Lauro e Berlusconi: uomini di potere a confronto

L’articolo che segue analizza due personaggi simili e diversi allo stesso tempo: Achille Lauro e Silvio Berlusconi. Con il breve spazio concessomi, cercherò di dimostrare come il carattere di un individuo e il contesto spazio-temporale può condizionare un avvenimento e che la Storia non è un libro già scritto dall’inizio dei tempi, ma un calderone di miliardi di possibili rette perpendicolari.

Achille Lauro e Silvio Berlusconi. Si ringrazia Manilyn Monfredo per il montaggio
Achille Lauro e Silvio Berlusconi. Si ringrazia Manilyn Monfredo per il montaggio

Berlusconi e Lauro: un’analisi comparativa

Soprannomi
Ambedue hanno nickname altisonanti che ricalcano in qualche modo le loro esperienze lavorative. Lauro è “Il Comandante”, nomignolo affibbiatogli per il possesso di una considerevole flotta. Berlusconi, invece, è “Il Cavaliere”, per l’onorificenza di cavaliere del lavoro datagli nel 1977 dal presidente della Repubblica Leone.

Soldi
Silvio nasce a Milano nel 1936. La madre era casalinga mentre il padre Luigi è stato procuratore generale della Banca Rasini, poi inglobata nella Banca Popolare di Lodi nel 1992 e che fa quindi parte del Banco Popolare. La Banca Rasini, tra l’altro, è famosa per annoverare tra i suoi clienti Totò Riina e Bernando Provenzano. Il rapporto con la Banca Rasini sarà oltremodo importante, perché proprio la fidejussione di Carlo Rasini gli permetterà di acquistare il primo terreno nel 1961, iniziando ufficialmente la sua attività di imprenditore nel settore immobiliare. La sua azienda crescerà, grazie al fatto di operare a Milano, che ha sempre beneficiato di sgravi fiscali e sovvenzioni e, secondo alcuni, anche grazie a finanziamenti provenienti da banche svizzere. Il segreto bancario non permette di procedere nelle indagini.

L'Achille Lauro. Fonte: Wikipedia
L’Achille Lauro. Fonte: Wikipedia

Achille nasce a ventisei anni dall’Unità d’Italia (nel 1887) in una Napoli che ancora fatica a mettersi in sesto, duramente colpita dall’esodo verso il Nord e le Americhe. Il padre era armatore ma l’infelice situazione del Sud colpì anche lui. Quando morì e passò le redini al prode Achille, l’azienda di famiglia non navigava in buone acque e Lauro dovette fare i salti mortali e contare più volte sulla compartecipazione del suo equipaggio per l’acquisto delle imbarcazioni. Alla fine fu in grado di allestire una flotta che negli anni ’30 contava una sessantina di unità. Dopo la guerra, per acquistare le navi perse, fu costretto a creare tante società compartecipate per ogni nave della nuova flotta che pochi anni dopo era di nuovo consistente.

Politica
Uomini ambiziosi come loro non si accontentano facilmente e, volendo espandere il proprio impero economico, devono per forza di cose avere a che fare con il potere politico, in un modo o nell’altro.

Lauro entra in rapporti con la famiglia Ciano verso il ’35. Galeazzo Ciano proveniva da famiglia di armatori ed era parente del Duce, avendone sposato la figlia Edda. Grazie a lui, il Comandante entra nella Camera dei Fasci e delle Corporazioni e, successivamente, Mussolini gli avrebbe dato il 50% di tutta l’editoria napoletana come risarcimento di tutte le navi che Lauro aveva perso durante il conflitto (non vi ricorda qualcuno che ha il controllo di una buona fetta del mercato editoriale italiano?).
Ma il vero potere Lauro lo acquisisce dopo il conflitto.
La Guerra Fredda si ripercuote anche sull’Italia. La DC subisce pressioni dagli USA e dal Vaticano per espellere dal governo i social-comunisti. Per rimanere al potere, i democristiani devono rivolgersi altrove, perfino ai monarchici di Lauro. Appoggiare il governo De Gasperi voleva dire una cosa: fare il primo passo per avere il comando su Napoli. Comando che Achille otterrà alle elezioni del 1952, dopo una campagna elettorale costosissima. Disse di voler rimanere sindaco per tre mesi, il tempo di far approvare una legge speciale. Ma, da buon politico, non se ne andò per dieci anni. Achille, oltre al ritorno del re, aveva promesso di far diventare Napoli un cantiere a cielo aperto. In un colpo solo, accontentò il popolo, che avrebbe avuto lavoro e abitazioni, e i costruttori che potevano così speculare senza ritegno. Speculazione raccontata magistralmente da Francesco Rosi ne Le mani sulla città del ’63. Palazzi di sei, sette, otto piani, stipati uno di fianco all’altro in vie strettissime per aumentare i profitti. Risultato? Una densità attuale di circa 8450 abitanti per km².

