‘Ndrezzata: una tradizione…a colpi di mazza!

La ‘Ndrezzata è una danza popolare di origine ischitana, cha ha alle spalle una tradizione molto antica, tra storia e leggenda. Essa rappresenta una sorta di rito, che definisce le radici della popolazione isolana e non solo.

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La ‘Ndrezzata di Barano d’Ischia

‘Ndrezzata: le origine mitiche

Sembra ci siano delle controversie sulla nascita di questa danza. Ad alcuni piace pensare che essa affondi le sue radici nella cultura mitologica greca, diffondendosi sul tutto il territorio ischitano in seguito all’attività dei primi coloni dell’Eubea, fondatori di Pithecusa. In base a questa ipotesi, la ‘Ndrezzata, un vorticoso intreccio di mazzarielli, ricorderebbe il ballo delle Ninfe inviate da Zeus, insieme ad Afrodite, per placare la collera di Demetra, addolorata per il rapimento della figlia Persefone. Secondo la tradizione, le Ninfe danzavano al ritmo dei colpi battuti dai Satiri con spade di legno su manganelli, accompagnando la melodia della cetra d’oro di Apollo.

Si narra che il dio si innamorò della ninfa Coronide presso la sorgente di Nitrodi a Buonopane (zona del versante sud-orientale di Ischia), dove si svolgevano le danze. Da questa unione nacque Esculapio, il quale, per vendicare l’uccisione della madre ad opera di Apollo, avvelenò le acque della fonte, rendendo litigioso chiunque si abbeverasse presso di essa. Le Ninfe vollero tramandare la danza della ‘Ndrezzata alle popolazioni del luogo e riunirono presso la sorgente gli abitanti di Barano e di Buonopane. Questi, dopo la danza, si rinfrescarono nelle acque contaminate e da allora vissero in continuo litigio.

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Campanile di San Giovanni Battista a Buonopane

Di una controversia tra gli abitanti di Barano e Buonopane si ha testimonianza in un manoscritto rinvenuto nella sagrestia della chiesa di San Giovanni Battista a Buonopane. Si racconta di due uomini, Rocc’none di Barano e Giovannone di Buonopane, innamorati della stessa donna. Rocc’none donò alla sua donna una fusciacca o uno scialle e, quando lo vide indossato da Giovannone, lo sfidò presso il ponte, che divide i due paesi. Altre fonti riconducono, invece, l’origine del litigio non nel tradimento, ma, più semplicemente, la giovane donna perse lo scialle, che fu rinvenuto da un abitante di Buonopane, il quale si rifiutò di renderlo alla legittima proprietaria. Dopo numerose guerre, gli abitanti dei due paesi sancirono la pace davanti alla chiesa di San Giovanni, ballando la ‘Ndrezzata.

Dal testo al significato: un poemetto epico popolare

La ‘Ndrezzata è considerata un poemetto epico popolare nato nel Medioevo, intorno al 1500. Le informazioni principali si possono ricavare dal testo stesso.

http://https://www.youtube.com/watch?v=xHkm6RnK3DQ

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Al pari del poema epico, la ‘ndrezzata possiede un proemio, rappresentato dalla parte recitata: “Io vengo da Monte Cupo/ per darvi un gran saluto/ […]”. Dal testo ricaviamo ulteriori collegamenti ad altri generi letterari: ad esempio, la danza stessa, caratterizzata dall’intrecciarsi di mazze e colpi di spade, ricorda il genere dell’elegia guerresca; inoltre, nell’elegia greca era presente un dicitore, che recitava il componimento accompagnato da un flautista. Queste due componenti, insieme al coro, sono presenti nella ‘Ndrezzata ischitana.

Il testo ci fornisce anche una collocazione geografica: Monte Cupo è l’antica Moropano, un casale del territorio di Barano, che rappresentava un insediamento testimoniato a partire dal 1268. L’indicazione cronologica viene ricavata dallo storico Pietro Monti nel volume Ischia, archeologia e storia, in riferimento ai “quattro ‘rane ‘mmano” con le quali il calabrese voleva far provvista: si tratterebbe di una monetazione napoletana e siciliana usata dal XIV al XIX secolo. Per tale ragione, la ‘Ndrezzata va collocata non prima del 1500.

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Costume della ‘Ndrezzata

Il significato della ‘Ndrezzata resta, tuttavia, poco chiaro. Con certezza si può sostenere che la ‘ndrezzata è l’espressione della storia e della tradizione del luogo, la cui integrità è mantenuta attraverso una trasmissione, prettamente orale, di generazione in generazione. L’interpretazione della battaglia tra i sessi sembra poco convincente, dato che non trova testimonianza nella cronaca paesana. La storia locale ha, invece, ispirato la realizzazione del costume, che ricorda l’abbigliamento dei pescatori: le camicie cucite al panciotto di tela, i pantaloni sotto le ginocchia, con stringhe allacciate alle estremità, i sandali di cuoio.

Il rituale della ‘Ndrezzata

La ‘Ndrezzata non è una semplice danza di matrice popolare, ma rappresenta un vero e proprio rituale, scandito da tre momenti principali. La prima fase è caratterizzata dalla sfilata dei diciotto danzatori: gli uomini, vestiti con un giubbetto rosso, e le donne con un corpetto verde. I danzatori sono guidati dal caporale, colui che recita la predica, accompagnati da clarini e tammorre.  Come i Satiri, i danzatori impugnano un mazzariello e una spada, intrecciandole, al ritmo dei suonatori, in saluto, stoccate, parate e schivate. All’interno della danza due sono le figure fondamentali: la formazione della rosa con l’intreccio delle mazzarielle a mani alzate e l’elevazione su di essa del caporale. Una scena che ricorda le battaglie, gli amori, le fughe, degne di un vero e proprio poema epico.

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Particolare scena della ‘Ndrezzata

Una variante: la ‘Ndrezzata di Cervinara

Il fascino di questo rito antico, quale è la ‘Ndrezzata, ha superato i confini entro i quali è nato, raggiungendo una piccola cittadina della provincia di Avellino, Cervinara. Grazie alla passione di un personaggio di grande rilievo culturale, Nicodemo De Vito, oggi la ‘Ndrezzata, nella variante cervinarese, rappresenta una delle più importanti tradizioni locali.

La ‘Ndrezzata di Cervinara viene ballata da 12 coppie di giovani del luogo, i quali, dopo la recita, recuperata dalla tradizione ischitana, si cimentano in una coreografia scandita dai colpi delle mazze di legno che, secondo testimonianze locali, ricordano una leggendaria battaglia cervinarese.

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‘Ndrezzata di Cervinara

 

«La tradizione non consiste nel mantenere le ceneri ma nel mantenere viva una fiamma.» (Jean Léon Jaurès)

Giovannina Molaro

http://it.wikipedia.org/wiki/Ndrezzata#cite_note-1

http://www.larassegnadischia.it/Letteratura/speciali/buonopane.pdf

http://www.ecampania.it/napoli/cultura/mille-leggende-un-ballo-ndrezzata-ischitana

Gruppo folk Nicodemo De Vito