PK – Cronaca di un ritorno [RECENSIONE Parte 1 e 2]

Ormai dal 2014, data del ritorno di PK sulle pagine di Topolino, si è consolidata la tradizione che vede due nuove storie della saga all’anno, l’una in primavera e l’altra in autunno.

La storia autunnale di quest’anno è Cronaca di un Ritorno della coppia Alessandro Sisti alla sceneggiatura e Claudio Sciarrone alle matite, coadiuvati dal solito Max Monteduro ai colori.

Sin dal suo annuncio la storia è stata accolta dai fans in modo contrastante, in quanto il personaggio protagonista del ritorno annunciato dal titolo è Xadhoom, l’aliena mutante xerbiana in cerca di vendetta per il suo popolo devastato dagli evroniani e la cui storia si era conclusa egregiamente con la sua trasformazione in una nuova stella per i superstiti del suo popolo. Ritirare fuori quindi un personaggio la cui storia pareva chiusa in modo definitivo era un grosso rischio che però Sisti, creatore del personaggio, ha svelato aver programmato sin dai tempi della saga originale di PK.

La storia è composta da quattro episodi ed è iniziata sul Topolino di due settimane fa proseguendo su quello di questa settimana, saltando un numero a causa dello speciale dedicato al compleanno di Topolino.

Prima di cominciare la recensione piazzo un AVVISO SPOILER, quindi se non avete ancora letto la storia fiondatevi in edicola o in fumetteria e recuperate le puntate uscite prima di procedere.

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La copertina del numero 3183 di Topolino con la seconda parte della storia.

ATTENZIONE SPOILER!

Premessa: ho voluto scrivere questa recensione a partire dal secondo episodio poiché mi sembrava prematuro qualunque giudizio formulato unicamente sul primo capitolo. Dopo la lettura del secondo l’opinione al riguardo è comunque parziale e va sempre presa con le pinze nonostante la situazioni inizi già a delinearsi maggiormente.

Innanzitutto la storia orchestrata da Sisti si inserisce perfettamente nella continuity della PKNE (Paperinik New Era) consolidata da Artibani con Potere e Potenza e Il Raggio Nero, molto di più rispetto alla storia precedente, Gli Argini del Tempo, la quale ha pagato la sua minore aderenza alla macro-storia in corso. Torna il personaggio di Solomon Hicks, ovvero il Custode della Camera Omega (soprannominato scherzosamente Sergio da Artibani), e viene ancora più decisamente marcata la differenza tra esso ed Uno, la spalla artificiale di PK nella serie originale.

Il rapporto fra i due continua ad essere conflittuale e viene anche sottolineato che le abilità e le capacità di Hicks sono ben inferiori a quelle di Uno a causa della sua programmazione deputata alla custodia di una specifica parte della Ducklair Tower e non a tutto il complesso. Questo mostra un Paperinik sempre più autonomo dalla spalla e vero protagonista delle vicende, cosa non scontata nelle precedenti storie targate PKNE.

I villains, o apparenti tali, sono i redivivi evroniani, tuttavia molto diversi dai soliti. Questi nuovi evroniani tratteggiati da Sisti nel primo episodio sono apparsi stranianti per i fans di vecchia data in quanto molto più buffi e pasticcioni del solito. Tuttavia nel secondo viene reso chiaro che la loro goffaggine rimane comunque su un piano superiore rispetto a quella di altri evroniani umoristici nell’universo PK, in particolare a quelli della terza serie e di Universo PK, poiché è enunciata in maniera piena e chiara la loro condizione di diversi rispetto ai soliti, deboli ed impauriti, e va fatto sicuramente un plauso a Sisti per questo.

I vampiri spaziali inoltre vengono re-inseriti nell’universo pikappico dopo il (presunto?) annientamento da parte di Xadhoom nella serie originale e la disfatta dei superstiti rimasti sulla Terra in Potere e Potenza. Sono curioso di sapere come si evolverà questo espediente che così com’è stato posto li renderebbe virtualmente inestirpabili.

Vengono poi introdotti nell’universo nuove razze aliene: i Rettificatori e la Condivisione En’tomek.

L’entrata in scena dei primi personalmente mi ha spiazzato e spero ritornino in futuro per chiarire bene la loro storia, in quanto usarli soltanto per questa scena li renderebbe un po’ una trovata fine a sé stessa, ma confido negli autori. Invece con gli En’tomek, palesemente una versione disneyana dei Borg di Star Trek, Sisti ha toccato il mio cuore di trekker di vecchia data realizzando il mio antico sogno di vedere gli evroniani contro i Borg e, aldilà di questa considerazione personale, anche lì le premesse sono ottime, con gli alieni viola alle prese con un avversario più forte e temibile di loro.

Quello su cui sospendo il giudizio invece è proprio il ritorno promesso nel titolo. Siamo a metà storia e di Xadhoom ancora si è visto pochissimo, quindi rimando ogni considerazione al riguardo alla prossima puntata.

Infine vorrei fare una menzione particolare ad uno dei segni distintivi del nuovo corso pikappico, ovvero la maggiore integrazione fra l’universo PK e quello tradizionale Disney, forse derivato dalla sua collocazione sulle pagine di Topolino. Nella seconda parte della nuova storia si vede addirittura quella che presumibilmente sarà l’entrata dei nipotini nel cuore della storia, il che lascia immaginare nuovi e imprevedibili scenari. Personalmente poi mi è tornata alla mente una frase detta da Hicks ne Il Raggio Nero che allude a un futuro in cui Paperino non sarà più costretto a nascondere la propria doppia identità ai nipotini. Staremo a vedere.

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La rediviva Xadhoom disegnata da Sciarrone e colorata da Monteduro.

Per quanto riguarda il comparto grafico Sciarrone continua ad essere una garanzia di qualità assoluta. La recitazione ultra-espressiva dei suoi personaggi è eccellente come al solito e la caratterizzazione grafica dei nuovi evroniani è semplicemente perfetta per il taglio goffo pensato da Sisti e sono sempre più curioso di vedere la sua Xadhoom in azione in quanto è al debutto col personaggio ed è nota la sua maestria nel tratteggiare i personaggi femminili.

Degno di menzione è anche il lavoro ai colori di Max Monteduro, vero tratto di congiunzione del nuovo corso pikappico a livello autoriale, molto diverso da quello svolto su TimeCrime. Lì  il tratto di Mottura gli ha consentito di lavorare sulle luci come un direttore della fotografia cinematografico, mentre qui risulta più didascalico ma amalgamato appieno col tratto di Sciarrone e sempre impeccabile.

In sostanza: fino ad ora non si può che complimentarsi con Sisti, Sciarrone e Monteduro ed attendere il continuo con attenzione ed entusiasmo.

Giacomo Sannino

P.S. Consigliamo vivamente di seguire anche il Botta e Risposta con gli autori organizzato dagli amici de La Tana del Sollazzo.