E se non avessimo capito Cesare Cremonini?

Cesare Cremonini: normale cantante pop o genio sottovalutato? Ripercorriamo la carriera dell’artista, dai LunaPop alla sua eredità.

Cesare Cremonini

In un’epoca musicale dove in Italia a fare da portavoce per la nuova generazione ci pensa gente come Calcutta e come Niccolò Contessa, leader de i Cani, è giusto interrogarsi per capire come ci siamo arrivati. Ovviamente questa affermazione non deve essere letta con un tono dispregiativo per i cantanti citati, che hanno sfornato da poco due dei CD (rispettivamente Mainstream e Aurora) più belli di questo decennio per la musica, indie o non indie che si voglia considerare, del nostro paese. Una via percorribile potrebbe essere quella di considerare Cesare Cremonini come patrigno e precursore a questa generazione di cantanti. Ora è maturo certo, nelle ultime comparse e canzoni può sembrare il classico artista che cerca di piacere ai giovani (pur non essendolo più) un po’ come Jovanotti, ma l’apparenza inganna.

Cremonini ha parlato ai giovani con i LunaPop, vincendo al Festivalbar e sfornando tre hit di enorme successo (50 Special, Qualcosa di grande, Un giorno migliore) che consentono a …Squerez? di vendere oltre 25mila copie, con testi che non sono così distanti da quelli attuali di Calcutta: mentre Calcutta gira per Frosinone, Cesare preferiva cavalcare la sua Vespa per i colli bolognesi, ma la sensazione è quella che entrambi abbiano prodotto un testo ed una sonorità destinati a durare se non in eterno, per molto, molto tempo, tra i bar karaoke e nelle teste di ragazzi e ragazze che matureranno e diventeranno uomini e donne, quella maturità di cui Cesare Cremonini si è fatto carico lasciando i LunaPop per dedicarsi ad una carriera da solista (forse quello che potrebbe fare anche Contessa de i Cani, anche se insieme hanno comunque compiuto un processo di maturazione).

La ricerca di nuovi sound ha fatto di Cremonini un coraggioso. Uno dei più grandi rimproveri che si fa alla musica italiana è quella di muoversi troppo lentamente, con i grandi nomi che restano fissi ad un posto per non lasciarlo mai più: Cremonini è riuscito ad evolversi sia nello stile che nei testi, uscendo dalla sfera della massa generazionale per parlare all’individuo singolo, riuscendo dunque ad essere sia personale che universale, un grande pregio per un cantante. Smettendo dunque di fare canzoncine per innamorati produce Bagùs, ossia  “tutto ciò che è positivo, gradevole, piacevole e bello” in indonesiano, ed è un successo straordinario, con canzoni come Vieni a vedere perché, che riescono a coniugare sensazioni apparentemente inconciliabili, come tristezza ed allegria, amore e solitudine con odio e speranza.

Mi vedono sempre ridere
ma questa non è la realtà:
piango ogni notte,
sempre per lei,
vieni a vedere perché…

Ma andare ad Abbey Road per registrare Maggese, che uscirà nel 2005, è un colpo di genio che dà la forza internazionale ad un album che lo porta persino a suonare nei teatri inglese con l’orchestra londinese, la cui collaborazione lo accompagnerà praticamente per tutta la carriera. Maggese, ossia il campo lasciato a riposo per qualche tempo , senza seminarlo, perché poi possa ridare frutto, è l’album che contiene, tra le altre, una canzone memorabile come Marmellata#25, con un testo che ricorda quasi una poesia dell’Eugenio Montale maturo, arricchita di quel correlativo oggettivo che mette in risalto la sigaretta o la marmellata rimasta nella casa dell’artista.

ora vivo da solo in questa casa buia e desolata
il tempo che dava l’amore lo tengo solo per me

http://https://www.youtube.com/watch?v=moGzzVcGd0I

Con Il primo bacio sulla luna riesce, senza non trascurare qualche punta barocca e funky, a far nascere un personaggio tra il dandy ed il bohemien, fregiandosi di una caratura sempre più internazionale e con testi e sound sempre più ricercati: un manifesto della personalità di Cremonini, una vena poco celata di malinconia e l’abbattimento del muro della semplicità del bolognese trapiantato a Londra è da ricercare nella canzone Il Pagliaccio, che per testo e musica risulta una delle canzone più belle del ventunesimo secolo italiano, con una storia particolare: scritta a 16 anni da Cesare Cremonini, fu interpretata durante le registrazioni dell’album con i LunaPop da una bambina di 4 anni ed il ritornello divenne una ghost track che parte alla fine dell’album, ma l’esperimento portò a denunce per satanismo.

la sera quando mi sciolgo il trucco
riscopro che sono un pagliaccio anche sotto

http://https://www.youtube.com/watch?v=dAx8ZIx8vYI

La storia di “Mondo” invece è molto più felice, canzone in collaborazione con Jovanotti, eletta canzone dell’anno 2010 da molte riviste del settore e da iTunes. Qui qualcuno ha cominciato a dargli del commerciale, qualche critica non è risparmiata neanche su La Teoria dei Colori e con Logico, i suoi ultimi due lavori, ma è da ricordare il lavoro con Davide Petrella, cantante delle Strisce, che gli scrive molti testi e probabilmente riesce a “svecchiare” il personaggio, avviando una collaborazione proficua (la canzone Buon Viaggio fu il tormentone dell’anno scorso ed ha 11milioni di visualizzazioni). Anche qui l’invito è sempre lo stesso: andare oltre la musica che può sembrare banale pop e non soffermarsi su quel tono di voce che può risultare da spensierato e gaudente, perché nel testo ci sono spunti interessantissimi per comprendere il pensiero di un’artista troppo spesso sottovalutato e poco considerato, come se si trovasse di passaggio nella scena musica italiana, senza poter avere la possibilità di lasciare una significativa impronta nella storia. Cesare Cremonini è uno dei pochi cantanti ancora esportabili all’estero, tour di grande successo ovunque, uno dei pochi che riesce a piacere veramente a tutti. Se Calcutta o Contessa diventeranno eredi di quello che ha lasciato e lascerà l’ex leader dei LunaPop, hanno tutto di guadagnato. Perchè probabilmente non abbiamo ancora capito Cesare Cremonini.

Diego Sbriglia.