Atto di fede al teatro Caos di Villaricca

Atto di fede: lo spettacolo di Cresta tratto dal libro di De Giovanni

Il collante per eccellenza della bella città partenopea resta invariato generazioni or sono: è uno sport, si chiama calcio, e porta la maglia azzurra. Per tale motivo, potremmo definirlo un atto di fede.

Dalle nostre parti è iconico come la pizza e il Vesuvio.

atto di fede

Mette d’accordo tutti (o quasi): bambini, adulti, anziani. Di generazione in generazione il napoletano medio gli resta fedele, passando la staffetta alla progenie. Guai all’infame traditore amante d’altra squadra. Guai a chi non compia atto di fede. Nemici e rivali si ritrovano compagni sotto un unico cielo: quello dello stadio San Paolo, dove i tifosi non tifano: pregano lo stesso Dio. Piangono, soffrono, gioiscono, amano, e quando vincono, vincono tutti insieme. Vince la città, vince una tradizione che diventa quasi un credo (cos’altro sarebbe un credo altrimenti?). Vincono individui che per il tifoso napoletano non sono esseri umani; sono entità. Divinizzati, i calciatori dalla maglia azzurra portano sulle spalle il carico di una responsabilità significativa: riunire una popolazione sotto un’unica bandiera e non deluderla, mai, perché su quel campo, giocano tutti i napoletani, quelli in tribuna e quelli alla televisione, alla radio, a casa. Anche il loro è un atto di fede. Il calcio a Napoli non è un gioco; è uno degli odori di questa città.

In questo contesto si staglia lo spettacolo di e con Paolo Cresta, in scena il 7 e l’8 aprile al teatro Caos di Villaricca.

Certo è che Cresta, per quanto bravo, non è stato l’unico a porre l’attenzione sul fenomeno: il suo monologo, simpaticamente interpretato, infatti, è tratto dal romanzo di Maurizio De Giovanni “il resto della settimana”.

atto di fede
libro da cui è tratto “atto di fede”

Cresta si reinventa guida turistica che spiega al suo gruppo di stranieri le bellezze della città campana, e, frattanto, si perde in divagazioni relative all’idolo degli idoli calcistici per eccellenza: Diego Armando Maradona. Racconta di un suo capello custodito in una teca a piazzetta Nilo con un’ironia idonea al caso ma che non lo mortifica, per poi arrivare alla prima apparizione (sul campo) del pibe de oro il 5 luglio 1984. L’irriverente Paolo Cresta intrattiene per circa quarantacinque minuti un pubblico divertito e caloroso, unito nel segno del calcio e sotto il tetto del teatro nello stesso atto di fede.

Per gli interessati, lo spettacolo si replicherà in date 12 e 13 maggio 2018 presso il teatro Sanità.

Letizia Laezza

Teatro caos pagina ufficiale