Riina Jr da Bruno Vespa: Rai, ma che combini?

Di positivo si potrebbe dire che l’amore di un figlio supera qualsiasi barriera. Anche se tuo padre è Salvatore “Totò” Riina, il Capo dei Capi. Ma era veramente il caso di ospitare a Porta a Porta, condotta com’è noto da Bruno Vespa, il figlio di Salvatore Riina, Giuseppe Salvatore?

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Piersanti Mattarella

Giuseppe Salvatore Riina e la mafia

La vita del figlio di Totò Riina è forse ignota ai più. La notizia più rilevante, probabilmente, sta nel fatto che Giuseppe Salvatore fu condannato a 8 anni e 10 mesi di carcere per associazione mafiosa. Risulta abbastanza difficile conciliare tale notizia con le dichiarazione sulla mafia rilasciata a Bruno Vespa: «non me lo sono mai chiesto, non so cosa sia. Oggi la mafia può essere tutto e nulla. Omicidi e traffico di droga non sono soltanto della mafia.» Di cosa stiamo parlando, insomma? Riina Jr ha preferito tacere anche su Giovanni Falcone e Paolo Borsellino temendo la strumentalizzazione delle proprie dichiarazioni.

La polemica sulle interviste concesse a Giuseppe Salvatore non è storia recente: già nel 2013, mentre si trovava a Padova, Riina Jr fu intervistato circa suo padre e la sua famiglia. All’epoca egli affermò che Per me è un orgoglio chiamarmi Riina. E’ un cognome che mi è stato dato da due genitori capaci di insegnarmi tante cose: i valori, la morale. Io sono onorato di essere figlio di Totò Riina e Antonietta Bagarella.» Non basterebbero fiumi di inchiostro per discutere del termine “morale” adoperato da Riina Jr. Già all’epoca l’intervista suscitò diverse polemiche: l’attuale sindaco facente funzioni di Padova, Ivo Rossi, si scagliò duramente contro la decisione di intervistare «qualcuno di quella ‘caratura’».

Tutti contro Porta a Porta

Riina
Il Tweet del presidente del Senato Pietro Grasso

Da molte direzioni si sono sollevate polemiche contro la volontà di ospitare a Porta a Porta Giuseppe Salvatore Riina. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha scelto di non esprimersi. Ma chi conosce un poco la storia personale del Presidente può ben immaginare cosa potrebbe aver provato: Piersanti Mattarella, fratello di Sergio Mattarella e allora Presidente della Regione Sicilia, fu ucciso il 6 Gennaio del 1980 da un killer di Cosa Nostra mentre si recava a messa con i due figli, la moglie e la suocera.
Il presidente del Senato, Pietro Grasso, non si è fatto pregare e non ha esitato a dire la sua tramite TwitterFacebook: «non mi interessa se le mani di Riina accarezzavano i figli, sono le stesse macchiate di sangue innocente. Non guarderò Porta a Porta»

Riina Jr ha persino dichiarato di non condividere l’arresto del padre perché così gli è stato portato via. Naturalmente si potrebbe parlare di tutte le vite stroncate per mano o per bocca di Totò Riina e della mafia. Della mafia di cui si è parlato poco, perché forse è ancora un argomento tabù di cui è imbarazzante parlare con uno dei diretti interessati. Non s’è voluto parlare di stragi e di morti ma di Riina che è stato un buon padre per i figli; e questo non è comprensibile. Alcuni hanno insinuato che tramite il libro Riina Family life si voglia mostrare la parte “umana”, se così si può dire, del boss e farlo passare per un gracile vecchietto condannato al 41 bis. Ma non funziona così.

A Padova la Feltrinelli si è rifiutata di presentare il libro del figlio del boss. Qui non si tratta di libertà di stampa; nessuno ha vietato a Riina Jr di scrivere il suo libro e certo lo troveremo in molte librerie e in molti lo leggeranno. Non si vieterà la libertà di stampa o la libertà di espressione ma si può tutelare la morale, parola di cui ha fatto uso anche Giuseppe Salvatore Riina ma il cui significato è certamente sconosciuto alla mafia. E non solo ad essa.

Luigi Santoro

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