Ragni, che passione: una vita ad otto zampe

I ragni sono gli aracnidi più diffusi nelle nostre case. Sono il più delle volte oggetto di terrore e repulsione, ma questo accade perchè si conosce poco di questi animali, capaci di cure materne, apprendimento e altri comportamenti sorprendenti.

Storia e biologia dei ragni

I primi ragni, appartenenti al gruppo dei Mesothelae, risalgono al Devoniano, circa 400 milioni di anni fa, ed erano privi di ghiandole velenifere. Ai giorni nostri esistono ancora specie appartenenti a questo gruppo, dei veri e propri “fossili viventi” rimasti invariati dai loro progenitori di tanto tempo fa.

I ragni hanno un corpo suddiviso in due parti, detti prosoma (che comprende testa e torace) e opistosoma (l’addome). Hanno otto zampe, come tutti gli aracnidi, due

Lipisthius sp., un genere di ragni comparso nel Carbonifero (340 milioni di anni fa)

appendici sensoriali in prossimità della bocca chiamati palpi e due cheliceri, ossia i “denti”. Questi sono dotati di un canale velenifero e di un artiglio cavo, grazie ai quali iniettano il veleno. All’estremità dell’addome presentano delle strutture chiamate filiere, utilizzate per creare e modellare fili di seta, con cui producono ragnatele per la cattura delle prede, ma anche per vari scopi (ad esempio la riproduzione)

Presentano dimorfismo sessuale, ossia differenze sostanziali tra maschi e femmine. Le femmine sono spesso molto più grandi e aggressive dei maschi e questo può creare qualche problema nella riproduzione.

Accoppiamento fatale

I ragni hanno spesso complessi riti di accoppiamento. Il maschio si avvicina sempre prudentemente alla femmina, per evitare di essere mangiato, ed inizia il suo rito, che va dalla danza, all’offerta di cibo, al sesso orale, alla creazione di “veli nuziali” con la ragnatela. Una volta ricevuto il beneplacito dalla compagna, il maschio crea un sacchetto con la sua tela, dove impacchetta il suo sperma, e lo introduce con un palpo nella vagina della femmina. Spesso può capitare che il palpo si stacchi dal corpo e rimanga nel canale vaginale, per impedire che altri maschi possano fecondare la partner dopo di lui.

A questo punto, nella maggior parte dei casi, il ragno viene divorato dalla femmina. Vi sono due correnti di pensiero sul perchè di questo comportamento.

  • La prima, la più diffusa, vuole che negli animali che presentano cannibalismo sessuale (come ragni, mantidi o scorpioni) i maschi compiano un “sacrificio”. Si assicurano, a loro discapito, che la femmina sia ben nutrita in modo da essere
    ragni
    Rituale di accoppiamento tra un maschio (in alto) e una femmina del genere Nephila

    sicuri che il proprio patrimonio genetico sia portato avanti.

  • La seconda invece vuole che quello del cannibalismo sessuale sia solo un caso: essendo la femmina di questi animali molto più grande ed estremamente vorace, non fa distinguo tra una preda e un animale della stessa specie più piccolo, seppure un partner, che spesso, dopo l’accoppiamento, è stremato e difficilmente riesce a scappare

Le uova sono poi deposte dalla femmina in sacchi di seta e deposti o portati sulla schiena per protezione. I piccoli escono fuori già come ragnetti, senza stadio larvale, e spesso fino alla prima muta rimangono attaccati alla madre, che a volte li nutre rigurgitando del cibo.

A caccia di cibo

Tutti i ragni (tranne la specie Bagheera kiplingi, l’unica erbivora), sono predatori carnivori. La tecnica di caccia più classica è la produzione di una ragnatela su cui rimangono invischiate le prede, ma vi sono anche ragni che corrono dietro il loro cibo, ragni che saltano, ragni che nuotano e ragni che si camuffano da fiori o formiche per tendere agguati alle loro prede.

Poichè non possono ingurgitare cibi solidi, quando afferrano la preda iniettano un veleno paralizzante e dei succhi digestivi, che inizieranno a liquefare i tessuti. A quel punto i ragni potranno godersi il loro frappè di insetto.

I ragni sono pericolosi?

I ragni possono utilizzare talvolta il loro morso per difesa, ma solo in casi di estremo pericolo. Infatti per loro produrre veleno è un dispendio energetico e se si sentono minacciati preferiscono scappare o mordere “a secco” (cioè senza iniettare veleno).

La quasi totalità dei ragni che abbiamo in casa è assolutamente innocua, giacchè spesso i cheliceri sono così piccoli da non riuscire a penetrare nella nostra pelle.

Ci sono però ragni, alcuni dalle colorazioni aposematiche, come le vedove nere, il cui morso può essere in alcuni casi letale per l’uomo. Uno dei più pericolosi è l’australiano Atrax robustus, un ragno di medie dimensioni con robusti cheliceri e un temperamento piuttosto aggressivo, oltre che con un potente veleno che agisce sul sistema nervoso.

ragni
A sinistra: un esemplare di ragno violino; a destra: la malmignatta

In Italia abbiamo due specie potenzialmente letali: il Loxosceles rufescens, o ragno violino, il cui veleno può portare in necrosi i tessuti, e la Latrodectus tredecimguttatus, la malmignatta, che invece provoca sudorazione, nausea, conati di vomito, febbre, cefalea e forti crampi addominali, fino alla morte.

In ogni caso, la quasi totalità dei ragni che convive con noi è composta da pacifici coinquilini la cui priorità è solo quella di fare deliziosi spuntini a base di mosche ed altri insetti, zampettando incuranti della nostra presenza.

Lucrezia Guarino

Bibliografia

Stephen Jay Gould, “Il sorriso del fenicottero“, Feltrineli

Rupert, Fox, Barnes “Zoologia degli invertebrati“, Piccin

Come immagine di copertina un esemplare di Atrax robustus