Botte ad Ernest Hemingway: tra ribellione, amore e goliardia

Nato dal felice incontro tra elementi opposti che, anziché annullarsi a vicenda, si sommano in modo piacevole, “Botte ad Ernest Hemingway” è un racconto decisamente originale. Nonostante la trama di partenza non sia particolarmente elaborata (due ragazzi, catapultati indietro nel tempo, decidono di cercare il noto scrittore statunitense per risolvere un conto in sospeso) la narrazione scorre in maniera estremamente fluida, riuscendo a combinare la grande cultura del suo giovane autore, visibile nella gran mole di riferimenti al mondo della letteratura e del cinema degli ultimi 50 anni, con una vena di comicità goliardica tipica della quotidianità.

Botte ad Ernest Hemingway
La copertina del libro

“Botte ad Ernest Hemingway” però non si limita a far sorridere con le sue battute e le sempre più surreali vicende in cui vengono coinvolti i due protagonisti, ma riesce anche ad affrontare, in maniera leggera ma mai banale, tematiche attuali quali la ribellione dei giovani nei confronti di figure ammirate ma al tempo stesso percepite come ingombranti e le molte sfaccettature che il mal d’amore può assumere al giorno d’oggi. In vista della presentazione ufficiale del racconto completo (la cui prima parte è già disponibile su Amazon), prevista per domenica 25 Febbraio alle 18.00 in via Vico 36 (Caserta) presso il negozio d’abbigliamento “Mela E Cannella Vintage” abbiamo quindi intervistato il suo autore, il casertano Francesco Orlando. Ecco ciò che ci siamo detti:

Quando hai iniziato a scrivere e da quali autori senti di essere stato influenzato maggiormente?

Ho iniziato a scrivere quando mi sono reso conto che non sapevo disegnare. Il mio sogno, infatti, è sempre stato quello di diventare un fumettista come Galep, Milazzo o Miller e quando scoprii che non sarei mai potuto essere un disegnatore a causa delle mie carenti abilità tecniche andai in depressione. A salvare me e i miei sogni di gloria dal baratro fu una scritta su un numero di “Ken Parker”: “Soggetto e sceneggiatura a cura di Giancarlo Berardi”. Quando lessi quella scritta mi si accese una lampadina: avrei potuto scrivere storia e sceneggiatura e poi qualcun altro le avrebbe disegnate per me. Così ho iniziato a scrivere, e da allora non mi sono più fermato.

Come descriveresti il tuo stile?

Credo che il mio stile sia ancora in divenire, non so esattamente come descriverlo. Per il momento è veloce (anche se in alcuni punti tendo a perdermi nei flussi di coscienza e a sproloquiare), diretto, in prima persona, con poche descrizioni a causa del trauma dovuto alla lettura del “Nome della Rosa” di Umberto Eco (infatti, sono più che sicuro, che, tolte le descrizioni, il libro può essere finito in 15 minuti) e pessimo nel fornire spiegazioni scientifiche. Si tratta inoltre di uno stile che fa il verso ad Adams, Leonard, Lansdale, Welsh, Hornby, Doyle, Millar ed Ennis che sono alcuni degli autori che amo. Ne ho poi presenti anche altri che vorrei raggiungere per le loro abilità narrative come Berardi, Bonelli Sergio, Nizzi, Gaiman, King, Brooks, Pullman, Miller e Chandler.

Botte ad Ernest Hemingway
L’autore nella foto più seria che ha trovato

Com’è nato e in cosa consiste Botte ad Ernest Hemingway?

È nato da una reazione di stizza dovuta alla condivisione di frasi di autori famosi da parte di persone che li consideravano mostri sacri a prescindere, magari senza averli mai letti, solo perché famosi o vincitori di un premio Nobel, come Hemingway appunto. Ho quindi pensato, dato che all’epoca ero incline alla provocazione, di scrivere di due ragazzi che tornavano nel passato per prendere a botte Hemingway, per poi pubblicare il racconto e vedere cosa sarebbe accaduto. Certo avrei potuto scrivere “Botte a De Andrè” o a Bukowski ma lì non ci sarebbe stata partita, i miei personaggi avrebbero vinto facilmente. Comunque alla fine non ha avuto un grande successo di pubblico, però a chi l’ha letto, escludendo quelli che mi hanno minacciato di ripercussioni legali, “Botte ad Ernest Hemingway” è piaciuto molto e questo mi basta per sentirmi soddisfatto. Più difficile è rispondere alla seconda parte della domanda; in cosa consiste “Botte ad Ernest Hemingway”? Dirò quello che c’è nel libro, ossia: due ragazzi che tornano indietro nel tempo per picchiare un mostro sacro della letteratura americana, amori tormentati, nazisti, risse (se si intitola Botte un motivo c’è), magia, suspense e dissertazioni intorno alla vita, l’universo e tutto quanto.

Chi sono i suoi protagonisti e come li descriveresti?

Come degli eterni sedicenni che non sono mai cresciuti e che, probabilmente, non lo faranno mai. D’altronde Nero ed Alex, nella mia testa, hanno le sembianze di Bender di “Breakfast Club” e di Ferris Bueller di “Una pazza giornata di vacanza”. Il loro punto forte è la capacità di prendere le cose come vengono, di trovare il flusso della corrente e seguirlo mantenendo la propria faccia tosta anche se rosi all’interno da tremila ansie e paure.

In cosa consisterà la presentazione del 25 Febbraio?

Solitamente non sono favorevole alle presentazioni  visto che comportano una grande dose di stress, contattare persone, cercare la location adatta ed altre cose che sono troppo pigro per fare. Però è successo che (cit.) mi sono trovato a collaborare con la Cooperativa Sociale L’Isola di Arturo Onlus per il progetto “Il diritto violato” che si occupa di sensibilizzare i ragazzi in età scolastica sul fenomeno del femminicidio, ritenendo l’educazione un punto importante per contrastarlo. Nello specifico mi è stato chiesto di scrivere un fumetto da poter distribuire nelle scuole medie e superiori da cui far partire un percorso di sensibilizzazione ed educazione dei ragazzi. Ho quindi realizzato la sceneggiatura e per pagare il disegnatore abbiamo realizzato una campagna di crowfounding; dato che la cifra raccolta è risultata però inferiore alle aspettative ho deciso di fare questa presentazione destinando il ricavato delle vendite, tolte le spese per la stampa, alla realizzazione di questo fumetto intitolato “Il volo di Mia”.

Botte ad Ernest Hemingway
La locandina della presentazione

Per maggiori informazioni sul libro: https://www.facebook.com/BotteadErnestHemingway/

E sulla presentazione: https://www.facebook.com/events/221278578432149/

Alessandro Ruffo