Dall’Actors Studio a Gioventù bruciata

Elia Kazan e Nicholas Ray rivoluzionano le tematiche del cinema classico hollywodiano imponendo, con l’Actors Studio, anche un nuovo stile recitativo.

Un nuovo impegno politico, nuove esigenze

Nella produzione hollywoodiana che va dalla fine della seconda guerra mondiale al 1960 ci si rende conto che ci sono dei film, in particolare, che fanno emergere un nuovo impegno politico: registi e attori cominciano a mettere in scena e ad affrontare temi come il razzismo e la giustizia, cercando di riflettere e di far riflettere sulle inquietudini sociali che sono proprie della società americana di quegli anni.

Questo, è un tentativo di rinnovamento ideologico e narrativo che parte dall’interno e che riflette la fine di quell’orizzonte produttivo hollywoodiano che può essere chiamato come «fabbrica dei sogni».

In particolare, le opere dei registi come Elia Kazan e Nicholas Ray esprimono proprio questa necessità di rinnovamento tematico e stilistico, rivedendo i canoni classici e attingendo al teatro e alla letteratura moderna.

actors studio

Elia Kazan è di origine turca e arriva al cinema dopo l’attività teatrale con il Group Theatre, ed è proprio grazie a questa esperienza che Elia può conoscere e sperimentare tecniche di recitazione naturalistica e psicologica che provengono dagli insegnamenti di Stanislavskij e che lo condurranno, con Lee Strasberg e Cheryl Crowford, a fondare nel 1948 l’Actors Studio.

Le sue prime opere (Un albero cresce a Brooklyn – 1945 e Pinky – 1949) riflettono la necessità di trasferire al cinema la corposità teatrale e l’intensità della messa in scena che erano proprie del Group Theatre.

Kazan, poi, comincerà una sorta di autobiografia indiretta in cui vi sono eroi negativi, fortemente critici nel loro tentativo di confrontarsi con le strutture sociali o, in particolare, parentali.

Nel 1952 fu coinvolto nella caccia alle streghe ed è tra coloro i quali hanno scelto la delazione, fece molti nomi (alcuni dei quali erano dei suoi più stretti collaboratori) e alcuni di essi ebbero la carriera distrutta o notevolmente rallentata[1].

Il Fronte del porto (1954) è scritto proprio in questo periodo e forse riflette la volontà del regista di difendersi dall’accusa di tradimento (è comunque tratto da un romanzo di Budd Schulberg). Fronte del porto è la storia di una redenzione e affronta temi come la delazione e il tradimento e si può facilmente percepire come questo film sia intimamente legato agli avvenimenti che hanno in questo periodo sconvolto la vita di Kazan.

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C’è poi La valle dell’Eden (1955), tratto da Steinbeck, un dramma generazionale con lo sfondo della prima guerra mondiale. Ma una più esplicita autoconfessione sulle proprie ambiguità la si trova in Il ribelle dell’Anatolia (America America, 1963) e al cinema è dedicato Gli ultimi fuochi (1976), sceneggiato da Harold Pinter, tratto dal romanzo di Francis Scott Fitzgerald, in cui si denuncia la brutalità della macchina hollywoodiana che impedisce di essere se stessi.

Sempre dal teatro, proviene anche Nicholas Ray. Il suo esordio al cinema avviene con un noir, La donna del bandito (They Live by Night, 1947), nella quale inaugura un personale rapporto con i generi nei quali dominano gli eroi malinconici e sconfitti.

Con Gioventù bruciata (Rebel without a Cause, 1955) mette in scena la storia di un brusco e doloroso passaggio all’età adulta ed è un documento sui riti della generazione post-bellica degli Stati Uniti.

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Il film è divenuto un cult movie e ha contribuito a diffondere il mito di James Dean rendendolo il simbolo della contestazione giovanile. La morte prematura e violenta che ha colpito i tre protagonisti[2] alimenta, poi, la fama di Gioventù bruciata come un film “maledetto”.

L’Actors Studio

L’Actors Studio viene fondato nel 1948 da Elia Kazan, Cheryl Crowford e Lee Strasberg a New York ed è tuttora la più importante scuola di arte drammatica degli Stati Uniti.

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Partendo da una significativa revisione dei precetti sul realismo psicologico e sul naturalismo teatrale, propri dell’insegnamento di Stanislavskij, il metodo dell’Actors Studio evolve in una direzione caratteristica, che riguarda innanzitutto la teoria dell‘identificazione della personalità profonda dell’attore con quella del personaggio. Questa identificazione, deve necessariamente comprendere una totale disponibilità psicologica dell’attore, il quale deve scavare nel proprio inconscio e farne affiorare i conflitti.

Le interpretazioni degli attori dell’Actors Studio vanno molto al di là della trasparenza classica, con forti cannotazioni nevrotiche e accentuazioni drammatiche che modificano la drammaturgia dell’attore dal dopoguerra in poi.

Cira Pinto

1Nel ’99 viene premiato agli Oscar con il riconoscimento alla carriera; non tutti gli artisti in platea, però, si alzano per applaudire, memori della sua partecipazione al comitato McCarthy.
2Dean muore in un incidente stradale un mese prima dell’uscita del film, Mineo viene assassinato a 37 anni nel 1976 e la Wood muore a 43 anni, nel 1981, annegata in circostanze non del tutto chiare.