Ogdoade: le otto divinità primordiali egiziane

L’Ogdoade: significato e simbolo nella mitologia egizia

Le più antiche leggende della mitologia dei popoli del mare e dell’affascinante e misteriosa cultura egiziana raccontano che, fin dalla notte dei tempi, quando il mondo antico non era ancora stato creato, otto divinità primordiali rappresentavano l’insieme delle forze primigenie discendenti dall’essenza del Caos: le otto divinità erano venerate, omaggiate e rispettate del quindicesimo cerchio dell’Alto Egitto, ad Ermopoli e formavano l’Ogdoade.

Si narra ancora che numerose erano le antiche cosmogonie egizie che credevano in nove divinità primordiali; un’eccezione presentava la città di Ermopoli in cui l’Ogdoade, in egiziano antico “khemeniu”, era costituita dal culto della “Sacra e antica città degli Otto“: il culto si basava sull’adorazione soltanto di otto divinità primordiali astratte chiamate Heh, che presentavano specifiche particolarità.

Dualità: essenza femminile ed essenza maschile

L’Ogdoade si componeva in quattro essenze femminili e quattro essenze maschili che si opponevano e si completavano a vicenda. La cultura egizia, oggi come allora, si basava sul principio intenso e inviolabile dell’indissolubilità delle forze opposte ma unite da un’armonioso legame spirituale, che possiamo definire principio della dualità. Essenze femminili ed essenze maschili formavano le otto divinità primordiali.

L’Ogdoade si componeva di Nun e Nunet, discendenti dal primo elemento della vita, le acque primordiali, Kuk e Keket, forze del dio rosso, l’oscurità, Huh e Huhet, divinità dell’infinito, l’illimitatezza e Amon e Amonet, legate al principio della dualità, le forze dell’invisibilità.

Nun, Kuk e Huh avevano la testa di serpente, simbolo della sinuosità ma anche della vita, diversamente da Nunet , Keket e Huhet che, secondo la mitologia, avevano testa di rana, animale che ebbe origine dalle acque primordiali che generarono le divinità della creazione.

Ermopoli e gli dei dell’Ogdoade

Tra le cosmogonie antiche, la più nota dell’affascinante cultura del misterioso Egitto è di certo il culto alimentato ad Ermopoli, villaggio rurale e poi cittadina rigogliosa e devota alle divinità primordiali. Nella collina, dove si racconta ci fosse un tempo il fango primordiale da cui ebbero origine le otto divinità, le essenze dell’Ogdoade si unirono e si fusero insieme per dare origine al sole, in seguito denominato occhio di Fuoco, atto a far vedere nell’oscurità e a proteggere i vivi dal buio.

La nascita del sole, che rappresenta il nucleo della religione e della sacralità della civiltà egizia, ad Ermopoli generò un nuovo culto: le otto divinità primordiali, fusesi insieme e reincarnatesi nelle fiamme del sole, discendevano dal Caos e erano le essenze della creazione ma anche l’impegnativo compito di permettere all’astro d’rodo di risorgere sempre ogni giorno dopo la lunga e fredda notte, come la vita dopo la morte.

Dal culto delle divinità dell’Ogdoade di Ermopoli nacque a Tebe la misteriosa leggenda della creazione del mondo e dell’oceano primordiale dall’uovo che generò il tutto, dando origine ad Amon, conosciuto nel Basso Egitto come la divinità sole, che proteggeva l’astro dalle freddi correnti dell’oltretomba del dio rosso.

In altre e più conosciute leggende, il dio sole, Amon, accrebbe il suo potere assumendo sempre più importanza e venendo umanizzata. Amon si sposò con Mut, la pura, e diede origine al figlio Khonsu, creando una prima generazione di divinità che potevano essere umanizzate e considerate più vicine agli esseri che abitavano la terra dei vivi. Padre, madre e figlio furono la prima famiglia divina formando la triade, struttura e gerarchia tipica delle divinità egizie.

Il culto di Amon assunse notevole importanza a Tebe: secondo un’antica leggenda, Amon e il mistero dell’origine del mondo giunsero ad Ermopoli. Qui si raccontava che le divinità dell’Ogdoade si formarono a Tebe e poi passare ad Ermopoli per dare origine alla creazione e infine rifugiarsi sulla collina di Medinet, per morire lontano dal mondo appena creato.

L’Ogdoade e le divinità primordiali in altre leggende

Gli dei primordiali nati dell’Ogdoade sono presenti anche in altre leggende dell’antica e mistica civiltà, sorta sulle rive fertili del Nilo. I primigeni sopravvissero di secoli in secoli e assunsero in alcune leggende dei popoli delle montagne rosse oltre il deserto, la forma di babbuini che inaugurano il giorno salutando il sole che nasce, Atum. Cinque secoli più tardi, Huh divenne il dio eterno dell’ illimitatezza e Nun fu l’uovo della creazione, da cui nacque l’oceano primordiale, che diede origine alla vita.

Gli dei Atum e Nun sono presenti ancora oggi nella religione dell’Antico Egitto; il dio sole divenne il nucleo e l’essenza dell’uovo primordiale, generato nell’Isola delle fiamme e formatosi in seguito alla fusione delle essenze dell’Ogdoade; l’Ogdoade si fuse e si trasformò nel sole nascente, che Thot, la saggezza, depose sulla collina di Ermopoli; Atum il sole divenne il fanciullo nato dalla germinazione del primo loto generato dalla creazione  e dalla fusione degli dei dell’Ogdoade.

Innumerevoli sono le leggende legate alle essenze primordiali dell’Ogdoade, una tra le manifestazioni più conosciute si lega alla nascita di Cronos e dei suoi fratelli, generando il culto della nascita nella mitologia greca.

Valentina Labattaglia