Open Studio: un ingresso aperto al dialogo

Open Studio
visione dell’ingresso

Open studio è un concetto semplice, è un’idea spontanea. È uno spazio aperto. Un momento di dialogo.

Open studio è la volontà di una piccola collettiva di artisti che ha voluto “riappropriarsi di una prassi antica e collaudata, quanto di proporre una rinnovata formula dialettica fra artista, sistema dell’arte e collettività.Aprire le porte del proprio studio è uno dei gesti più semplici ed antichi che un artista possa fare. Il momento in cui si invitano le persone, addetti ai lavori o appassionati, ad essere partecipi dei processi e dei percorsi che determinano la creazione dell’opera, sia essa compiuta e proposta nella sua forma finale”.

Open Studio
Untitled, stampa fotografica 19x 13 cm

L’immagine voluta per l’invito, pone essa stessa una riflessione. Il muro dipinto di bianco è il muro che demarca il luogo in cui avviene l’evento, un ambiente domestico sito al primo piano di un palazzo nel cuore di Napoli; una presa elettrica i cui fori, come punti all’ordine del giorno, indicano i nome dei tre artisti, simbolicamente veicoli di energia, ma un’energia particolare, quella creativa.

Open Studio
“Again”, Fabrizio Monsellato

Veronica Bisesti, Antonio Della Guardia e Fabrizio Monsellato, sono giovani artisti campani  e già da qualche anno attivamente inseriti nell’ambiente artistico, con partecipazioni a vari concorsi e mostre collettive in territorio partenopeo e non solo; hanno scelto di condividere, al di là delle diversità che caratterizzano il proprio percorso artistico, uno spazio in comune.

Uno spazio, quello dello studio d’artista, che dovrebbe nascere come luogo deputato principalmente alla fase creativa e produttiva dell’artista, e che invece, in questo caso, va oltre, perché predisposto per una diversa esigenza.

Quella necessaria esigenza di comunicazione con l’altro, con il pubblico, per forte volontà di proporsi e proporre, come attori capaci di interagire e incidere, attraverso la propria poetica ed il proprio lavoro, sulla realtà e sulla scena dell’arte in cui operano. Il bisogno di potersi offrire anche come input per gli altri. Insomma un sentimento chiaro quello proposto, non rimanere confinati.

C’è una impazienza, in questi artisti, di voler dire la loro, anche rispetto ai grandi temi, interni ed esterni al discorso sull’arte: la politica, la vita, il ruolo delle istituzioni, il ruolo della cultura nella società ed infine, ma soprattutto, la responsabilità sociale dell’intellettuale, del poeta, del filosofo, dell’artista.

Open Studio
visione d’insieme

I tre lavori scultorei  presentati da Fabrizio Monsellato nascono da un’analisi che si concentra sul tema dell’esclusione dal mondo del lavoro, con le sue ripercussioni a livello personale, professionale, sociale ed economico.

Il lavoro di Antonio della Guardia è teso ad  analizzare  il carattere effimero e transitorio della politica e dei sui “nuovi” strumenti, come i dibattiti televisivi, evidenziando come tali programmi siano diventati oggi mero intrattenimento, privo di contenuti ed istanze.

La natura dell’intervento televisivo che oscilla tra una cantilena di vecchie e nuove problematiche e la violenza verbale come ricerca di audience, un volere annunciare a tutti i costi un’apparente “ripresa” di un paese, trasformato ormai in slogan dalla bocca dei politici, ma mai effettiva, reale.

La ricerca di Veronica Bisesti, cerca invece di analizzare e scardinare i ruoli predefiniti dalla società, anche attraverso l’utilizzo di oggetti e immagini che fanno parte del nostro quotidiano, provenienti da un mercato culturale prestabilito, e che sottopone ad un processo di trasformazione e riveicolazione.

Fondamentale all’interno del suo percorso artistico l’indagine sulla società, le sue relazioni interpersonali, le aspettative e i desideri, i sogni e le ossessioni, e anche le tradizioni radicate. Attraverso assemblaggi e cortocircuiti visivi, crea un modo per sovvertire ideologie che regolano il flusso di azioni, pensieri e parole delle persone e dunque della società.

Le opere hanno chiaramente una propria e individuale cifra stilistica, frutto del lavoro personale di ogni singolo autore, ma al tempo stesso si nota come esse, pur nascendo per scopi ed esigenze diverse, non rimangano chiuse e assenti tra di loro, ma dialoganti, seppur sommessamente; richiamandosi a vicenda tramite un segno o un’idea, anche per ragioni non volute, casuali.

Open Studio è dunque, un progetto che nasce come momento di incontro tra gli artisti e la propria città, Napoli, ma che potrebbe trovare, perché no, in futuro nuova dimora in altre realtà territoriali, aprendosi e interagendo con altre giovani voci come loro.

Per maggiori informazioni: https://www.facebook.com/events/1207878939225827/

Marina Borrelli