Ostalgie: la nostalgia di Thomas Brussig

L’uscita dalla Rdt fu accompagnata da un processo di cancellazione della memoria di cui è difficile immaginare la portata.

Ostalgie
Thomas Brussig

Con queste parole lo scrittore Thomas Brussig dà il via a una serie di riflessioni sull’unificazione tedesca raccolte nel saggio “Proviamo nostalgia perché siamo esseri umani”. Nel testo di Brussig, per la prima volta si analizza e si approfondisce un sentimento a lungo represso da gran parte dei cittadini della RDT: la nostalgia per gli anni passati. A questa malinconia, osserva lo scrittore tedesco, si aggiunge, nei primi tempi che seguirono la caduta del Muro, anche un profondo senso di vergogna: «vergogna per essersi lasciati trascinare ciecamente da slogan e motti […] e per essersi votati, per debolezza, ingenuità o desiderio di far carriera, a una causa che aveva da tempo perso il suo fascino». Dunque, per respingere tali spiacevoli sensazioni, negli anni ’90 cominciano a circolare molte voci su diversi atti di eroismo e di resistenza privata che avevano visto come protagonisti i cittadini della Repubblica Democratica Tedesca:

La cosa era ovviamente assurda: se tale fosse stata veramente la situazione, la Rdt non sarebbe durata quarant’anni e il Muro, simbolo macroscopico ed eternato in pietra di una politica degenerata, non sarebbe rimasto in piedi per ventotto anni.

Il tempo per la coscienza

Alla divisione della Germania e alla nascita della RDT i tedeschi non si sono mai realmente opposti, bensì hanno preferito cullarsi nell’illusione di essere «solo un granello di sabbia negli ingranaggi del sistema». Il sistema cui Brussig si riferisce è soprattutto quello “demoniaco” della Stasi. Accettare la propria codardia, la propria vigliaccheria e «il nascondere la testa sotto la sabbia» sarebbe stato certamente un processo lungo e delicato, mentre l’unificazione tedesca richiedeva velocità. Non c’era tempo, dunque, per la riflessione e per la valutazione di quarant’anni di totalitarismo, per potersi costruire una propria, autonoma e sofferta via alla libertà. La cosa certa è che la Germania Ovest e l’Occidente hanno giocato bene le loro carte, offrendo ai cittadini della Repubblica Democratica Tedesca la possibilità di sollevarsi dalle proprie responsabilità e di passare per dei patrioti, «gente laboriosa e che non ha avuto una vita facile» secondo il cancelliere Kohl.

Una mancata riunificazione

Una volta afferrato in che cosa realmente consistesse la “nuova unificazione”, ripartimmo dal punto esatto in cui era finita la Germania di un tempo.

Ripartire dopo molti anni di divisione non è semplice e subito dopo la riunificazione si diffuse la sensazione che la Germania Est ricominciasse il suo cammino da dove si era fermata, ossia dal terrore e dall’odio (tale percezione è acuita dagli incendi ai centri per extracomunitari di Rostock e Hoyerwerda). Oltre agli atti sgradevoli, ci si rese conto dell’amara verità, cioè della mancata riuscita dell’unificazione, anche a causa dell’aumento della disoccupazione: molti cittadini della RDT, pur dotati di buona volontà, non riuscirono a trovare un nuovo lavoro e una seconda possibilità. È a questo punto, osserva Brussig, che comincia a diffondersi (nei cabaret e non) la frase “non si stava poi così male”.

Ostalgie

L’espressione “non si stava poi così male” rappresenta non solo le tante difficoltà di chi ha vissuto a Est di ricominciare una nuova vita dopo che l’Occidente gli ha imposto le sue regole, le sue abitudini, la sua cultura e la sua moneta, ma anche quella nostalgia (che, in Brussig, prende il nome di ostalgie) che determina una serie di fenomeni piuttosto comici: il diffondersi in radio di vecchie registrazioni, i tour nei luoghi della Repubblica democratica e i CD di gruppi musicali famosi in quegli anni.

La reazione di Brussig

Ostalgie
La locandina del film tratto dal romanzo di Brussig “In fondo al viale del Sole”.

A questa ostalgie Thomas Brussig rispose attraverso la scrittura: il suo romanzo “Eroi come noi” del 1995 divenne un best seller in Germania, anche se il reale intento dello scrittore era quello di attirare l’attenzione dei lettori tramite la figura del protagonista e la sua storia sulla «vergogna di ammettere la nostra stupidità, la nostra cecità, la nostra viltà». Brussig proponeva alla coscienza tedesca una catarsi, una purificazione che, purtroppo, non avvenne mai. Nonostante ciò, i tentativi di raccontare quei tempi non cessarono: con il romanzo (da cui successivamente fu tratto un film) “In fondo al viale del Sole” Brussig voleva «verificare che cosa fosse realmente la nostalgia».

Il bel ricordo

Quello della nostalgia, dunque, è uno dei temi principali dei romanzi di Brussig. Un concetto particolare e complesso poiché i ricordi che riaffiorano alla mente non rispecchiano mai realmente il passato, ma lo abbelliscono e confondono:

il ricordo compie ostinatamente il miracolo di far pace con il passato, ogni rancore svanisce e il velo della nostalgia si posa sopra tutto ciò che un tempo veniva percepito come doloroso e lancinante. Le persone felici hanno cattiva memoria e abbondanti ricordi.

E’ forse questa nostalgia/ostalgie, questa continua tensione verso il passato a limitare le possibilità che avvenga un esame di ciò che è realmente accaduto, delle colpe e delle bassezze che seguirono la nascita e il crollo della RDT.

Pia C. Lombardi

Bibliografia

F. Modrzejweski, M. Sznajderman, Nostalgia. Saggi sul rimpianto del comunismo, Milano, Mondadori, 2003.