Emersa da un’onesta formazione a scuola e a teatro, Emily Blunt si impone alla memoria, per la prima volta, con “Il Diavolo veste Prada” (David Frankel – 2006), nel ruolo della collega stressata e insopportabile, accanto ad Anne Hathaway e Meryl Streep.
Nonostante il carattere leggero e senza troppe pretese, “Il Diavolo veste Prada” rimarrà nella storia per la lieta aria modaiola, per la Streep versione diavolo, per l’adorabile Stanley Tucci, per la giovanissima Anne, e anche per Emily Blunt in tiro. Non solo alcune delle battute più memorabili sono sue (“Amo il mio lavoro, amo il mio lavoro, amo il mio lavoro”; “Sai, sto facendo una nuova dieta, è molto efficace. Non mangio niente… poi quando sento che sto per svenire, butto giù un cubetto di formaggio. Ora mi serve solo una colite e arrivo al peso ideale.”), ma la sua evoluzione, nonostante la super prima assistente di Miranda sia poco più di una spalla per la protagonista, riesce ad essere essenziale, efficace e soprattutto divertente.
Gli inizi
Fino poi ad ottenere il ruolo di protagonista in “The Young Victoria” (Jean-Marc Vallée – 2009). Ai tempi, la pellicola non ebbe un gran successo, venne accusata di essere noiosa e poco accurata. Eppure, Emily Blunt per il ruolo della giovane regina fu
Molti ruoli le vennero offerti, anche se non si può dire fossero impegnati: interprete di personalità leggere, con imperturbabile aplomb inglese la Blunt vestì i panni della principessa Mary ne “I fantastici viaggi di Gulliver” (Rob Letterman – 2010), della copotragonista Harriet ne “Il pescatore di sogni” (Lasse Hallström – 2011), ed ebbe anche una parte nel film dei Muppets (James Bobin – 2011).
L’ultima Emily Blunt
La campagna pubblicitaria di “The Edge of Tomorrow” (Doug Liman – 2014) venne accolta con scetticismo: prometteva di essere un ennesimo blockbusterone con Tom Cruise. Ebbene, non fu niente di diverso: un blockbusterone con Tom Cruise. Ma venuto bene.
Denis Villeneuve, dopo un periodo aureo di grande apprezzamento dovuto ai suoi “Prisoners” (2013) e “Enemy” (2013), chiamò Emily Blunt per il ruolo di in “Sicario” (2015). Polvere, la terra dura del confine messicano, un distintivo: la Blunt è trasformata, ed è bravissima. Messi da parte i tacchi, indossato il giubbotto antiproiettile, in coppia con Benicio del Toro la giovane attrice è emozionante e convincente.
Certo, nonostante la breve parentesi il mondo del trillante lieto fine la richiama a sé: se nel 2014 fu già risucchiata dal noioso musical di Rob Ma
Naturalmente, in questa sede non si parlerà de “Il cacciatore e la regina di ghiaccio” (Cedric Nicolas-Troyan – 2016): Emily Blunt potrà anche essere stata limpida e delicata come sempre… ma in un film del genere il suo talento è andato del tutto sprecato.
Chiara Orefice