Berlusconi e Craxy nel 1984. Fonte: Wikipedia
Berlusconi e Craxi nel 1984. Fonte: Wikipedia

I primi contatti di Berlusconi con la politica gli servono per espandere il suo impero che, dal campo edilizio (vi ricorda qualcuno?) si è spostato a quello delle telecomunicazioni. La programmazione televisiva è saldamente nelle mani dello Stato, il quale però è disposto a cedere tutto in cambio di moneta sonante. È Craxi a intervenire per salvare Silvio dalla magistratura (trent’anni prima che fosse mainstream), come si può leggere qui. Nel ’90 tocca ad Andreotti salvarlo da una riduzione dei i canali. Nel ’94 parte della legge che ha concesso a Berlusconi di avere la prima tv nazionale non di stato è considerata incostituzionale. L’aria era pesante è già l’anno prima il Cavaliere aveva capito che ci fa da sé fa per te e aveva deciso di entrare in politica, favorito dal vuoto politico provocato da Tangentopoli. Egli, inoltre, capisce che l’elettorato del Nord e del Sud sono totalmente diversi e predispone due alleanze diverse: Lega Nord per il Settentrione e MSI nel Mezzogiorno. Ovviamente vince, ma Bossi non aspettava altro che ritirargli la fiducia e lo fa cadere. La sua strada politica non finisce qui e aspetta solo che la sinistra si autodistrugga negli anni 2000, gli anni delle leggi ad personam.

Calcio
Non è una novità che gli uomini di potere, per tenere calmo il popolo, usino lo sport. Lo facevano gli antichi romani, che organizzavano giochi nelle arene per dare alla gente la loro dose di sangue. Non è neanche tanto anormale che lo facciano gli imprenditori: il loro brand viene sponsorizzato gratuitamente e, se la squadra vince, la loro immagine cresce insieme ai guadagni.

Lauro ha avuto il Calcio Napoli perché Ascarelli era ebreo. Non era nei piani, a quanto sembra, ma Lauro ne capisce le potenzialità. Durante la guerra nessuno ha tanta voglia di pensare a giocare quindi si inizia a pieno regime negli anni ’50. Sono gli anni in cui il Comandante ha bisogno di consenso, deve strappare voti alla sinistra e il modo migliore è dare una grande squadra al Napoli visto il legame a tratti simbiotico tra napoletani e calcio. Nonostante gli acquisti stellari e l’entusiasmo generale, arriva solo una Coppa Italia e addirittura qualche retrocessione.

Berlusconi invece entrò in modo premeditato nel mondo del calcio. Prima tentò di acquistare l’Inter, poi approfittò della situazione finanziaria disastrosa del Milan di Farina e lo rilevò, per poi inglobarlo nella sua holding Fininvest. Questo gli consentiva di coprire le perdite della squadra con gli introiti della Mondadori (almeno fino alla maxi multa di qualche anno fa) e delle altre società. Il Milan, con lui, è sempre stato molto competitivo sia Italia che in Europa e solo di recente sta avendo stagioni poco fortunate, concitanti con la crisi del calcio italiano e con l’assestamento che la Finivest sta operando in questo periodo.

Donne
Qui arriviamo alla parte più bella e divertente. Molti uomini di potere vengono considerati anche grandi amatori. Chissà se è vero o solo un mito coincidente con l’androcentrismo…

Si dice di Lauro che fosse un amatore coi fiocchi, che avesse un membro dalle dimensioni allucinanti e che non aveva paura di usarlo praticamente su ogni bella donna che incontrasse. Poche parole per Berlusconi: Ruby. Bunga-bunga. Arcore. Mentre attorno al napoletano si concentrano dei veri e propri miti, il Cavaliere avrebbe usato le donne come moneta di scambio nei suoi rapporti con uomini che gli interessavano. La “donna-mazzetta”, come arrivò a definirsi una di queste.

Ruby "Rubacuori". Fonte: Dagospia
Ruby “Rubacuori”. Fonte: Dagospia

Le tappe del potere

Soldi. Politica. Calcio. Donne. In una parola: potere. Ci sarebbero molti altri esempi, come la bolla speculativa che aveva portato la Florida ad essere un cantiere a cielo aperto negli anni ’20. Oppure i Rockfeller, una vera e propria dinastia di petrolieri, dove i loro nomi sono seguiti dai numeri come se fossero dei sovrani e, come sovrani moderni, continuano a condizionare la politica. O degli sceicchi arabi, che con i soldi dell’oro nero hanno acquistato squadre come il Manchester City. Ma questi due casi sono importanti per capire come i percorsi siano diversi, ma le tappe più o meno le stesse.

Roberto Leone

 

Bibliografia:
F. Bargagallo, La questione italiana. Il Nord e il Sud dal 1860 a oggi, Bari, Laterza, 2013
Lepre A., Petraccone C., Storia d’Italia dall’unità a oggi, Bologna, Il Mulino, 2008

Sitografia:
http://www.faccioli.it/wp-content/uploads/Achille-Lauro.pdf (URL consultato il 03/04/2015)
http://it.wikipedia.org/wiki/Silvio_Berlusconi (URL consultato il 03/04/2015)