Pet Shop Boys: le canzoni più famose del gruppo

Oggi ci occuperemo di un gruppo che ha fatto tendenza, noto per la capacità di associare a dell’ottima musica dance dei testi dal forte spessore contenutistico. Una band che è sopravvissuta più volte al succedersi delle mode e all’incedere del tempo sbaragliando ogni record di vendite, riuscendo a piazzare ben trentanove singoli nella top 20 della classifica inglese: parliamo dei Pet Shop Boys.

Pet Shop Boys

I Pet Shop Boys nascono nel 1981 a Chelsea dalla collaborazione tra Neil Tennant e Chris Lowe, due amici appassionati di musica. Il nome deriva appunto da un negozio di animali domestici gestito da alcuni amici e viene scelto perché potesse ricordare il nome di un gruppo rap, genere musicale che ha da sempre affascinato il duo. La svolta decisiva per le sorti della band si ha grazie all’incontro con il famoso produttore Bobby Orlando, il quale, dopo una cena a New York, si convince a prendere in considerazione alcune demo del duo. un pezzo in particolare desta in lui parecchia curiosità…

Pet Shop Boys – West End Girls (1985)

West End Girls è un pezzo iconico, famoso per aver unito le sonorità Synth Pop tipiche degli anni ’80 a una struttura Hip Hop, genere fino ad allora poco apprezzato nel panorama mainstream. Il testo si ispira al poema The Waste Land di T.S. Eliot per la presenza di una sorta di voce narrante e per alcuni oscuri passaggi e vuole essere un elogio alla vita elegante e spensierata del West End londinese, famigerata zona di divertimento e svago, da contrapporre al logorante e opprimente clima dell’East End, zona della città prevalentemente industriale e povera. La canzone, grazie anche a un ritmo ipnotico che la rende facilmente riconoscibile, viene immediatamente percepita da pubblico e critica come un’assoluta innovazione: i Pet Shop Boys diventano delle icone mondiali, simboli di una generazione apparentemente superficiale e priva di valori, interessata esclusivamente alle feste e alle mode. Il singolo si piazza al numero uno sia in Inghilterra che negli Stati Uniti. In Italia, pur non avendo un effettivo riscontro commerciali, essa contribuirà a lanciare il culto del Paninaro, subcultura giovanile che dilagherà nelle zone più agiate di tutta la penisola diventando ben presto un fenomeno mediatico.

Pet Shop Boys – Being Boring (1990)

Negli anni successivi i Pet Shop Boys, per il tramite anche delle preferenze sessuali di Neil Tennant, si avvicinano alla realtà omosessuale. La delicata tematica viene affrontata sia in modo esplicito sia attraverso sottili allusioni; talvolta rappresentando situazioni drammatiche, altre volte con intenti volutamente Camp. Pur continuando a proporre un prodotto adatto a un pubblico eterogeneo, I Pet Shop Boys diventano inevitabilmente delle vere e proprie icone gay. Uno degli esempi più rappresentativi sotto questo punto di vista si rivela essere Being Boring. Definito uno dei pezzi più belli e intensi del gruppo, è un malinconico brano Dance che secondo molti tratterebbe di come la vita di un omosessuale venga sconvolta dalla scoperta di aver contratto l’Aids. In realtà la spiegazione ufficiale sarebbe molto più innocua: ispirato da una citazione della scrittrice statunitense Zelda Fitzgerald, il testo della canzone è incentrato sul processo esteriore di crescita, che comporta necessariamente un mutamento dei propri ideali e della propria percezione della vita. Nonostante venga tuttora molto apprezzato dai fan, il pezzo è stato quasi un flop per l’epoca, avendo raggiunto soltanto la ventesima posizione in patria e essendo pressoché ignorato nel resto del mondo.

Per questa settimana è tutto, alla prossima per altre Pop Gems!

Alfredo Gabriele Galassi

http://www.petshopboys.co.uk/