Rocca San Felice: la leggenda della valle

Nella valle della Rocca San Felice, in provincia di Avellino, si racconta la leggenda della dea Menfitis, divinità della vita e della morte, alla continua ricerca di qualcuno.

Oltre il velo della realtà

Le più mistiche e interessanti culture del mondo, che godono di una secolare tradizione di antiche leggende e superstizioni, trattano e parlano del tema del velo, interpretato come un qualcosa che divide la dimensione del nostro mondo, il mondo degli uomini, da una dimensione alternativa, l’altro mondo. Nelle terre del Freddo Nord gli abitanti credono che, superato l’oltre di questo immaginario confine, si trovino le dimore del “piccolo popolo”, costituito da folletti, gnometti, fatine e piccole creature magiche.

Altri popoli, quelli che abitano zone più vicine alle nostre latitudini, credono che questo sottile velo nasconde e separa il regno dei vivi dal regno degli spiriti e dei defunti. Soprattutto nelle culture di sostrato gotico, numerosissime sono le leggende e i miti che raccontano di come fantasmi e morti abbiamo la possibilità, a volte, di oltrepassare il velo e fare ritorno nell’aldiqua. Innumerevoli sono ancora le storie che narrano di luoghi reali ed immaginari in cui la barriera del confine è talmente leggera da sembrare invisibile e permettere di poter guardare oltre il velo: e lì, nel punto esatto in cui i due mondi si incontrano e si fondono che prendono forma le fiabe e le storie di magia.

Menfitis, dea della vita e della morte

Tra le fiabe più intrise di mistero e che hanno il sapore dell’oscuro, si racconta la storia della Rocca San Felice. Secondo la leggenda della cultura popolare avellinese tre donne, molto diverse e vissute in epoche e secoli differenti, si muovevano nell’oscurità delle notti più cupe reggendo una fiaccola in mano. Le tre donne, si dice, fossero dall’aspetto sinuoso e si muovessero solitarie nel bagliore delle proprie fiaccole, portando nelle tenebre chi le seguiva, signore e depositarie di mondi lontani e vicini. La tradizione racconta che la leggenda si svolse tra la sommità di una solitaria altura e la valle sottostante, tra una rocca, da cui il nome la Rocca San Felice, e un profondo abisso; qui nell’immensità della faglia incominciavano i racconti della leggenda delle tre donne.

Rocca San Felice
Rocca San Felice – Avellino

In un tempo indefinito, millenni fa, come racconta il poeta Virgilio,“fra oscure selve, e tra le selve un fiume che per gran sassi rumoreggia e cade, e sì rode le ripe e le scoscende, che fa spelonca orribile e vorago, onde spira Acheronte, e Dite esala” ebbe inizio la fiaba della Rocca San Felice.  Il poeta-vate presso l’anfratto roccioso vide la dea, Mefitis, “colei che sta nel mezzo”, dea di morte e di vita, che su quelle sponde abitava.

Rocca San Felice
Anfratto roccioso

Mefitis, la dea della Rocca San Felice, era padrona, Domina, di quei luoghi incantati. Sotto i raggi del sole passeggiava tra i grani aspettando di ricevere dalle donne dei villaggi limitrofi omaggi e doni per avere in cambio la sua “benedizione di fertilità”. Ma quando il dio Apollo, nel folgore del sole al tramonto, spegneva i suoi bagliori dorati e cedeva il posto a Selene, risplendente dea della Luna, Mefitis si tramutava, vestendosi di abiti cupi e neri come la notte per accompagnare le anime dei defunti alla “spelonca orribile”. La dea della Rocca San Felice illuminava loro con la sua fiaccola la via e li guidava alla porta dell’Ade.

Dopo molti secoli, ancora oggi la valle e la Rocca San Felice rappresentano luoghi di vita e di morte. Si trovano fanghi fertili e curativi, gas sulfurei e benefici per la salute. Quel posto prende il nome della dea che abitava la valle, Mefite.

La Rocca San Felice tra l’altura e la valle

Rocca San Felice
L’altura e la valle

Nelle vicinanze della dimora della dea è collocata su un’altura tra le colline della valle una rupestre ed antica Rocca, luogo di riposo dello spirito della Dama Bianca. Tra gli abitanti della valle sono conosciute numerose leggende circa fantasmi e presenze che aleggiano di notte infestando castelli e torri della zona, ma all’ombra della Rocca San Felice tutti hanno avuto prova dell’esistenza della dama. Così nel corso dei secoli le storie si sono tramandate di generazione in generazione e la leggenda, che per molti era soltanto una tra le tante, assume e nasconde i contorni della verità.

Dalla storia alla leggenda

Soprattutto nelle notti di Luna piena,  la Dama Bianca si mostra vestita di bianco e cammina per la valle con una fiaccola in mano, andando alla ricerca del marito e del trono che le furono portati via. La storia risale a alla metà del XIII secolo, ai tempi in cui visse Federico II, il sovrano stupor mundi, e suo figlio, Enrico VII.  Federico II governava le Due Sicilie, il figlio veniva nominato giovanissimo reggente della Germania dove crebbe in un clima di ostilità e arroganza; i nobili del suo regno lo condussero ad opporsi al padre. Quando Enrico venne catturato, il padre, che temeva nuove rivolte, lo imprigionò nelle segrete del regno, spostandolo di continuo affinché non venisse mai trovato. Fu durante uno di questi spostamenti che il giovane principe morì, probabilmente cadendo da un dirupo roccioso.

La moglie di Enrico innamorata del marito, dopo la sua morte continuò a cercarlo. Si racconta che la donna promise di cercarlo per l’eternità e nella speranza di rivederlo ancora una volta, il suo spirito si aggira nell’ultimo posto in cui l’amato venne visto. La storia vuole che la moglie di Enrico VII sia Margherita d’Austria, Dama Bianca della Rocca San Felice e principessa che oltrepassò il velo per incontrare l’anima del marito.

Il piccolo paese, che sorge all’ombra della Rocca, molto legato ai tempi lontani in cui visse la Dama Bianca tra principesse e cavalieri, ricorda ogni anno la leggenda della Rocca San Felice, organizzando durante l’ultima settimana del mese di agosto una sfarzosa festa in stile medievale. Durante la notte della festa tra vicoli e viottoli che odorano di vino, musica e risate, nella piazza del paese una processione di danzatori e artisti di strada, giullari, giocolieri, dame e cavalieri compare una giovane ragazza che, alla luce della fiamma della sua fiaccola, inizia a danzare tra ombra e realtà.

La piazza gremita di gente immobile e muta osserva: come incantata osserva la danza mortale tra le lingue di fuoco della meravigliosa e paurosa figura. La Dama Bianca danza nel fuoco così leggiadra e sinuosa che quasi sembra uscire dalle fiamme.

Rocca San Felice
Danzatrici in festa tra le fiamme

A Rocca San Felice la danzatrice tra le fiamme nel suo sinuoso agitarsi diventa signora della Rocca, padrona della notte, dea della vita e della morte.

Valentina Labattaglia

Sitografia:

http://www.roccasanfelice.net/castello.htm