Gufo: significato, simbologia ed esoterismo

Il Gufo, creatura ambivalente e misteriosa, definito in latino “Asio otus”, nella mitologia slava “Strzyga” (categoria di demoni), dal greco “strix” che vuol dire “uccello notturno”, è spesso confuso con la civetta o il barbagianni, ed è ricorrente udirne il verso nelle sere d’estate, quando, se si è più fortunati, lo si può anche vedere svolazzare nel cielo del crepuscolo o nel buio della notte.

Legato ad una simbologia dualistica, da un lato rappresenta il malaugurio e la sfortuna (non a caso si usa il termine “gufare”), dall’altro invece, incarna la chiaroveggenza, la capacità di guardare nell’ignoto sconosciuto e di carpire i segreti della conoscenza. Oltre che affascinante rapace dal volo piumato e silenzioso, oggi lo ritroviamo con grande ricorrenza come icona portafortuna in tantissimi contesti. Dagli amuleti, agli arredi domestici, ai più disparati ambiti ed usi.

Furtività, saggezza, telepatia, protezione astrale, mimetismo e tanto altro viene attribuito a questo uccello dal volo felpato e dalle piume di velluto, che, con la sua presenza imperturbabile e fiera, quasi sacra, ispira una certa riverenza e un senso di rispetto. Come se avesse dentro qualcosa di veramente magico ed atavico.

Gufo: simbologia e significato esoterico

Gufo
Gufo-totem

Il gufo assume nel tempo e nello spazio accezioni e significati diversi, a seconda della visione popolare, folklorica e culturale. Presso i Sumeri e gli Egizi, per esempio, esso era emblema di morte. I Romani lo consideravano foriero di sventure, associato ai maghi che praticavano la magia nera; basti pensare anche alla cinematografia moderna nella famosa silloge di “Harry Potter” dove, come tramite e messaggero, compare anche il gufo insieme ad altri animali.

Per i Maya, il gufo cornuto rappresentava la fine dei tempi ed era soprannominato “l’uccello del lamento e del lutto”; per la Bibbia e gli Ebrei, esso è un essere immondo ed impuro che porta abbandono, desolazione e solitudine, tanto che il Cristianesimo finirà per definirlo un simbolo satanico e malvagio. Nell’ antica Grecia, era associato a una delle Parche che recide il filo della vita e, per questo, segno di rammarico e dipartita.

Del gufo ne parla anche ampia letteratura classica, tra cui lo stesso Ovidio narra che Medea lo invocasse durante la preparazione dei suoi filtri magici; Canidia, la strega oraziana, ci viene descritta mentre usa piume di gufo nei suoi incantesimi e sortilegi; Apuleio ci parla della maga Panfile che si trasforma in gufo dopo essersi cosparsa con un unguento. Nello Sciamanesimo, il totem di questo animale sta ad indicare l’interiorità, i meandri più nascosti della psiche, la meditazione profonda e la ricerca spirituale.

Nell’ antica Cina era usanza sacrificare questi animali e porre sugli edifici ornamenti (chiamati angoli di gufo) per proteggerli dagli incendi. Plinio menziona una credenza secondo la quale, per far rivelare i segreti più intimi a una donna, è sufficiente porle sul seno il cuore di un gufo.

Gufo: leggende e mitologia nelle varie culture

Gufo
Gufo portafortuna

Il gufo in Shakespeare e nella cultura anglosassone

Uno dei racconti leggendari , è quello presente nell’“Amleto” di Shakespeare che narra della figlia di un panettiere trasformata in gufo, dopo aver mangiato il pane che la mamma aveva fatto per Gesù. Mentre l’impasto lievitava, si gonfiò talmente tanto che la fanciulla, sorpresa, avrebbe esclamato “uh, uh, uh” e avrebbe assunto le sembianze dell’uccello notturno.

Nel “Macbeth”, lo scrittore inglese descrive una congrega di streghe intorno ad un calderone, le quali aggiungono all’ infuso che stanno preparando un’ala di gufo giovane, ingrediente fondamentale nelle pozioni della storia della stregoneria.

In ambiente anglosassone, si pensa che osservare nel nido di un gufo non porti bene; se esso è appollaiato su una finestra qualcuno della casa morirà, e che il suo verso annuncerebbe la perdita di verginità di una donna, mentre, se la donna è incinta, la voce del rapace annuncia nascita di una bimba.

Nel mondo celtico, questo animale è associato ad una divinità femminile e per questo chiamato “Occhio della Dea”,  colui che guida gli uomini nel cambiamento.

Nell’antica Roma

Si narra anche che, nell’ antica Roma, la morte di Cesare e di Augusto fosse stata preannunciata dal verso del gufo, e che prima della morte di Commodo, il volatile sarebbe entrato nella sua camera; Agrippa fu arrestato a Capri mentre un gufo reale era posato sull’albero a cui era stato legato e un indovino gli avrebbe predetto che sarebbe diventato re dei Giudei ma che, alla vista di un altro gufo, sarebbe poi morto, e così accadde.

La tradizione cinese

Nella tradizione cinese, è l’opposto della fenice e si crede che chi nasce durante il solstizio d’estate (giorno del gufo) sia portatore di un’indole violenta ed aggressiva.

Il gufo per i nativi americani

Per i nativi d’America, il gufo ha una forte carica energetica. I guerrieri notturni Lakota erano definiti “Guerrieri del gufo” e portavano come segno di riconoscimento gli occhi cerchiati e colorati di nero; le tribù Navajo lo temevano e non entravano in case dove vi fosse tenuto un gufo o parti di esso; per i Dakota il verso del gufo annunciava un attacco di notte; i Cherokee lo adoravano come entità sacra e religiosa, guida degli uomini del buio; invece i Pawnee lo consideravano il “Re della notte”, l’ “Aquila dell’oscurità”.

Nel suo complesso, esso è diventato un simbolo esoterico a cui sono connessi poteri occulti. Spesso è stato identificato come l’angelo della morte ma, al quale non mancano attribuzioni positive come quella d’Israele, dove si crede che avvistare piccoli gufi grigi nei pressi dei raccolti sia sinonimo di buona annata; oppure in Asia o nella tradizione indiana, allontanerebbe gli incubi ed è cosa buona avere piume di gufo sotto il cuscino.

In definitiva, oggi è tanto di moda questo simbolo e ad esso si tende a dare sempre più un’interpretazione favorevole. Viene infatti considerato luce nella notte, guida nella ricerca, chiarezza nella confusione, consapevolezza che porta alla rinascita gli animi sopiti ed addormentati.

Pasqualina Giusto

Bibliografia:

  • Cerzato & Santopietro, Gufi e civette – storia simbologia leggende tradizioni