Ligabue, la biografia: gli anni Duemila

Ligabue: cosa si cela nei suoi brani

Ogni essere umano prova dei sentimenti e delle sensazioni, a volte difficili da spiegare o da esternare. Nonostante queste grandi difficoltà di espressione per la specie umana, c’è un rocker italiano che, attraverso le sue parole e la sua musica, ha permesso ai suoi ascoltatori di conoscere i luoghi più nascosti della sua anima. Continuiamo così il nostro viaggio nel cuore di Luciano Ligabue che avevamo intrapreso già poco tempo fa.

Dopo tanti anni di carriera e successi alle spalle, Ligabue torna con un nuovo album Fuori come va? messo in commercio nel 2002. In uno dei singoli del disco il cantante ci catapulta in quella che è la sua idea di vita e nella sua vita effettiva, principalmente criticando chi ha la pretesa di decidere per lui cosa sia giusto e cosa no:

Questa è la mia vita
Se ho bisogno te lo dico
Sono io che guido
Io che vado fuori strada
[…] Questa è la mia vita
Certi giorni è poca
Certi giorni sembra troppa
E invece non lo è mai.

Pochi anni dopo, nel 2005, nasce uno dei dischi più conosciuti dell’emiliano: si intitola Nome e cognome. Ligabue ha definito questo nuovo lavoro discografico come un «autoscatto dell’anima»: puro lavoro di introspezione, era stato pianificato di intitolarlo Ligabue proprio come il primo successo discografico, a voler sottolineare un vero e proprio ritorno alle origini. Tuttavia Liga e i suoi collaboratori si sono resi conto di quanto il sound del nuovo disco fosse notevolmente diverso dai suoi precedenti e di come fosse impossibile non evolversi nel corso degli anni. Con il tempo si intraprendono cambiamenti e Ligabue si è ovviamente modificato nel corso della sua carriera (com’è giusto che sia).

In Nome e cognome è presente un bellissimo inno al gentil sesso, “Le donne lo sanno, che dimostra quanta importanza il cantante dia al genere femminile e quanto, in fondo al cuore, lo stimi, ponendolo quasi su un piedistallo. Insomma, grazie a questa canzone (ma senza nulla togliere al suo fascino), nessuna donna sana di mente potrebbe rifiutarlo.

Le donne lo sanno
che niente è perduto
che il cielo è leggero
però non è vuoto
le donne lo sanno
le donne l’han sempre saputo.

Un altro motivo per cui Ligabue ha fatto innamorare tante romanticone è la sua canzone “L‘amore conta” in cui il titolo già dice tutto. Nella canzone si parla di un amore ormai finito, in maniera abbastanza serena, da cui però il cantante cerca un riscatto, sperando che il futuro serbi un’altra possibilià ai due amanti:

Grazie per il tempo pieno
grazie per la te più vera
grazie per i denti stretti
i difetti
per le botte d’allegria
per la nostra fantasia […]
nessuno dice mai se prima o se poi
e forse qualche dio non ha finito con noi
l’amore conta.

Ligabue campovolo
Altro brano colonna dell’album è “Cosa vuoi che sia? che riprende un po’ i temi del vecchio successo del 1997 “Il giorno di dolore che uno ha“. Il concetto è semplice e diretto: il dolore esiste, fa parte della vita di ognuno di noi ma «cosa vuoi che sia? passa tutto quanto, solo un po’ di tempo e ci riderai su.»
Dopo cinque anni di stallo Liga torna con l’album Arrivederci, mostro! il cui titolo è molto emblematico e significativo per il cantautore, che saluta e dice definitivamente addio ai suoi mostri interiori, ai dolori che ha dovuto patire e combattere con tanta forza e sofferenza. L’album debutta al primo posto della classifica dei brani più venduti in Italia stilata da FIMI ed in seguito è stato anche certificato disco di diamante.
Questo album segna quanto sia “sottile” la linea tra la sua carriera canora e quella poetica. Una delle canzoni più significative del disco èIl peso della valigia, scritta sulla base di una poesia di Ligabue contenuta nella raccolta “Lettere d’amore nel frigo”.
Anche in questo nuovo lavoro compare uno dei temi preferiti dell’artista (e da gran parte della popolazione): l’amore. Ne è un emblema il singolo ‘Un colpo all’anima‘:

Quante volte sei passata
quante volte passerai
e ogni volta è sempre un colpo all’anima.

