Marco Pannella: una vita spesa per i diritti

Oggi l’Italia piange la perdita di un grande esponente della politica nostrana: Giacinto (detto Marco) Pannella.

Malato di tumore (sia ai polmoni sia al fegato), nella giornata di ieri la punta di diamante dei radicali italiani si è aggravato, rendendo necessario un ricovero d’urgenza in una struttura ospedaliera romana. Da subito il quadro clinico appare critico e l’inevitabile arriva da lì a poche ore, nel primo pomeriggio del 19 maggio 2016, un paio di settimane dopo il suo ottantaseiesimo compleanno.

La vita di Pannella tra politica e diritti

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Marco Pannella negli anni 70

Sicuramente uno dei più bizzarri personaggi della politica italiana, Marco Pannella ha saputo fin da subito far parlare di sé sia per i lunghi digiuni a cui si sottoponeva sia per le innumerevoli sigarette fumate, mettendo tutta la sua vita al servizio della politica e dei cittadini. La sua gavetta iniziò negli anni 50, quando assieme a Sergio Stanzani fondò il Partito Radicale, entrando successivamente alla Camera nel 1976, nel vivo della Prima Repubblica. Sorprendentemente, Pannella vi rimase fino al 1992, riuscendo poi a continuare la sua vita politica nella Seconda Repubblica e anche nella Terza, seppur scendendo a compromessi. Indimenticabile, infatti, l’alleanza con Berlusconi che suscitò non poche polemiche e poi quella con il PD di Veltroni, nel 2008, decidendo di dare così nuova linfa ai radicali.

Tuttavia Pannella non era una “mina vagante” della politica, tutt’altro. Era un vero e proprio leone, un ciclone vivente e logorroico capace di instaurare un dialogo con qualunque corrente partitica, guadagnandosi affetto e stima anche da chi, sul campo politico, si considerava suo nemico.

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Emma Bonino e Marco Pannella

Un uomo dotato di estremo intelletto e cultura ma anche con un pizzo di scaltrezza e coraggio: questo era Marco Pannella, colui che negli anni 70 riesce a farsi strada tra i partiti cattolici e quelli comunisti, a dare un’identità diversa ai radicali, differente dagli standard dell’epoca. Colui capace di capire in quale giusta direzione indirizzare il partito fondato con l’amico Stanzani, ispirandosi alle politiche d’oltre-oceano fatte di proteste pacifiche, rivendicazione dei diritti, bavagli e cartelli, il tutto contornato da uno spirito prettamente laico. Tutto questo Pannella riesce a portarlo avanti con un egregio gioco di squadra, spalleggiato da un altro importante esponente dei radicali, Emma Bonino.

Ma a lui non basta. Deve spingersi più in là, deve fare arrivare la sua voce anche a chi non vuol sentire. Nel 1974 inizia la battaglia a favore del divorzio, intrecciando la vita politica a quella giornalistica; nel 1975 viene arrestato per aver fumato uno spinello e da lì comincia l’eterna lotta antiproibizionistica; il 1978, invece, è un anno cruciale per Pannella: prima si oppone alla linea adottata dalla DC e dal PCI sulla questione Moro, poi, tempo dopo, esprime un suo appoggio sulla legalizzazione dell’aborto.

Le battaglie più importanti

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Marco Pannella e il suo sigaro

È dagli anni 80 in poi, tuttavia, che Pannella dà il meglio di sé. Nel 1981 fa irruzione negli studi del TG2 – con indosso un costume a forma di sandwich – assieme ad alcuni membri dei radicali, accusando i media di essere “ladri di notizie e di informazione”, successivamente individua i campi di battaglia che segneranno da lì in poi la sua vita privata e politica: le condizioni delle carceri accompagnate da digiuni (il più lungo fu nel 2011 che portò il leader radicale a perdere oltre 30 chili); la sua opposizione agli interventi bellici in Jugoslavia prima e in Iraq poi; la lotta contro il finanziamento ai pubblici partiti; la battaglia referendaria, assieme all’Associazione Luca Coscioni, contro la legge sulla fecondazione assistita; e ancora, le sue battaglie per l’abolizione della pena di morte e contro l’utilizzo della tortura o sulla legalizzazione in Italia dell’eutanasia.

Una vita contornata dagli ideali del pacifismo, della libertà e della rivendicazione dei diritti umani, un’esistenza spesa al servizio dei più deboli. Tutto ciò ha contribuito a fare di Marco Pannella quel leader politico che negli anni tutti noi abbiamo imparato a conoscere e ad apprezzare, nel bene e nel male. Un uomo dotato di un’apertura che probabilmente, negli anni successivi al secondo conflitto mondiale, somigliava più ad un alieno che ad un essere umano.

Oggi l’Italia ha perso il suo leone, quell’eterno ragazzino col codino bianco che ha provato tutte le emozioni che in molti, in una vita intera, non riuscirebbero mai a provare. Tutti noi, forse, dovremmo prendere esempio da Marco Pannella, raccogliere un’eredità che rischia di andare perduta, non dimenticare che la vita non è fatta solo di porti sicuri in cui rifugiarci, ma anche di tempeste verso cui puntare, verso battaglie che potrebbero distruggerci in un secondo ma darci anche la forza necessaria per rialzarci e combattere più forti di prima.

È anche grazie a Marco se oggi, in Italia, possiamo respirare un’aria diversa.

Maria Stella Rossi

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