New Age: gli effetti collaterali per l’individuo

In questo articolo cercheremo di comprendere come alcune tendenze della New Age rappresentino un pericolo per il pensiero individuale. Ma cosa vuol dire New Age?

New Age

Cos’è la New Age

Questa corrente nata dalla controcultura degli anni ‘60 prende nome da un’antica conoscenza astronomica detta precessione degli equinozi, di cui ogni periodo viene definito “era astrologica”. In questo momento l’equinozio di primavera sta lasciando la costellazione dei Pesci per entrare in quella dell’Acquario che rappresenterebbe appunto la Nuova Era.

La New Age sostiene che alla successione delle ere corrisponda quella delle epoche della civiltà umana e ne deduce che il fattore di evoluzione storico sia dunque legato a leggi fisse estrinseche all’agire umano. L’evento fondamentale che preannuncerebbe la venuta di questa epoca consisterebbe nella creazione della noosfera,New Age processo che sarebbe nato dalla necessità di superare le crisi ecologiche ed umanitarie interplanetarie e destinato a concludersi nella creazione di una “coscienza collettiva” in grado di far fronte a tali crisi.

La New Age ha avuto un grande successo proprio stabilendo questa visione teleologica e rassicurante che dà senso all’esistenza di ognuno, deresponsabilizzandolo al medesimo tempo e consegnando l’avvenire nelle mani del destino.

Il paradigma olistico e la trasformazione personale: narcotici per il pensiero

La New Age vede l’Universo non come formato da diverse parti ma come un’unica realtà. Tale visione è detta paradigma olistico ed è un’eredità della tradizione esoterica e delle filosoNew Agefie dell’Uno. Ma la New Age raramente vi fa riferimento. Tiene invece a sottolineare la validità scientifica delle proprie ipotesi e preferisce esporre questa concezione attraverso il modello olografico.

Un ologramma è la proiezione 3D di un oggetto la cui immagine è stata impressa su di una pellicola che viene poi illuminata. Peculiare è il fatto che l’immagine intera sia contenuta in ogni frammento di pellicola. La New Age afferma che l’universo possiede questa stessa struttura: ogni suo livello sarebbe il riflesso del tutto, la materia non sarebbe altro che energia vibrante e non vi sarebbe nessuna vera separazione tra gli oggetti. Breve è il passo che porta alla rovinosa caduta della separazione soggetto – oggetto. La New Age afferma infatti che anche l’individuo è parte di questa grande Unità che nulla trascura di inglobare. Già all’inizio del ventesimo secolo la psicoanalisi aveva inferto un grave colpo alla nozione di individuo, mostrando come vita psichica e coscienza non si equivalgano per niente. Ma Freud, con la massima

“dov’era Es, dovrà essere Io”

salvava il soggetto cosciente e definiva duramente “regressione” il sentimento di unione con il tutto ne Il disagio nella civiltà. La New Age invece esalta tale unione attraverso varie tecniche di alterazione della coscienza che verrebbe così guarita dalla separazione dal mondo esterno che non le permette di vedere la verità. Tali tecniche, tra cui la meditazione, la respirazione olotropica, il New Agerebirthing, consistono nella riduzione del ritmo cerebrale e nel conseguente abbassamento del livello mentale. In tali stati “meditativi” la coscienza è debole, simile a quella del dormiveglia.

Affermando che la verità è l’unione con il tutto e che questa può essere conosciuta solo da una coscienza indebolita, la New Age afferma che una indagine di laboratorio condotta nel normale stato di veglia possiede capacità conoscitive nulle rispetto ad una seduta di meditazione. È così che, completamente inetta a fare scienza, la New Age preferisce crearsela comodamente con sensazioni ed intuizioni. Come scriveva Adorno nel suo Stars down to earth:

“Il semicolto vuole vagamente capire ed è anche spinto dal desiderio narcisistico di dimostrarsi superiore alla gente comune, ma non è in condizione di compiere operazioni intellettuali complicate e spassionate. Per lui l’astrologia esattamente al pari di altre fedi intellettuali come il razzismo, fornisce una scorciatoia riducendo la complessità ad una formuletta e offrendo contemporaneamente a chi ritiene di essere escluso dai privilegi della cultura la piacevole gratificazione di appartenere nondimeno alla minoranza di quelli che «sanno» […]”

Il seguace della New Age fa proprio questo ma non si reputa minimamente escluso dai privilegi della cultura, bensì guarito da essa e dai suoi condizionamenti. Si ritiene un risvegliato e niente e nessuno gli farà crollare questa certezza, poiché “lo sente”.

Questo atteggiamento entra in chiara contraddizione con la presunta alleanza con la scienza proposta dal ricorso al modello olografico, allo stesso modo in cui il rifiuto della società tecnocratica ed il ritorno ai valori spirituali contrasta sfacciatamente con un modello di vita spirituale che si basa unicamente sull’uso di tecniche il cui fine è riprodurre stati mistici come se fossero fenomeni da laboratorio, mentre nel linguaggio della New Age risuonano termini come gestione mentale e programmazione neurolinguistica.

In questa “fabbrica dello spirito” sembra non essere solo la nozione di pensiero ad essere messa a repentaglio ma la sua stessa esistenza.
Proprio un padre della rivoluzione culturale del ’69, Timothy Leary, in questa occasione direbbe:

“Think for yourself. Question authority.”

Giovanni Marco Ferone

Fonti

Michel Lacroix, L’ideologia della New Age, Il Saggiatore, 1998; Adorno, Stelle su misura, Einaudi, 2010; Micheal Talbot, Tutto è uno, Urra, 1997; Timothy Leary, Sound bites from the Counterculture, Atlantic, 1989

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