Mondovisione: un nuovo successo

In più c’è anche un’altra questione a cui Ligabue dà molta rilevanza ed è quella della speranza, sempre viva e brulicanti in lui e lo si può capire dalla sua affermazione “Il meglio deve ancora venire” ed infatti, nel 2013, con il suo nuovo album Mondovisione Ligabue ha nuovamente superato se stesso.

Anche qui il titolo è significativo per l’artista perché, a suo parere: «Mi procuro una frattura durante un concerto e due minuti dopo può vedere la caduta un mio amico di Los Angeles. È ufficiale: siamo tutti in mondovisione. Mondovisione però è anche la “visione di un mondo”».
Una delle canzoni più dolci che il Liga abbia mai scritto è contenuta in questo suo ultimo lavoro e si intitola ‘Per sempre’ dedicata ai propri genitori

Cosa sarà mai portarvi dentro solo tutto il tempo?
per sempre
c’è un istante che rimane lì piantato eternamente.

Un’altra esplicita dedica è stata fatta alla novella sposa Barbara Pozzo, donna amata da Ligabue ormai da anni e che ha ispirato tantissime delle sue canzoni (quindi, fan sfegatati, dovreste esserle grati!). In mondovisione Luciano conferma che la sua Barbara è la donna della sua vita e che lo è sempre stata:

Dopo tutti questi anni
io non smetto di guardarti
qualche volta ancora a bocca aperta
non finisco di capire
non finisci di stupire
come non dovesse mai finire.

Ma ovviamente in ogni anima che si rispetti i sentimenti profondi non si limitano all’amore, ci sono anche i sogni “che danno forma al mondo”, quelli in cui è necessario credere per andare avanti, che ci ispirano a migliorare, ad indagare il mondo esteriore ed il nostro mondo interiore. Per questo per innalzarne il valore il nostro Liga ha deciso di dedicare ai sogni un posto speciale nel proprio album con questi versi:

Sono sempre i sogni a dare forma al mondo
Sono sempre i sogni a fare la realtà […]
Io non lo so
se è già tutto scritto
come è stato scritto
Io non lo so
che cosa viene dopo
Io non lo so
se ti tieni stretto
ogni tuo diritto
so che ogni attimo è diverso
so che nessuno è come te.

E per concludere citiamo una delle canzoni più introspettive dell’intero disco, in cui Ligabue si è interrogato su uno dei misteri più profondi della psiche umana: ma noi, chi siamo?
Ci sono tante strade che avremmo potuto percorrere, tante strade che ci potranno rendere persone diverse ma dipende solo e soltanto da noi dove ci porteranno, perché agli incroci della vita non c’è nessuna indicazione. In fin dei conti siamo tutti diversi, siamo nati in un certo modo e nessuno potrà essere uguale ad un altro perché siamo costituiti da eventi, emozioni personalissime che abbiamo vissuto solo noi e le abbiamo provate in una maniera talmente personale che nessun altro potrà sperimentarle esattamente nello stesso modo e forse, alla fin fine, il nostro Ligabue ha ragione a dire

siamo chi siamo
siamo arrivati qui come eravamo […]
ma poi ci fu una distrazione
o forse fu un’insolazione
a dirmi non c’è niente da capire.

Il viaggio alla scoperta dell’anima di Luciano Ligabue termina qui, nonostante ci sia molto altro da dire, molte altre canzoni da citare e si spera che il nostro cantautore ci darà sempre la possibilità di entrare nel suo personalissimo mondo interiore e che ci faccia immedesimare nelle sue emozioni e nelle sue vicende che hanno reso un po’ tutti i suoi fan chi sono oggi.

Daniela Diodato