo finale della toccante A Day in the Life. Sgt. Pepper’s Lonely Heart Club Non è insomma un disco che ha bisogno di presentazioni.

Cosa possiamo dunque trovare di questo disco, diverso certo dai precedenti, ma ancora di stampo tipicamente beatlesiano, nella musica dei Pink Floyd, così diversa ed evocatrice?
In The Piper at the Gates of Down, quello che sarà lo stile dei Pink Floyd è già abbastanza palese, eppure possiamo trovare brani come Bike o The Gnome che ricordano nell’andamento e nella leggerezza un certo stile dei Beatles. È perciò vero, almeno inizialmente, che il peso di Sgt. Pepper’s si sia fatto sentire, in tutte le sue sfaccettature: anche in Pow R. Toc H. si può avvertire un richiamo del brano dei Beatles Lovely Rita.

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Due storie musicali differenti

Non si può però ridurre a questo la musica dei Pink Floyd che, abbiamo già detto, si sono poi sviluppati in una maniera unica e personale, con un suono più distorto e cupo, sognante e malinconico, per semplificare in pochi attributi alcuni dei carattere della loro musica. Quello che però l’ascolto di Sgt. Pepper’s ha ancorato in profondità nella creatività e nella mente di Waters è stato un modo di fare musica che ha cambiato il suo approccio alla creazione dei brani e dei loro testi. Il bassista attribuisce infatti ai Fab4 la sua visione della musica come modo di esprimere se stessi e in maniera libera e indipendente dalle richieste del mercato e del pubblico.

Sgt. Pepper'sSe, da un lato, dal punto di vista musicale non possiamo considerare i Beatles e Sgt. Pepper’s come le uniche e principali ispirazioni dei Pink Floyd e di Waters, che infatti ha dichiarato di aver guardato come modelli soprattutto ad artisti blues, dall’altro non si può ignorare l’apporto che i Fab4 hanno avuto sulla musica nel suo complesso, cambiando il modo  di comporre e di suonare. Sarebbe quindi stato impossibile che i grandi Pink Floyd non avessero assorbito, anche in maniera latente, l’insegnamento dei loro altrettanto grandi contemporanei.

Gaia Giaccone