Il matrimonio tra Isabella di Castiglia e Ferdinando d’Aragona

I due giovani sposi si erano conosciuti di persona solo pochi giorni prima, giungendo nella città castigliana di Valladolid in clandestinità e in povertà, con un re disposto a far incarcerare la sposa, che era sua sorella e la sua giovane erede, e a eliminare di nascosto il giovane principe suo sposo. Con denaro preso in prestito e grazie al via libera di una falsa bolla papale, in una mattina del 19 Ottobre 1469[1], in casa di amici fedeli erano uniti in nozze lei, Isabella di Castiglia e lui, Ferdinando d’Aragona, futuri “Reyes Catòlicos” e primi sovrani di ciò che sarebbe divenuto il Regno di Spagna. Come mai sposarsi di nascosto e falsificando una bolla papale? Poteva un matrimonio essere tanto importante da far rischiare la pelle al futuro re d’Aragona e alla futura regina di Castiglia?

L’Antica Spagna e la fortuna d’Aragona

Anticamente, la Spagna era divisa in vari regni cristiani, che avevano fatto della Reconquista e della cacciata del moro dalla penisola iberica la loro ragione di vita. Nel corso del Medioevo la spinta verso il sud islamico era diventata una vera e propria migrazione armata verso la costa meridionale, guidata dalle armate dei regni di Portogallo, Castiglia e Aragona. Il Portogallo e l’Aragona terminarono la reconquista raggiungendo rispettivamente le coste atlantica e del mediterraneo, e mentre il Portogallo volse le proprie energie all’esplorazione delle coste africane,  l’Aragona iniziò a creare impero mercantile sulle coste del mediterraneo occidentale.

In Catalogna, la parte più ricca del regno aragonese, i mercanti di Barcellona divennero talmente potenti da riuscire a imporre al sovrano una sorta di sistema costituzionale che imponeva alla monarchia di coinvolgere le assemblee catalane nella formazione delle leggi. Questo sistema fece la fortuna del regno d’Aragona e della regione Catalana, unendo libertà e prosperità.

Spagna
La Penisola Iberica nel XV Secolo

La Castiglia 

In maniera totalmente differente si era evoluta la Castiglia, dove il continuo sforzo militare contro gli arabi di Spagna aveva forgiato una società incentrata su un’economia di pastorizia e su una potente aristocrazia guerriera (poco incline al commercio e all’esaltazione del lavoro manuale), scarsamente disponibile a obbedire al sovrano.

I tre regni alternavano alla gestione dei propri affari fuori dall’Hiberia a innumerevoli conflitti fra loro, e nonostante che dal 1412 il regno di Castiglia e quello d’Aragona condividessero la medesima dinastia regnante, quella dei Trastamara, non sembrava probabile (per quanto fosse possibile) che la penisola riuscisse a riunirsi sotto un unico sovrano, né che i popoli ispanici mettessero da parte le rispettive antipatie.

La Crisi d’Aragona

Con la prosperità giunse anche l’ambizione, e i Re d’Aragona iniziarono a espandersi in Italia, prendendo possesso via via della Sicilia, della Sardegna e del Regno di Napoli. Questo, unitamente alla lunga decadenza economica che colpì l’area di Barcellona in seguito alla Peste Nera, allontanò sempre di più le esigenze del ceto mercantile (Bisognoso di sostegno e di pace) dal Re d’Aragona (Sempre più bisognoso di denaro e di tasse per la propria politica militare ed espansionistica in Italia).

Il culmine dello scontro era stato raggiunto nel 1462 con lo scoppio della guerra civile fra i sostenitori di Giovanni II d’Aragona, padre di Ferdinando, e i grandi mercanti che dominavano la società catalana. In questa situazione era fondamentale per Giovanni II rafforzare la posizione della monarchia, e il modo migliore per farlo era maritare il figlio Ferdinando con la traballante erede al trono castigliano, Isabella.

Isabella di Castiglia Ferdinando d'Aragona
I “Re Cattolici” Isabella di Castiglia e Ferdinando d’Aragona in una rappresentazione d’epoca successiva

Il matrimonio tra Isabella di Castiglia e Ferdinando d’Aragona

In Castiglia le cose non andavano meglio. Governato da Enrico IV, il regno aveva appena vissuto una fase d’instabilità che aveva visto il Re di Castiglia obbligato a riconoscere nel 1468 le pretese al trono della sorella Isabella contro la volontà di assicurare la successione alla figlia Juana “La Beltraneja, erede considerata illegittima, e di dare la sorella in sposa a un altro pretendente, il re del Portogallo Alfonso V.

Isabella di Castiglia preferì scegliere il giovane Ferdinando d’Aragona, dalla fama di valoroso condottiero e con un regno veramente bisognoso del suo aiuto, rispetto al vecchio re Alfonso V, potente, ricco e potenzialmente in grado di ripudiarla al primo guaio. Ma bisognava agire in fretta, prima che Enrico IV cambiasse idea sulla propria erede. Da qui il matrimonio clandestino, ed il rischio del carcere per lei e della vita per lui.

La Guerra Civile e la nascita della Spagna

Spagna
“La Spagna Imperiale 1469-1716” di John H. Elliot (1981)

Quando Enrico IV venne a sapere del matrimonio, ne fu così sconvolto da riconoscere come propria erede l’illegittima Juana “La Beltraneja”. Di fatto ciò diede il via a una lunga guerra di successione al trono castigliano, a cui porre termine non bastò neppure la morte, nel 1474, di Enrico IV, sostituito poi da Re Alfonso V, subito sollecito nell’appoggiare le pretese dinastiche di Juana “La Beltraneja”, che il re aveva pensato di sposare.

Qui si dimostrarono fondamentali per la vittoria di Isabella l’audacia e il valore militare del novello sposo Ferdinando, che subito si dimostrò un’eccellente comandante, in grado di tenere testa sia ai riottosi nobili castigliani che sostenevano le pretese di Juana, sia le armate di Alfonso V. Entro la fine del 1479, “La Beltraneja” era sconfitta, e l’unione delle due coroneera suggellata in Isabella di Castiglia e Ferdinando d’Aragona, primi sovrani di ciò che sarebbe stata la Spagna.

Alessio Staccioli

Note

[1] Secondo John H. Elliot. Altre fonti riportano una diversa data.

Bibliografia & Sitografia

Elliot, John H. “La Spagna Imperiale”, Bologna, Il Mulino, 1982.

Vitolo, Giovanni. “Medioevo – I Caratteri originali di un’età di transizione”, Milano, Sansoni, 2012 (Undicesima edizione)